Il progetto

Riconoscimento da remoto: Aruba e Fondazione Links al lavoro su nuova soluzione basata sull’IA

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L’obiettivo è sviluppare congiuntamente una serie di algoritmi per la realizzazione di un’innovativa soluzione di remote digital onboarding basata su Intelligenza Artificiale, che punti a ridurre le possibilità di errore umano durante i processi di riconoscimento da remoto.

La transizione digitale della nostra economia, delle imprese e della stessa amministrazione pubblica, comporta diversi livelli di sicurezza e cambiamento, sotto diversi punti di vista. Lo spostamento in rete di documentazioni, procedure e funzionalità necessita un nuovo procedimento di riconoscimento degli utenti.

L’ampia gamma di servizi digitali offerti in rete richiede un livello di sicurezza più alto, come detto, quindi serve un sistema efficace di riconoscimento da remoto delle identità digitali di chi accede alle piattaforme di internet.

Parliamo di processi di validazione dei dati e di riconoscimento in fase di accesso ai servizi, transazioni, sottoscrizione di contratti o inserimento di dati riservati. Di conseguenza, si rende sempre più necessario affidarsi a procedure che garantiscano la massima sicurezza dell’identificazione e del riconoscimento da remoto dell’utente.

Un progetto per il riconoscimento delle identità da remoto senza errori

Per questo motivo Aruba e la Fondazione LINKS, centro di ricerca no-profit del settore delle tecnologie dell’informazione, fondato dal Politecnico di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, hanno annunciato congiuntamente l’avvio dello sviluppo di una nuova soluzione di “remote digital onboarding” basata sull’intelligenza artificiale, proprio per potenziare il riconoscimento da remoto di chi vuole accedere ai servizi di rete.

Puntiamo ad un obiettivo ambizioso, quello di mettere una tecnologia a servizio dell’uomo e renderla scalabile e utilizzabile in diversi scenari di utilizzo – ha commentato Marco Mangiulli, CIO & Head of Software Development di Aruba.

Stiamo sviluppando una soluzione che renderà i processi di remote onboarding e identity proofing ancora più sicuri. Grazie al supporto dell’Intelligenza Artificiale e all’esperienza della Fondazione LINKS, infatti – ha proseguito Mangiulli – stiamo implementando un sistema innovativo che offrirà garanzie e performance superiori a quelle offerte dagli attuali sistemi di riconoscimento da remoto”.

Creare sinergie, mettere a sistema, far crescere il territorio e la qualità delle applicazioni attraverso l’innovazione tecnologica è parte determinante della nostra missione – ha affermato Stefano Buscaglia direttore Generale di Fondazione LINKS – e il progetto in corso di realizzazione con Aruba permette di confermare il ruolo chiave di LINKS come catalizzatore di innovazione ICT che porta soluzioni di frontiera nel tessuto industriale e di fatto accelera la competitività dei suoi partner”.

Gli obiettivi degli sviluppatori

Lo scopo di questa partnership di ricerca, innovazione e sviluppo, “è creare un sistema di identificazione remota automatica tramite tecniche avanzate di Presentation Attack Detection e Face Verification”, è spiegato dal comunicato congiunto di Aruba e Fondazione Link.

Alla creazione delle linee guida e alla raccolta delle informazioni necessarie per lo sviluppo del progetto hanno preso parte, tra glia altri, la prof.ssa Barbara Caputo (Politecnico di Torino), il prof. Sebastien Marcel (IDIAP, Martigny) e il prof. Fabio Roli, dell’Università di Cagliari.

Nello specifico, quindi, il lavoro si concentra nello sviluppo di un sistema di identificazione remota automatica che, grazie all’intelligenza artificiale, non richiede un’interazione in tempo reale tra un operatore umano e il soggetto che deve essere identificato, come previsto anche nel Report dell’agenzia europea per la cybersecurity ENISA (European Union Agency for Cybersecurity) di marzo 2021 intitolato “Remote ID Proofing – Analysis of methods to carry out identity proofing remotely“.

Quest’ultimo Rapporto dell’ENISA fornisce tuttora un valido punto di riferimento per quanto riguarda i metodi più comuni ed efficaci per la verifica delle identità da remoto, con riferimento alla giurisdizione sul tema e ai regolamenti dell’Unione europea, con numerosi suggerimenti per la gestione degli errori e dei rischi associati.

Il nuovo sistema di “remote digital onboarding” consentirà di creare un percorso di riconoscimento da remoto univocamente associato al soggetto identificato e di conservare in maniera sicura tutte le evidenze dell’avvenuto riconoscimento.