la domanda

DigiLawyer. Revisioni, chi controlla i software?

di Gianluca Pomante, Avvocato Cassazionista – esperto d’informatica e comunicazione |

Se lo scopo della revisione è far circolare auto sicure, siamo sicuri che siano sicure?

La rubrica DigiLawyer, ovvero riflessioni sul “diritto e il rovescio” di Internet fra nuove potenzialità e storture della rete, a cura di Gianluca Pomante, Avvocato Cassazionista esperto di informatica e comunicazione. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Oggi non è possibile acquistare un’auto “analogica”, di quelle con i finestrini azionati da una manovella, la pompa del freno idraulica senza ABS, il motore a carburatori o il diesel senza iniettori elettronici. Così come non è possibile avere una semplice autoradio, di quelle con le manopole di una volta, che non sia collegata a tutti i sistemi elettronici dell’auto, per dare in tempo reale consumi, posizione, pressione gomme, ecc.

E se pensate di avere un acceleratore ancora con il cavo che aziona le componenti dell’impianto di alimentazione, siete in errore: elettronico anche quello. In realtà l’auto che utilizziamo quotidianamente potrebbe non avere volante e pedali ma un semplice Joystick al centro del tunnel, con il quale azionarla come i videogame. Dopo qualche settimana di comprensibile disorientamento, probabilmente guideremmo anche meglio.

Controllo elettronico di trazione, di stabilità, di frenata, regolazione elettronica dell’assetto, delle sospensioni, dei sedili, del volante, della risposta del motore, per non parlare dei sedili massaggianti e climatizzati che si trovano sulle berline di lusso. E che dire delle auto che parcheggiano da sole o che escono da sole dal parcheggio e si avvicinano al guidatore? Tra qualche anno guideranno da sole, dapprima con la necessaria assistenza del conducente, poi – dimostrata statisticamente la minor propensione a causare incidenti rispetto all’essere umano – in modo del tutto autonomo.

Affascinante ed inquietante al tempo stesso ma, come per tutte le nuove tecnologie, con il tempo ci abitueremo anche a questo, almeno fino a quando non sarà disponibile il teletrasporto.

Il problema concreto ed attuale, probabilmente, è nelle revisioni periodiche. Le auto sono infarcite di codici, di sistemi elettronici, di sensori, e non di rado avviene che restino ferme in officina anche per mesi a causa del malfunzionamento di tali apparati. Chi ha portato la propria auto alla revisione negli ultimi tempi avrà invece notato che i controlli riguardano ancora prevalentemente la parte meccanica (frena, illumina, inquina poco, ecc.), giacché i sistemi elettronici vengono liquidati rapidamente dall’analisi del controllo eseguito dall’auto stessa: si accende e non rileva errori? Se la risposta è positiva ad entrambe le domande, l’auto è revisionata.

Revisionata? Se lo scopo della revisione è far circolare auto sicure, siamo sicuri che siano sicure? Un software è scritto da un programmatore e rileva gli errori che i progettisti hanno deciso di rilevare. Se i progettisti non hanno previsto il guasto, il software non è in grado di rilevarlo. Se mancano sensori e controlli secondari (come sugli aerei, dove tutti gli impianti sono duplicati) sugli elementi che potrebbero guastarsi o generare falsi positivi e falsi negativi, il software non può rilevare alcun malfunzionamento. Per non parlare di modifiche apportate dal proprietario (tuning), di virus e di attacchi informatici attraverso le sempre più diffuse connessioni wireless, che potrebbero aver compromesso la sicurezza dell’auto. Ed infine, chi verifica se tutte le centraline sono state correttamente aggiornate alle ultime versioni? Se un software per computer ha bisogno di continui aggiornamenti per funzionare meglio ed essere più sicuro, come mai le auto non vengono mai richiamate per aggiornamenti? Una serie di domande che meriterebbero risposte adeguate.

Forse anche gli schemi ministeriali sulle revisioni avrebbero bisogno di un aggiornamento di sistema.

Gianluca Pomante

www.pomante.com