Telco e energia

Reti Tlc a rischio blackout? Ma le telco spendono 230 milioni all’anno in efficienza energetica (Report Asstel)

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“Senza transizione digitale non si può fare alcuna transizione ecologica-energetica”, si legge nel report Asstel. Tutti i numeri sui consumi energetici degli operatori tlc.

La transizione digitale è a rischio a causa della crisi energetica globale? E’ probabile. Questo l’esito dello studio condotto dal gruppo di ricerca Energy & Strategy del Politecnico di Milano per conto dell’Asstel, per dimostrare che la transizione digitale e quella ecologica-energetica sono gemelle, vanno di pari passo, e sottovalutare questo legame rischia di limitare il loro potenziale per lo sviluppo del paese.

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I numeri dell’energia nelle Tlc in Italia secondo il report di Asstel

  • Gli operatori hanno speso 230 milioni di euro nel 2021 per l’efficienza energetica, con previsione di crescita a doppia cifra nei prossimi anni.
  • Già oggi il 60% dei dati center, il 33% dei BTS ed il 30% delle centrali Tlc possiede tecnologie di efficienza energetica.
  • Il 33% delle aziende ha visto migliorare le proprie prestazioni energetiche del 20% dal 2019.
  • Il 50% delle aziende ha riscontrato miglioramenti compresi fra il 5% e il 10%.

Il peso della industry delle Tlc sui consumi energetici nazionali

  • Nel 2021 sono stati complessivamente 4,3 TWh i consumi registrati dagli operatori delle comunicazioni elettroniche, pari al 13% dei consumi nell’ambito dei servizi privati (commercio, alberghi-ristoranti-bar, finanza-assicurazioni, informazione-comunicazione, immobiliare) con il 30% degli operatori che ha consumi superiori a 500 GWh annui, comprensivi dei consumi che comporta il traffico dei GAFAM.  
  • L’investimento in efficienza energetica del comparto Tlc si posiziona al terzo posto in Italia, con 53,4 milioni di euro/per MWh di consumo elettrico, dopo il comparto vetro/ceramica e la filiera dell’automotive.
  • Molto più di altri comparti considerati energivori come metallurgia, carta e stampa e gomma e plastica.
  • Il 60% delle imprese intervistate ha raggiunto obiettivi di risparmi emissivi in termini di CO2/anno superiori a 1000 tonnellate all’anno. Tutti gli operatori hanno preso impegni espliciti per abbattere le emissioni.
  • Per quanto la produzione di rinnovabili della industry, l’obiettivo è di raggiungere il 19% del fabbisogno di energia elettrica nei prossimi anni, a fronte dell’attuale 5%.

Chiesti incentivi

  • Senza ulteriori incentivi sul fronte della spesa in bolletta, difficile per gli operatori procedere nel percorso di efficientamento delle infrastrutture rimanenti. Lo stesso vale per l’autoproduzione di rinnovabili.
  • Ad altissima priorità per gli operatori c’è un intervento normativo che incentivi l’effettiva intensità energetica (energivori) del comparto, si legge nel report, e di accelerare l’efficientamento delle infrastrutture tecnologiche per la transizione digitale.

Senza transizione digitale niente transizione energetica

  • “Senza transizione digitale non si può fare alcuna transizione ecologica-energetica”, si legge nel report.
  • “Senza gestione predittiva, il monitoraggio da remoto, i servizi di demand-response e i sistemi di ottimizzazione degli impianti, non sarebbe possibile garantire i livelli di prestazioni necessario degli impianti di generazione elettrica da rinnovabili e la possibilità di fornire flessibilità al sistema elettrico nazionale”, si legge.
  • Senza transizione digitale niente smart mobility, smart logistic né mobility management.
  • Senza tecnologie adeguate (34 app mappate da Asstel) non sarebbero stati possibili nel 2021 1,7 miliardi di euro di investimenti per la transizione ecologica-energetica.

Transizione energetica e digitale nel PNRR

  • La transizione energetica ha catalizzato 84,9 miliardi di euro nel PNRR.
  • La transizione digitale ha catalizzato 40,3 miliardi di investimenti nel PNRR.
  • La commistione fra bit e watt sarà sempre più pervasiva in futuro, basti pensare all’Intelligenza artificiale e al 6G. Senza dimenticare il metaverso.