Banda ultralarga

Rete unica, Tim-Open Fiber prosegue negoziato ma Gubitosi ha un piano B

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L'amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi dice che l'azienda ha un piano B in caso di mancato accordo con Open Fiber sulla rete unica.

I colloqui di Tim con gli azionisti di Open Fiber sulla rete unica in fibra vanno avanti, ma l’azienda ha anche dei piani alternativi. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi ad un evento a Roma, senza però specificare quale sia il piano B (procedere soli, senza partner industriali, con la posa della fibra?) in un contesto di stallo ormai acclarato sul dossier della rete unica.

Il mercato ha accolto positivamente le parole di Gubitosi, con il titolo che oggi in apertura guadagnava più dell’1% sopra la soglia psicologica dei 50 centesimi.

Aspettando Godot

“Non è che si può fare Aspettando Godot. Ci sono interlocuzioni in corso, ma continueremo a lavorare sperando anche di cooperare con Open Fiber”, ha detto Gubitosi, aggiungono che “l’aspetto economico non sarebbe un problema perché abbiamo riscontrato un interesse dei fondi a investire anche a valutazioni che potevano sembrare aggressive”.

Esercizio 2019 soddisfacente

L’amministratore delegato ha infine anticipato che l’esercizio 2019 si è chiuso in maniera soddisfacente “nonostante un contesto molto competitivo”, con un non troppo velato riferimento alla guerra dei prezzi nel mobile innescata dalle politiche aggressive della low cost francese Iliad, che secondo l’ad di Tim danneggia l’ecosistema.

Tim intanto ha pubblicato un bando per coinvestire nella rete in fibra ad altissima velocità in 39 città nelle aree nere del paese. La proposta “resta aperta a tutti gli operatori, peccato che da un operatore (Open Fiber) è arrivato un secco no”.

Open Fiber ha respinto la proposta di Tim perché in 31 delle 39 città dove coinvestire indicate da Tim Open Fiber ha già avviato i lavori in autonomia, mentre in 6 città non ha nessun progetto di copertura in fibra.

Tim, ha osservato l’amministratore delegato, “sta facendo grandi investimenti, continuerà a farne nell’anno e questo richiede grandi capitali”. Il problema del debito “al 2021 sarà risolto. Quest’anno il debito si ridurrà, per la prima volta, in maniera significativa rispetto agli ultimi anni su base ordinaria”.