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Rete unica, soluzione a portata di mano. Ma allora: “Chi rema contro”?

Sulla rete di Tlc si è sviluppata da lungo tempo una querelle fatta di manipolazioni e strumentalizzazioni dei fatti, senza tener conto dello stato di fatto delle due aziende coinvolte: TIM ed Open Fiber.

Da una parte c’è il piano del governo che prevede di far pagare a Cassa Depositi e Prestiti (CDP) una somma da far tremare le vene dei polsi: tra i 20 e i 30 miliardi di euro per una rete attuale di TIM che, francamente, vale ben poco. Senza considerare il fatto che l’intera società vale oggi in Borsa circa 5 miliardi di euro, ovvero almeno da 1/4 a 1/6 del valore che si ipotizza di pagare per la sola rete. Un po’ come dire: la mia auto vale 5 miliardi di euro, ma se vuoi ti posso cedere le sole ruote ad un prezzo variabile tra i 20 ed i 30 miliardi di euro. In pratica una proposta per allocchi, su cui quasi tutti fanno finta di nulla.

Dall’altra parte c’è un piano alternativo, che in molti stanno cercando maldestramente di confutare, un piano che cambia le carte in tavola e assicurerebbe invece un futuro di maggior valore all’azienda TIM, un’operazione di successo per CDP ed una soluzione di efficienza per il Paese e per i suoi investimenti del PNRR.

Eppure c’è chi rema contro questa proposta e vorremmo tanto sapere chi è.

Ecco perché sarebbe molto utile saper chi rema contro.

Ma forse sarebbe ancor più utile sapere perché, tanto più in un periodo di campagna elettorale come quello attuale…

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