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Rete unica, Martinello (Altroconsumo): ‘Operazione rischiosa per concorrenza e consumatori’

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Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo: 'Il futuro scenario della rete in Italia va discusso con calma, senza forzature. Non è che possono decidere il governo e il campione nazionale'.

I potenziali rischi per i consumatori e la concorrenza derivanti dal progetto rete unica avanzato da Tim. Ne abbiamo parlato con Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, che rinnova l’appello al governo di coinvolgere i consumatori al tavolo.  

Key4biz. Come vede l’operazione rete unica controllata da Tim? In che modo può incidere sulla concorrenza e sui consumatori?

Paolo Martinello. L’operazione secondo noi è rischiosa per i consumatori. Colgo l’occasione per ribadire un appello al governo: allargando il discorso, purtroppo negli ultimi due o tre anni e ancor più negli ultimi mesi, con tutte le emergenze che ci sono – prima sanitarie e poi economiche, i fondi che arriveranno dall’Europa – sembra che l’interesse dei consumatori, o meglio dei cittadini, che dovrebbero essere i veri destinatari di tutte queste misure, davvero vengano trascurati.

Key4biz. Cosa vuole dire?

Paolo Martinello.  Si ha l’impressione che – come nel caso della vicenda di inizio anno della portabilità del numero, rientrata anche grazie alle mobilitazioni nostre sul fatto di eliminarla – quando ci sono situazioni di emergenza si pensa in primo luogo ai cosiddetti ‘campioni nazionali’. O se non sono i campioni nazionali, sono comunque le imprese nazionali.

Key4biz. E quindi?

Paolo Martinello.  E quindi ci si dimentica dell’Europa, ci si dimentica dei consumatori, o quanto meno si tende a trascurarli. Questa è una tendenza molto pericolosa. Non si pensa più alle liberalizzazioni, non si pensa più alla concorrenza. Si pensa ad ottenere un risultato, che attenzione in sé può essere anche condivisibile come la rete unica, ma ci si arriva con tutti i mezzi. A suon di aiuti di Stato, più o meno mascherati. Come se la concorrenza, le liberalizzazioni e la tutela dei consumatori – tre temi strettamente connessi – fossero un lusso che ci si può permettere quando le cose vanno bene, quando tutto cresce, quando tutto funziona a meraviglia. Ma quando c’è da fare qualcosa di sostanziale, quando c’è da intervenire sull’hardware del sistema, per così dire, beh a questo punto guardiamo al sodo e i consumatori possiamo anche dimenticarli.

Key4biz. E per la concorrenza?  

Paolo Martinello.  Anche per la concorrenza c’è il rischio di fare passi indietro. Questo accadrebbe inevitabilmente, se andasse avanti il disegno del Governo (sulla rete unica ndr). E questo è uno scenario generale, che ci preoccupa e che va al di là del caso Tim. Nel caso Tim, così come per Alitalia, si vede che in tempi di emergenza passa tutto. Si digerisce tutto, anche quello che magari in condizioni normali sarebbe molto più discusso.

Key4biz. Come pensa che andrà avanti il dibattito sulla rete unica?

Paolo Martinello. Io spero che il dibattito sulla rete, emerso tra l’altro in una fase particolare a fine estate, con Tim che ha spinto fortissimamente, quasi dando per scontato l’esito – nonostante la telefonata di Conte in Cda – possa essere affrontato con modi e tempi adeguati ad un tema così strategico per il paese. Il futuro scenario della rete in Italia va discusso in modo approfondito, bisogna ragionarci con calma. Non è che possono decidere il governo e il campione nazionale costringendo gli altri, questa è la mia impressione personale, a fare buon viso a cattivo gioco. Certo, alla fine tutti possono trarne qualche beneficio, forse.

Key4biz. Qual è la sua impressione?

Paolo Martinello. La mia impressione di queste settimane è di una forzatura. I giochi non sono ancora chiusi.

Key4biz. In che senso?

Paolo Martinello. Per fortuna siamo in Europa, che tiene gli occhi bene aperti.

Key4biz. Nel merito del memorandum sulla rete unica? Qual è la posizione dei consumatori?

Paolo Martinello. Nel merito, noi consumatori siamo sempre stati molto attenti da quando sono partite le liberalizzazioni, 15-20 anni fa, al fatto che non solo venissero superati i monopoli nella fase di vendita (retail) – quello che interessa più immediatamente e direttamente i consumatori – ma anche che, laddove ci fossero i cosiddetti “monopoli naturali” (dalle ferrovie al gas, alla luce e adesso anche alla fibra) non si creassero delle situazioni di commistione. Quello che dicono tutti, anche la Commissione Europea: la rete deve essere neutrale. Dove ci sono dei monopoli naturali – poi vediamo se nel caso della fibra, della rete unica, si possa veramente parlare di un monopolio naturale. Forse non tanto, visto che ce ne sono già diverse di reti. Non siamo proprio in un caso assimilabile a quello delle ferrovie.

Key4biz. Però quello delle ferrovie è un esempio utile.

Paolo Martinello. Sì. E’ una lezione importante dal passato. Lasciare una integrazione verticale, con tutte le apparenti cautele e precauzioni di divisioni societarie, non dà garanzie di successo. L’esempio delle ferrovie è lampante di come si va incontro a dei problemi di concorrenza, se si lascia integrato il titolare o controllore della rete con il fornitore del servizio (Rfi e Trenitalia ndr). Lo abbiamo visto con Italo e Trenitalia. Questo è quello che vorremmo evitare e che tutti, almeno a prole, vogliono evitare. Vale a dire di creare una società che gestisce la rete ma nella quale è socio di maggioranza un operatore retail.

Key4biz. Ma lasciando la maggioranza della nuova entità della rete a Tim tutto questo rischia di non essere garantito.

Paolo Martinello. Ovviamente no. Ma perché Tim dovrebbe avere la maggioranza? Bisognerebbe semmai essere aperti ad una rete pubblica, controllata da tutti gli operatori. Ed è un po’ quello che, a parole, dice Tim. Peccato però che poi voglia essere il socio di maggioranza. Ma prima di farlo, sarebbe importante dare un valore ai conferimenti di Tim nella nuova società. Lo ha detto anche il presidente della società Salvatore Rossi. Ma chi li ha valutati i conferimenti di Tim?

Key4biz. A cosa si riferisce?

Paolo Martinello. Mi riferisco alla rete secondaria di Tim. Una rete in rame da ristrutturare e trasformare in fibra.  

Key4biz.  E cosa significa?  

Paolo Martinello. E’ come se un produttore di auto diesel si fondesse con un produttore di auto elettriche. E dice: io produco un milione di auto diesel; e l’altro dice io produco 10mila auto elettriche. Ma se il progetto di quella società è produrre auto elettriche, allora il valore degli impianti per costruire le auto diesel va commisurato al progetto. In altre parole, l’FTTH di Tim andrebbe sviluppato e richiede forti investimenti a fronte di quello che sta conferendo, mentre l’altro socio (Open Fiber ndr) in realtà ha una rete che ha un valore strategico quanto meno. Quindi, chi li stabilisce i valori? Come si fa a dire che entreranno nuovi soci, ma che manterrai sempre la maggioranza? E se un domani dovesse entrare un nuovo socio, chi gli dovrebbe cedere le quote? E quale appeal avrebbe una società con controllo in mano ad una società che non si capisce bene a che titolo abbia la maggioranza.Poi magari ci può anche stare, non voglio dire che la rete di Tim non vale nulla. Però credo che debbano essere fatte delle attente valutazioni degli asset conferiti nella nuova società.

Key4biz. La due diligence delle reti è in corso.

Paolo Martinello. Sì e dalle operazioni fatte, l’ingresso di Kkr in FiberCop e l’offerta di Macquarie per il 50% di Enel in Open Fiber, emerge che il valore delle due reti è simile.

Key4biz. Presidente, ma quali i rischi concreti per i consumatori? Aumenterebbero i prezzi?

Paolo Martinello.  Qui c’è un discorso più ampio. Chi deve pagare gli investimenti per realizzare la rete in fibra? Noi abbiam sempre detto che gli investimenti in generale non vanno pagati dai consumatori, ma dagli azionisti. Si tratti dello Stato o di un privato. Dopodiché, operando in concorrenza, tenendo conto degli investimenti, il prezzo terrà conto degli investimenti fatti ma anche dello scenario concorrenziale. In uno scenario in cui si ipotizza una rete, che comunque costerà, indipendentemente dal fatto che la gestisca Tim, sarà fondamentale – come d’altronde in altri settori, ad esempio quelli dei treni, della luce e del gas – che ci sia una authority di controllo seria e attenta che controlli che non ci siano degli over pricing nel rapporto interno. Di per sé l’aumento dei prezzi ci potrebbe essere comunque.

Key4biz. Vede altri problemi da un’operazione del genere?

 Paolo Martinello.  Il rischio di un aumento dei prezzi cresce, ma soprattutto il rischio è che ciò avvenga in modo scorretto. Il rischio è che il controllo della rete da parte di uno degli operatori discrimini gli altri operatori. Questo è evidente. Il che potrebbe avvenire, secondo me, più ancora che sul prezzo, sul servizio.

Key4biz. Ad esempio?

 Paolo Martinello.  Faccio ancora una volta l’esempio di Trenitalia che è emblematico. Controllare i prezzi è facile per una autorità di settore seria. Più difficile è controllare e individuare comportamenti scorretti dell’operatore dominante che controlla la rete, che può ostacolare in mille modi i concorrenti. Ad esempio, dandoti meno in termini di servizio, allungando le procedure, le pratiche contrattuali, facendo sorgere controversie. Chi è costretto a far entrare dei competitor ha mille modi per ostacolarli. Il che, ovviamente, si riflette sui consumatori e anche sui prezzi in modo indiretto.

Key4biz. Alla luce di tutto ciò, quale sarà il ruolo dell’Europa?

Paolo Martinello.  Sarà centrale, è per questo che la responsabile della Concorrenza Margrethe Vestager mette al primo posto di qualunque merger l’indipendenza – che implica equità di prezzo per i clienti wholesale – e pari trattamento in termini di rapporti industriali, commerciali e operativi. Con il controllo di Tim, la situazione è in salita a dir poco. C’è bisogno di farlo?

Key4biz. Vede dei possibili paletti all’operazione da parte dell’Europa?

Paolo Martinello. L’Europa sarà molto cauta. Un’autorizzazione in un paese come l’Italia creerebbe un precedente, che potrebbe ripetersi negli altri paesi. E’ per questo che gli altri incumbent europei sono molto interessati. C’è un’aria per così dire di restaurazione in Europa, anche per il dossier della fibra. Un tema importante, ma è un po’ come se per raggiungere l’obiettivo si volessero lasciar perdere concorrenza e diritto dei consumatori, come se fossero dei fronzoli.

Key4ibiz. In conclusione?

Paolo Martinello. Lo sviluppo della fibra nel nostro paese è aumentato negli ultimi anni, grazie alla concorrenza fra Open Fiber e Tim. Togliendola chi darà l’impulso? Lo Stato? Io non ci credo. Il che potrebbe addirittura rimettere in discussione l’idea stessa della rete unica. Se dobbiamo andare in questa direzione, facciamolo ma non alle condizioni che sono sul piatto in questo momento.