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Rete unica. Giorgia Meloni (FdI): “Sulla rete o si fa la separazione strutturale o si applica la legge 136 del 2018”

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Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, intervenendo sul dibattito relativo al progetto di rete unica proposto dal governo: "Difficoltà di un'azienda privata e quotata non si risolvono con soldi pubblici. Sì alla nuova rete, incentrata su Open Fiber e CDP, non avrebbe più legami con TIM e potrebbe assorbire interamente il personale di questa dedicato alla rete".

“Il progetto sul futuro della rete sostenuto dal governo va in direzione opposta alla soluzione approvata dall’attuale Parlamento e in linea con il quadro europeo. Le difficoltà di un’azienda privata quotata in Borsa non possono essere risolte con soldi pubblici”. Così Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, intervenendo sul dibattito relativo al progetto di rete unica proposto dal governo.

Come si fa poi ad ipotizzare una rete unica sotto il controllo di TIM

“Come si fa poi ad ipotizzare una rete unica sotto il controllo di TIM”, ha aggiunto Meloni, “che oggi capitalizza 5,8 miliardi di euro (rete e servizi), mentre parallelamente opera già con successo una società pubblica della sola rete come Open Fiber il cui valore è stimato tra i 7 e gli 8 miliardi, un valore che potrebbe crescere notevolmente in caso di ingresso in Borsa? “.

“No a soluzione verticalmente integrata”

“Inoltre”, ha dichiarato il leader di Fratelli d’Italia, “il governo vuol costruire il progetto di rete intorno a TIM e con una soluzione ‘verticalmente integrata’, una soluzione che andrà incontro ad una bocciatura certa da parte della Commissione Europea. Allora, molto meglio e più semplice la nascita di una società terza della rete, centrata su Open Fiber e CDP e in cui far confluire le reti TIM, e quindi sotto il controllo pubblico e nazionale”.

“La legge 136/2018? Rete unica, ma nel contempo pubblica e wholesale-only, come dice l’Europa”

 “Come è noto, il Parlamento si è già espresso a maggioranza sul modello di rete da costruire con la legge 136/2018, richiamata nella mozione in cui Fratelli d’Italia ha reclamato l’esigenza di una rete unica, ma nel contempo pubblica e wholesale-only, come dice l’Europa”, ha continuato Giorgia Meloni. “Se TIM non accetta di scorporare volontariamente la rete, rinunciando al controllo alla gestione e’ meglio procedere con la separazione strutturale consentita dalle attuali norme europee”.

I ruoi di Agcom e Antitrust

AGCOM e AGCM hanno il potere di imporre la separazione della rete, che vuol dire scorporare la rete e obbligare TIM a cederla, a prezzi di mercato, ad altri soggetti, lasciando completamente la gestione”, ha concluso Giorgia Meloni. “Credo che a questo punto sia questa la strada piu’ giusta da percorrere, per uscire dalla situazione ingarbugliata nella quale i principali attori hanno bloccato il dibattito. La nuova rete, incentrata su Open Fiber e CDP, non avrebbe più legami con TIM e potrebbe assorbire interamente il personale di questa dedicato alla rete”.