Dibattito

Rete unica, Denni (Europio Consulting): “Una sola rete e un solo fornitore non è mai un vantaggio per il mercato”

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Dario Denni, Fondatore di Europio Consulting: 'In realtà, non c'è conflitto tra Fibercop e Open Fiber. Il conflitto potenziale è tra le regole degli Aiuti di Stato e le azioni intraprese dall'Italia'.

Un nuovo contributo al dibattito su Key4Biz, con interviste a parlamentari ed esperti di Tlc, per capire la fattibilità e nel caso i vantaggi della Rete unica con la fusione di FiberCop e Open Fiber. Oggi è la volta di Dario Denni, Fondatore di Europio Consulting

Key4Biz. Quali prospettive per il progetto rete unica, viste le frizioni fra KKR e il Governo? 

Dario Denni. Da osservatore esterno il progetto rete unica avrà un orizzonte lungo, al 2027 salvo improvvise accelerazioni. Prima di quella data, qualora dovesse concretizzarsi il progetto di fusione tra Fibercop e Open Fiber, si andrebbe a determinare un earn out di ulteriori 2,5 miliardi che non credo KKR sia desiderosa di versare a TIM sulla base degli accordi che hanno preso in fase di scorporo della rete. Tuttavia si potrebbero creare condizioni molto particolari, dove il progetto di integrazione sarebbe adempiuto a metà, magari con una partecipazione rilevante. Non ci sono limiti alla fantasia quando si muove l’interesse pubblico azionando leve tipiche dei privati. La soluzione potrebbe sorprenderci, tanto quanto l’intervento del MEF in Fibercop.

Key4Biz. Come si dovrebbe risolvere a suo avviso il conflitto fra Fibercop e Open Fiber? 

Dario Denni. In realtà, non c’è conflitto tra Fibercop e Open Fiber. Il conflitto potenziale è tra le regole degli Aiuti di Stato e le azioni intraprese dall’Italia. E’ vero che lo Stato si è reso protagonista di diverse azioni di spinta infrastrutturale ed è legittimo un certo interesse a far accadere le cose che sono state promesse, ma fino a che punto? Lo scopriremo con l’intervento di Bruxelles ma sempre ammesso che voglia occuparsene. Quello che accade in Italia non sempre è attenzionabile in Europa. E’ chiaro comunque che c’è del malcontento per le aree ancora non coperte, per i civici esclusi e per il cambio tecnologico prospettato. Dalla fibra, al FWA e infine al satellite. Non sono solo le tempistiche a preoccupare ma è la qualità dell’intervento e la quantità degli aiuti erogati. La governance è tutta da rivedere.

Key4Biz. Come bisognerebbe procedere? 

Dario Denni. I piani mostravano delle criticità chiare dal primo giorno. Nessuno si è sorpreso, diciamo, dei ritardi e delle cancellazioni. Oggi, mi sembra ancora più evidente che unire a freddo Fibercop e Open Fiber non porti automaticamente alla soluzione delle dinamiche a monte. Gli interessi da comporre non sono solo tra pubblico e privato ma tra diversi portatori di interesse che si affacciano su questi temi. E’ sbagliato pensare che questo sia solo un tema infrastrutturale o societario. Ha un respiro molto più ampio. La politica non sa porvi rimedio perché le competenze richieste e il potere di decidere non è operato in modo univoco e centralizzato, le leve che si possono azionare sono diverse e sono state mosse tutte. Intanto, arriverei al 2026 con una rendicontazione e chiusura delle attività in corso evitando di mettere ulteriore carne sul fuoco. Non è scontato che accada. Si parla già di nuovi bandi. E’ prematuro.

Key4Biz. Dal punto di vista industriale ed economico e per la diffusione della banda ultralarga quali vantaggi porterebbe la rete unica al sistema paese e alla diffusione del 5G? 

Dario Denni. Non è mai un vantaggio per il mercato avere una sola rete e un solo fornitore. Se tutto quello che sappiamo fare è una rete unica quando ne sono nate altre decine, non dobbiamo avere paura a dire che oggi è tardi. Sono obiettivi piccoli accompagnati da grandi speranze. Però possiamo continuare ad illuderci e dire che con la rete unica avremo grandi vantaggi per la diffusione del 5G. L’unica opzione finora inesplorata è affidare i progetti di sviluppo infrastrutturale ad operatori locali che conoscono il territorio, sono italiani ed hanno bilanci sempre in crescita. I bandi devono essere a misura di PMI, tutto il procurement pubblico dovrebbe essere strutturato così. Accordi quadro e lotti troppo grandi escludono il nostro tessuto produttivo. C’è spazio solo per i grandi operatori che – abbiamo visto – non sono poi così grandi rispetto ai colossi statunitensi. Almeno per una volta proverei a fare le cose diversamente.

Key4Biz. Quale dovrebbe essere il perimetro della rete unica? Con o senza le aree nere? 

Dario Denni. Non è strano per un acquirente selezionare la parte interessante lasciando indietro il resto. E’ il venditore che dovrebbe avere altrettanta capacità di far valere la sua leva negoziale. Il punto non è stabilire un perimetro infrastrutturale, perché non esistono aree nere quando si parla di affari. Si guardano i numeri sul bilancio, non i numeri civici.

Key4Biz. Per quanto riguarda il take up della fibra, come incentivarne la diffusione?

Dario Denni. Le aree oggetto dell’intervento pubblico sono a fallimento di mercato quindi non mancava solo la rete, mancava a monte la domanda. Se ci fosse stata la domanda, sarebbero arrivate le reti finanziate dai privati. Se continua a mancare la domanda anche quando arriva la rete sussidiata non c’è da sorprendersi. Al netto del fatto che in molti casi la rete è fantasma, in alcuni casi risulta sulle mappe ma non è attivabile, risolverei la questione dei KO e verificherei se ci sono altre ragioni che finora non sono emerse a determinare i ritardi. E’ certo che il voucher come sostegno alla domanda, da solo, non basta se per attivare un cliente passano mesi e mesi. Occorre infine ripristinare lo spazio economico tra le offerte attive e le offerte passive dei listini BUL, Infratel dovrebbe segnalarlo ad AGCOM. Ma ci sono resistenze.

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