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Rete unica, anche la Rai vuole esserci per “garantire la neutralità”

Piatto ricco mi ci ficco. Dopo Mediaset, Il consiglio di amministrazione della Rai ha dato mandato all’unanimità all’amministratore delegato Fabrizio Salini di chiedere di partecipare a iniziative e tavoli sul progetto di rete unica delle telecomunicazioni.

“In particolare sul versante della componente pubblica della rete unica, perché la Rai abbia un ruolo a garanzia della neutralità della rete e dello sviluppo delle infrastrutture”, questa la posizione del CdA di viale Mazzini assunta ieri. Così il consiglio di amministrazione ha dato mandato all’unanimità all’ad Fabrizio Salini di chiedere la presenza della Rai ai prossimi incontri sul progetto di verifica della fattibilità di una società unica della rete in fibra ottica (AccessCo) in cui far sposare Tim e Open Fiber, iniziando da FiberCorp (la rete secondaria di Tim con la quota di Fastweb in FlashFiber e KKR) e la controllata di Enel e Cdp

Perché la Rai vuole essere della partita

La decisione  è stata presa dopo l’audizione del Chief technology officer, Stefano Ciccotti. Il cda ha approfondito i temi relativi allo sviluppo della banda ultralarga attraverso le varie iniziative sulle quali la Rai è impegnata, tra cui la content delivery network, la sperimentazione del trasporto attraverso la partnership di Open Fiber dei contenuti in altissima definizione su reti in fibra ottica, l’estensione dei servizi Rai nelle cosiddette aree bianche del Paese e la partecipazione dell’azienda nelle attività di sviluppo del 5G nonché i rischi e le opportunità future che il progetto di Rete Unica UBB rappresenta per la Rai.

Sinergie Tv-fibra

Sulle possibili sinergie fra fibra ottica e broadcaster non ci piove, visto che nel prossimo futuro la rete IP diventerà la modalità più diffusa per la trasmissione di contenuti di video on demand. Che vi siano inoltre delle potenziali forme di collaborazione fra mondo dei broadcaster e fornitori in fibra lo dimostrano appunto gli accordi come ad esempio quello fra RaiRaiWay e Open Fiber per la sperimentazione di 24 mesi di modalità innovative di trasmissione di contenuti video. Sulla stessa linea c’è poi l’accordo commerciale fra Sky e Open Fiber.

Inoltre la Rai controlla al 65% RaiWay, la società delle torri di broadcasting che a sua volta potrebbe fornire sinergie utili per la diffusione della rete ultrabroadband in aree bianche e grigie in ottica FWA

De Biasio (CdA Rai): “Neutralità rete unica garantita se Rai è tra i socci della futura società”

“Sono molto contento che oggi il Cda abbia condiviso all’unanimità il fatto che Rai debba diventare attore attivo nel progetto della ‘rete unica’ di cui tanto si discute in questi giorni, nelle forme che il cda riterrà opportune. A mio parere, un’effettiva e significativa presenza Rai tra i soci di questa futura società sarebbe fondamentale per garantire e presidiare la neutralità della rete e nello stesso tempo rappresenterebbe per Rai uno dei pilastri del piano industriale dei prossimi anni, quando il digitale e l’accesso ai contenuti digitali sarà sempre più strategico”. Ha commentato il consigliere di amministrazione della Rai Igor De Biasio, al termine del CdA.

Chissà quale sarà la reazione dell’ad di Tim, Luigi Gubitosi, alla volontà della Rai di scendere in campo sulla rete unica.

Per Gubitosi soggetti come Mediaset, Netflix, o Disney “sono tipicamente fruitori della rete, ma non necessariamente azionisti: mentre è evidente il vantaggio di operatori tlc come Fastweb e Tiscali che hanno già aderito, e come auspichiamo fare con altri“.

Invece, secondo il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, la rete unica tlc è “progetto concreto da perseguire nel più breve tempo possibile per dare accesso a internet a condizioni vantaggiose a tutti. Sarà un’infrastruttura aperta e inclusiva per tutti i gestori”. Talmente inclusiva che all’ipotesi che ci entri anche Mediaset il premier aveva replicato: “Perché no?”.
Quindi porta aperta anche alla Rai?
Sarà un minestrone il progetto? Anche perché con l’intesa Tim-Cdp, battezzata dal Governo, non si vorrebbe creare solo la società delle reti ma anche delle tecnologie, includendo edge cloud e 5G.

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