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I repubblicani americani rinunciano al voto sulla riforma della sanità, Crisi Venezuela, Indipendenza Catalogna, Accordo Fincantieri-Stx

Usa, i Repubblicani si arrendono e rinunciano al voto sulla proposta di riforma della sanita’

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – L’ultimo tentativo dei Repubblicani di smantellare l’Affordable Care Act (“Obamacare”), la riforma della sanita’ varata dall’amministrazione del presidente Barack Obama, e’ definitivamente fallito martedi’: la leadership repubblicana al Senato ha preso atto dell’impossibilita’ di consolidare il sostegno della sparuta maggioranza conservatrice al Senato alla proposta di riforma avanzata dai senatori repubblicani Lindsey Graham e Bill Cassidy. “Non abbiamo abbastanza voti”, ha ammesso Cassidy, ieri; stando ai leader del Senato, i “dissidenti” repubblicani che hanno annunciato la loro opposizione all’ennesimo tentativo di revocare l'”Obamacare” – una promessa che i conservatori reiterano da otto anni – non hanno contestato tanto i contenuti della bozza di riforma, che apporterebbe drastici tagli al programma assistenziale Medicaid, quanto alle modalita’ scelte dalla leadership repubblicana per tentare di far avanzare al riforma. L’ennesimo fallimento del Partito repubblicano, dopo la disfatta dello scorso luglio, ha suscitato la rabbiosa reazione di molti gruppi conservatori: “Con il controllo assoluto dell’esecutivo e di entrambi i rami del parlamento, la maggioranza repubblicana non e’ neanche capace di passare una bozza di legge che revochi parte dell’Obamacare”, ha dichiarato ieri Jenny Beth Martin, co-fondatrice dell’organizzazione conservatrice Patrioti dei Tea Party: “Il popolo americano ha un messaggio semplice per i politici che infrangono le promesse: se non siete in grado di mantenere la parola data, troveremo qualcun altro che lo faccia”.

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Venezuela, l’opposizione denuncia scorrettezze del governo, il dialogo finisce prima di iniziare

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Il tavolo sembra saltare ancora. Le opposizioni al presidente venezuelano Nicolas Maduro, riunite sotto il cartello della Mesa de unidad democratica (Mud), hanno deciso di non partecipare a un nuovo round negoziale con il governo per aprire un processo di pace nel paese. “Mancano i requisiti minimi per l’accordo”, fa sapere il capo negoziatore della Mud Luis Florido. Le opposizioni denunciano la mancanza di condizioni chiare per aprire i colloqui promossi da un pugno di ex capi di Stato e di governo riuniti attorno alla figura di Jose’ Luis Rodriguez Zapatero. Sarebbero servite garanzie sulla liberazione dei prigionieri politici, un calendario chiaro sulle tappe delle elezioni generali e, soprattutto, non sono piaciute le ultime richieste avanzate dal governo. La squadra di Maduro aveva chiesto alle opposizioni di riconoscere l’Assemblea nazionale costituente, l’organo voluto dal governo contro il parere di buona parte del paese e di molte cancellerie estere: un parlamentino che di fatto si sostituisce all’Assemblea nazionale, controllata dalle opposizioni e da tempo non riconosciuta dal governo. Chiedere alla Mud di “riconoscere la Assemblea nazionale costituente e’ cercare di piegarla su una delle rivendicazioni centrali della sua denuncia nazionale e internazionale della rottura dell’ordine democratico e costituzionale in Venezuela”, scriveva il quotidiano “El Universal” in un editoriale, critico anche rispetto all’idea che il governo avesse posto pubblicamente e in modo unilaterale una precondizione “che sarebbe dovuta rimanere nell’ambito della confidenzialita’ proprio del dialogo preliminare”. “Non ci prestiamo a uno show del governo. Anche se abbiamo le migliori intenzioni di avanzare, non possiamo fare le cose male”, ha detto Florido. E mentre la Mud chiama il paese a riprendersi i suoi spazi alle elezioni amministrative del prossimo 15 ottobre, sula crisi venezuelana incombe il peso della pressione internazionale. Dopo aver proibito a una serie di funzionari di Caracas l’ingresso negli Stati uniti, il presidente Donald Trump ha espresso la “speranza” che gli “amici” dell’Unione europea possano allungare la lista di paesi che emettono sanzioni contro “il regime di Maduro”. Lo ha detto avendo dinanzi a se’ il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy, apertamente critico del governo bolivariano e per questo “ringraziato” dall’inquilino della Casa Bianca. Nelle stesse ore l’ambasciata Usa a Caracas informava di un rafforzamento delle misure di sicurezza per gli spostamenti dei suoi dipendenti, dovuta tra l’altro “alla crescente preoccupazione” per il sequestro di un uomo della sicurezza che viaggiava in una macchina con targa diplomatica.

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Usa, duro colpo per la leadership Repubblicana, un outsider vince le primarie nell’Alabama

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – L’ex giudice della Corte Suprema statale Roy Moore si e’ aggiudicato martedi’ le primarie del Partito repubblicano in vista delle elezioni per il seggio lasciato vacante al Senato federale Usa dal procuratore generale Jeff Sessions. Moore, un outsider noto per il suo conservatorismo cristiano, ha battuto il candidato sostenuto dall’establishment repubblicana e dal presidente Donald Trump, Luther Strange. Lunedi’, alla vigilia del voto, e’ sceso in campo a sostegno di Moore l’ex capo della strategia della Casa Bianca Steve Bannon, figura di riferimento della “Destra alternativa” statunitense. “Pensano non siate altro che bifolchi”, ha tuonato Bannon durante un comizio a Fairhope, riferendosi alla leadership repubblicana. “Domani avrete l’opportunita’ di dir loro cosa pensate delle elite che governano questo paese”. E in effetti, il giorno successivo le cose sono andate proprio cosi’: Trump, convinto a schierarsi per Strange nel tentativo di mantenere un residuo di lealta’ da parte del Partito repubblicano, ha incassato una sconfitta; gia’ lunedi’, subodorando l’esito del voto, il presidente aveva iniziato pero’ a smarcarsi, tendendo la mando a Moore. La vera sconfitta, pero’, e’ quella subita dall’establishment del Partito, che si era speso anche economicamente per garantire la nomina di Strange, ed ha invece rimediato una nuova umiliazione. Dopo il voto di ieri, la destra alternativa si prepara dunque ad una battaglia a tutto campo contro la leadership del Partito repubblicano alle elezioni di medio termine del prossimo anno, e molti dei senatori conservatori che dovranno battersi per la rielezione sono gia’ pronti a un cambio di orientamento, convinti che la campagna di Moore rappresenti un modello di successo: sostegno a Trump, a patto che questi torni sui suoi passi recuperando la linea populista che ha caratterizzato la sua campagna elettorale dello scorso anno, e che dismetta il dialogo con il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnel.

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Catalogna, i rischi per l’ordine pubblico, l’operazione “prosciutto” e le parole di Trump

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Nessuna delle due parti sembra cedere, e l’avvicinarsi del referendum istituzionale voluto dalla Catalogna per separare la regione dal resto della Spagna aumenta le tensioni e i rischi per l’ordine pubblico nel paese. la procura generale di Barcellona ha chiesto ai Mossos d’esquadra, la polizia regionale, di transennare tutti i locali che potrebbero essere utilizzati per le operazioni di voto. Impresa, spiegano fonti della polizia alla testata “La Vanguardia”, materialmente impossibile da portare a compimento e che potrebbe causare seri problemi di ordine pubblico. L’ordine della procura sollecita i Mossos a recintare i locali nel raggio di 100 metri, allontanando le persone che si potrebbero trovare nel perimetro, chiedendone i documenti e sequestrando tutto cio’ che possa essere ritenuto utile allo svolgimento della consultazione sospesa in via cautelare dalla Corte Costituzionale spagnola​. Di piu’, le transenne dovranno essere “visibili ed efficaci” fatte di materiale che resista alle forzature e con un cartello che avverta delle conseguenze penali in caso di violazione del sigillo. Il tutto dovra’ essere fatto entro sabato 30 settembre e, osserva la testata, siccome i seggi potrebbero essere allestiti in gran parte nelle scuole, le operazioni potrebbero partire solo dopo la fine delle lezioni di venerdi’. E per prevenire altre sorprese, alla polizia viene chiesto anche di vigilare che nessuno voti “in altri locali degli stessi palazzi” prescelti o “nelle immediate vicinanze”. I Mossos, capitanati da Josep Lluis Trapero – uomo di recente nomina e considerato sensibile alla causa indipendentista – sanno gia’ di non potercela fare, scrive il quotidiano: “di certo domenica ci dovrebbero essere 6.300 seggi in tutta la regione” e per vigilare la situazione non basterebbero neanche gli aiuti promessi di altri corpi di polizia in caso di necessita’. Ed e’ proprio all’arrivo di effettivi dal resto della penisola che hanno pensato i componenti di Somatempos, organizzazione “catalanista, non indipendentista” che – racconta il quotidiano “El Mundo” – ha dato il via all’operazione “Jamon”: offrire agli uomini delle forze di sicurezza, gia’ nel mirino della protesta anti governo centrale, generose doti del rinomato prosciutto nazionale. Un assaggio di “felicita’” per chi si appresta a lasciare le proprie famiglie e resistere a giorni di passione. L’altra polemica del giorno riguarda l’iniziativa portata avanti da Assemblea Nacional Catalana (Anc) e da �’mnium Cultural, associazioni che si battono – rispettivamente – per l’indipendenza della regione e per la difesa della lingua catalana. “El Mundo” segnala che le due sigle hanno lanciato una campagna per “idenitficare i non indipendentisti e gli indecisi al fine di convincerli ad andare al voto” con una serie di argomenti preparati su misura per ognuna delle categorie individuate. La procura generale catalana, come capita da giorni, ha dato istruzioni per avviare un’indagine. Un netto pronunciamento contrario al referendum arriva dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, riunito ieri con il capo dell’esecutivo spagnolo Mariano Rajoy. La Spagna “deve essere e rimanere unita”, e separare la regione sarebbe “una sciocchezza”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca. Fonti della presidenza spagnola sentita da “El Pais” assicurano che il governo e’ “pienamente soddisfatto” dalle parole del magnate.

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Regno Unito, Tusk apprezza il superamento della strategia della “botte piena e della moglie ubriaca”

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, riferisce il “Financial Times”, in visita a Londra per un colloquio privato a Downing Street con la premier del Regno Unito, Theresa May, ha espresso apprezzamento per il tono “costruttivo e realistico” del discorso di Firenze della scorsa settimana, ma ha avvertito che molto lavoro deve ancora essere fatto per superare lo stallo nei negoziati. Anche a Bruxelles, dove e’ in corso il quarto round negoziale, l’atmosfera e’ apparsa piu’ distesa. Al centro del discorso di Firenze ci sono la richiesta di un periodo di transizione di due anni e l’offerta di un contributo di venti miliardi di euro per coprire il buco di bilancio del 2019-20. La Gran Bretagna, pur non essendo piu’ un paese membro, di fatto resterebbe nell’Ue fino al 2021, continuando a seguirne tutte le regole. Tusk ha auspicato che l’intervento della scorsa settimana possa segnare la fine della “teoria della botte piena e della moglie ubriaca”, il “lasciare la torta intatta e mangiarla” per usare l’espressione britannica, pronunciata dal segretario agli Esteri, Boris Johnson. Tusk ha comunque ribadito di ritenere la Brexit una cosa negativa e che bisogna agire soprattutto per “contenere i danni”. A suo parere allo stato attuale non sono stati compiuti “sufficienti progressi” nelle trattative sui termini del divorzio per poter passare alla seconda fase, l’accordo commerciale. Oltre agli obblighi finanziari, i punti cruciali sono i diritti dei cittadini comunitari e la frontiera tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda. E’ improbabile che i nodi vengano sciolti prima del Consiglio europeo del mese prossimo. May, tuttavia, potrebbe essere ricompensata per il nuovo approccio: il capo negoziatore della Commissione europea, Michel Barnier, sta parlando coi governi nazionali dell’ipotesi di un ampliamento del suo mandato, che gli consentirebbe di avviare una prima discussione sulla transizione, contestualmente a quella sul divorzio, e arrivare a una conclusione nel Consiglio europeo di dicembre.

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Regno Unito, Corbyn sfida May a “rimettersi in sesto o fare strada” a un governo del Labour

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Jeremy Corbyn, segretario del Labour, principale partito di opposizione del Regno Unito, riferisce il quotidiano britannico “The Guardian”, chiudera’ oggi il congresso annuale, a Brighton, insistendo sulla credibilita’ come forza di governo e attaccando quello in carica. Il leader politico accusera’ i conservatori di condurre in modo inadeguato i negoziati sull’uscita dall’Unione Europea: “I Tory sono piu’ interessati a posizionarsi per vantaggi personali che a ottenere il miglior accordo per la Gran Bretagna. Mai l’interesse nazionale e’ stato servito cosi’ male in una questione cosi’ vitale”. Quindi lancera’ all’esecutivo di Theresa May un ultimatum: “Rimettiti in sesto o fatti da parte”. “Restiamo all’opposizione per il momento. Ma siamo diventati un governo in attesa. E il nostro messaggio al paese non potrebbe essere piu’ chiaro: il Labour e’ pronto”, dichiarera’ Corbyn, sostenendo che il programma elettorale laborista e’ diventato “il nuovo buon senso” nella politica nazionale, in una societa’ “resa piu’ brutale” per “la crescente disuguaglianza, lo svuotamento dei servizi pubblici e il disprezzo per gli impotenti e i poveri”. Nel suo intervento, il numero uno del Labour parlera’ anche dell’impatto della rivoluzione tecnologica, in particolare delle conseguenze per l’occupazione: “Dobbiamo affrontare con urgenza la sfida dell’automazione, della robotica, che potrebbe rendere ridondante gran parte del lavoro di oggi. E’ una minaccia in mani avide, ma un’opportunita’ se gestita nell’interesse della societa’ nel suo insieme. Se programmato e gestito adeguatamente, il cambiamento tecnologico accelerato puo’ essere la porta per un nuovo assetto tra lavoro e tempo libero, un trampolino di lancio per un’espansione della creativita’ e della cultura, per rendere la tecnologia nostra serva e non padrona”, dira’ Corbyn. Il leader, infine, annuncera’ una nuova ondata di devolution sotto un governo laborista: “I nostri diritti di cittadini sono importanti quanto quelli che abbiamo come consumatori. Il potere sara’ trasferito alle comunita’, non monopolizzato da Westminster e Whitehall”. “Fate in modo che il prossimo governo del Labour trasformi la Gran Bretagna”, sara’ il suo appello finale.

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Francia, Macron presenta la sua ambiziosa roadmap per l’Europa

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Il presidente Emmanuel Macron ha scelto il grande anfiteatro della Sorbona per svelare il suo piano per rifondare l’Europa, ventisei anni dopo il dibattito che aveva contrapposto in quello stesso luogo il presidente Francois Mitterrand e Philippe Seguin, l’allora capofila del no al referendum sul trattato di Maastricht. Sulla scia del suo discorso di Atene, dello scorso 7 settembre, il capo dello stato ha auspicato una riconciliazione tra l’Europa e i suoi cittadini, con l’obiettivo di sottrarre consenso ai populisti. Per farlo, Macron ha presentato un piano ambizioso per i prossimi 10 anni, con 20 proposte concrete: tra queste, un’Europa della difesa, convergenza fiscale e sociale, estensione del programma Erasmus, rilancio di un progetto di tassazione sulle transazioni finanziarie. Il presidente francese ha evocato un’Europa a piu’ velocita’ che permetta ad alcuni paesi di avanzare senza essere paralizzati dagli altri, e dove il Regno Unito possa trovare il suo posto, nonostante la Brexit. Nel suo discorso Macron ha evitato di fare proposte troppo specifiche sulla zona euro, tema sensibile aldila’ del Reno, limitandosi a ribadire la necessita’ di un budget comune per l’eurozona, da utilizzare per finanziare investimenti o per compensare shock asimmetrici, come le catastrofi naturali. Il rilancio dell’integrazione politica ed economica e’ una priorita’ per Parigi, ma delineando i dettagli il capo dell’Eliseo rischia di esporsi a un no secco di Berlino. Macron e’ stato evasivo anche sull’attribuzione di un ministro delle Finanze e dell’Economia della zona euro; figura che i tedeschi concepiscono come un guardiano delle regole del patto si stabilita’ e di crescita, a differenza dei francesi, che vogliono un coordinatore delle politiche economiche dell’eurozona. Nessun cenno, invece, all’idea di creare un parlamento della zona euro; un’idea avanzata a piu’ riprese ma che ha ricevuto un’accoglienza fredda a Berlino e Bruxelles, dove si ritiene che il parlamento europeo sia piu’ che legittimo e sufficiente per trattare temi relativi alla moneta unica. Il presidente francese ha poi ribadito la sua proposta di una convergenza fiscale con la Germania, auspicando un integrazione “totale” delle due economie di qui al 2024.

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Germania, Steinmeier, mantenere coesione sociale

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, dopo le elezioni in Germania, cosi’ si e’ espresso in merito al risultato delle stesse: “Non possiamo passare facilmente al centro dell’agenda politica dopo queste elezioni e non dobbiamo dividerci come societa’”. Il Presidente pur sottolineando “il rifiuto di ogni forma di antisemitismo e della xenofobia” ha sollecitato il rispetto delle regole “incluso quello per gli avversari politici e di pensiero”. Ha poi richiamato tutti i tedeschi a “scuotersi dalla propria nicchia” e di unirsi per una maggiore coesione: “Sono fiducioso che possiamo farcela”, ha aggiunto. Le dichiarazioni sono state fatte in occasione di un incontro programmato con il Presidente albanese. In merito al risultato delle elezioni tedesche ha espresso preoccupazione il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Israele e’ preoccupata per il crescente antisemitismo degli ultimi anni che e’ cresciuto sotto elementi politici di destra, come di sinistra e islamici”, ha dichiarato lo scorso martedi’ dopo una telefonata con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Anche il leader parlamentare socialdemocratico Thomas Oppermann ha messo in guardia da un possibile antisemitismo: “Il Bundestag e’ luogo di parola e discussione, di dibattito intellettuale”, ha dichiarato. E ha poi aggiunto: “Il razzismo, la xenofobia non saranno permessi ai singoli membri del Parlamento”, con chiaro riferimento ai membri dell’AfD (Aternative fuer Deutschland).

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Cantieri Stx, possibile alleanza fra giganti della cantieristica franco-italiana

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – L’industria europea della Difesa si consolida sui mari, ma questa volta senza la Germania. Francia e Italia stanno infatti negoziando l’unione della loro cantieristica civile e militare. Come confermato da fonti governative francesi al quotidiano “Handelsblatt”, un accordo deve essere firmato al vertice bilaterale in programma per oggi a Lione. L’accordo includera’ sul versante italiano la Fincantieri, e su quello francese i cantieri civili Stx di Saint-Nazaire e Naval Group (ex-Dcns). Fincantieri, che si era aggiudicata il 66 per cento di Stx prima che il nuovo governo francese procedesse alla nazionalizzazione dei cantieri, ne rilevera’ invece il 51 per cento. L’unione nel campo della difesa dovrebbe invece scattare tramite la successiva integrazione con l’unita’ navale di superficie di Naval Group. Se l’unione andra’ in porto, scrive “Handelsblatt”, la cantieristica tedesca si trovera’ di fronte a un avversario formidabile. Diversi tentativi di fusione con Dcns erano gia’ stati tentati dalla tedesca Marine Systems ThyssenKrupp, ma erano falliti, in parte a causa della scarsa sinergia tra un gruppo privato come quello tedesco e uno statale come quello francese. Tuttavia l’esperienza delle fusione tra la tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) e la societa’ pubblica francese Nexter ha dimostrato che questo non e’ un ostacolo insormontabile. Il problema piu’ grande nel settore della difesa sono invece le diverse regole nazionali d’esportazione di armi. Se l’accordo franco-italiano andra’ in porto, il nuovo gruppo diventera’ leader a livello civile e militare in Europa. Insieme, le compagnie navali potranno realizzare economie di scala e diventare piu’ competitive sul mercato assai redditizio ma altamente competitivo, delle navi da crociera e di quelle da guerra. L’industria tedesca, per il momento, sta facendo solo da spettatrice, e gia’ si preannunciano problemi per cantieri come quello Meyer di Oldemburg che produce navi da crociera. I cantieri Stx posseggono bacini a secco le cui dimensioni consentono la produzione di navi da guerra di grandi dimensioni, come le portaelicotteri. Fincantieri e’ uno dei principali fornitori di grandi navi da crociera, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro, mentre Stx costruisce le piu’ grandi navi di lusso al mondo, a Saint Nazaire. La divisione militare di Fincantieri fattura un miliardo di euro. L’azienda e’ per i tre quarti proprieta’ dello Stato ed e’ il piu’ grande gruppo navale italiano ed europeo. La Francia si e’ aggiudicata recentemente una commessa dal Qatar per la costruzione di 4 corvette e due navi da pattugliamento, per 4 miliardi di euro. Naval Group ha fatturato nel 2016 3,2 miliardi di euro, quasi interamente nel settore degli armamenti. Il business delle energie rinnovabili (turbine acquatiche) e’ ancora in fase di sviluppo. Nel 2016 ha inoltre ottenuto il “contratto del secolo” aggiudicandosi la costruzione di 12 sottomarini per la Marina australiana, per un valore di 34 miliardi di euro. Anche la ThyssenKrupp aveva provato ad aggiudicarselo, ma ha fallito essendo il gruppo tedesco piu’ orientato ai sottomarini da caccia di piccolo taglio. Stx ha un giro di affari di circa 2 miliardi di euro. Fincantieri non costruisce sottomarini, ma corvette e fregate che raggiungono i 150 metri di lunghezza, quasi le dimensioni di un cacciatorpediniere. In Germania tali tipi di navi sono costruiti dai cantieri ThyessenKrupp e dalla Luerssen assieme. Gli italiani non hanno dubbi circa la possibilita’ di giungere a un accordo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha piu’ volte incontrato a Roma il ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, e con quello dell’Industria, Carlo Calenda. Fincantieri e Naval Group hanno gia’ cooperato in precedenza sviluppando due generazioni di fregate. Ci sarebbe un terzo giocatore in campo, il gruppo Leonardo, ex Finmeccanica. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha precisato con i suoi colleghi Padoan e Calenda, che un terzo dell’azienda francese appartiene alla Thales, concorrente di Leonardo nella fornitura di tecnologia aeronautica civile e militare e nel campo dell’ingegneria civile. Questo potrebbe costituire un problema per il futuro, in quanto Leonardo rischierebbe di vedersi relegata al ruolo di fornitore. La parte francese si e’ mossa compatta nell’affare, mentre quella italiana, ancora una volta, ha presentato una varieta’ di posizioni ed orientamenti, ha sottolineato l’economista italiano Claudio di Donato. Favorevole alla fusione si e’ detto Antoine Bouvier, alla testa del produttore missilistico franco-tedesco-inglese-italiano Mbda, che rifornisce entrambi i Paesi.

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Roma e Parigi verso accordo su dossier Fincantieri-Stx

27 set 11:15 – (Agenzia Nova) – Emmanuel Macron e il capo del governo italiano Paolo Gentiloni si incontrano oggi a Lione per un vertice che potrebbe portare a un accordo sulla vicenda Fincantieri-Stx. Dopo settimane di tensione i negoziati sembrano ormai orientati verso una larga alleanza tra Naval Group, Stx France e Fincantieri, per un giro d’affari combinato di 9 miliardi di euro. Il quotidiano “Les Echos” parla di uno scambio di partecipazioni tra Naval Group e Fincantieri, in cui ciascuna societa’ ha offerto il 10 per cento del suo capitale. Il gruppo francese, guidato da Herve’ Guillou, otterrebbe anche il 15 per cento da parte di Stx, insieme allo Stato francese, che detiene una partecipazione del 33,6 per cento. Alla vigilia dell’incontro l’Eliseo si e’ detto molto ottimista sulla possibilita’ di trovare un accordo. Anche i governo italiano si e’ mostrato fiducioso. A inizio settimana il ministro alla Sviluppo economico Carlo Calenda ha dichiarato che “sussistono le condizioni per arrivare a un’intesa”. Il dossier ha conosciuto diversi ostacoli, motivati dal tentativo dello stato francese di mantenere il controllo sugli ultimi cantieri navali del paese, considerati strategici, sia in termini di occupazione che di Difesa. Il sito di Saint-Nazaire, dove si costruiscono navi da crociera, ma anche navi militari, occupa 2.600 dipendenti, dando lavoro complessivamente a 5 mila persone. Tutto inizia nel 2016, quando i cantieri navali Stx France vengono messi in vendita. Fincantieri, unico candidato all’acquisizione, ottiene il via libera dal governo di Francois Hollande. Secondo l’accordo negoziato agli italiani spetta il 55 per cento di Stx contro il 45 per cento dei francesi. Il 19 maggio Fincantieri firma un accordo per acquisire la partecipazione per un totale di 79,5 milioni di euro. Ma il governo di Roma non aveva fatto i conti con il cambio al vertice dell’esecutivo di Parigi. Fresco di elezione Macron ha chiesto di rivedere al rialzo al partecipazione francese, fino ad arrivare al 50 per cento; richiesta osteggiata dall’esecutivo italiano, che ha insistito per detenere almeno il 51 per cento del capitale e il controllo del consiglio di amministrazione. La crisi scoppia a fine luglio con la nazionalizzazione temporanea di Stx France.

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