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REPowerEU: per portare le rinnovabili al 45% serviranno almeno 1.000 miliardi di euro di investimenti

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Quanto dovremmo spendere davvero per aumentare le rinnovabili, realizzando nuovi impianti e nuove reti? E per il gas? E l’idrogeno, soprattutto quello green? La Commissione europea deve spiegare meglio il percorso di decarbonizzazione e anche di ricerca di nuovi fornitori globali di risorse energetiche come il gas. Le stime del gap.

Indipendenza e sostenibilità energetica, quanto ci costi?

Garantire una maggiore indipendenza e sicurezza energetica all’Unione europea, abbandonando le forniture russe di combustibili fossili (il 66% in meno già a fine 2022), elettrificando i consumi, rivolgendosi in maniera crescente alle fonti energetiche rinnovabili e migliorando i livelli di efficienza energetica.

Gli obiettivi chiave del programma REPowerEU sono questi, con un piano di investimenti di 300 miliardi di euro circa, con cui portare le rinnovabili al 45% del mix energetico entro il 2030.

Grandi obiettivi, tutti condivisibili, che al momento però appaiono difficili da raggiungere, almeno nel breve termine. Per aumentare la capacità delle rinnovabili serviranno molte risorse finanziarie, perché bisognerà realizzare nuovi impianti, nuove reti e soprattutto sistemi di accumulo efficienti.

Questo significa che l’intero sistema energetico europeo andrà rapidamente riaggiustato, ampliato e innovato, con uno sforzo finanziario che secondo Rystad Energy potrebbe superare i 1.000 miliardi di euro entro la fine del decennio.

Rinnovabili, un percorso obbligato (ma serve una corsia preferenziale)

Ad esempio, per il solare fotovoltaico l’obiettivo è arrivare a 320 GW di capacità entro il 2025 e quasi 600 GW entro il 2030, il che potrebbe consentire all’Ue di sostituire in blocco 9 miliardi di metri cubi di gas.

Al momento mancano 131 GW di capacità solare installata per rispettare il primo traguardo al 2025, cioè 44 GW all’anno, con la velocità attuale.

Partendo dal costo medio per il solare fotovoltaico di 1,1 milioni di euro a MW di capacità installata, da qui al 2030 serviranno 452 miliardi di euro di investimenti.

Per portare le rinnovabili al 45%, inoltre, bisognerà fare leva anche sull’eolico, ma dal programma non emergono indicazioni chiare. Secondo lo studio, serviranno tra 450 e 490 GW di capacità installata nei prossimi anni, per altri 820 miliardi di euro di spesa.

I colli di bottiglia

Bruxelles ha spiegato che ad oggi ci sono già 225 miliardi di euro in prestiti sul piatto e che però serviranno ulteriori risorse per 300 miliardi di euro.

Secondo i ricercatori mancano delle riflessioni di base sul livello di spesa reale che un programma del genere comporta, perché si parla anche di altre infrastrutture per il gas e principalmente per l’idrogeno, in particolare quello verde, che ha bisogno di una grande quantità di elettrolizzatori e certamente di energia elettrica generata dal solare o l’eolico.

Il documento pubblicato da Rystad pone l’accento sul gap di spesa, non sulla necessità di maggiore energia pulita. Le fonti rinnovabili sono davvero l’unica via praticabile per facilitare sia l’indipendenza energetica, sia la sostenibilità e la sicurezza delle forniture.

Ci sono però dei colli di bottiglia da affrontare, sia in termini di ricerca delle risorse finanziarie, sia di rallentamenti burocratici per le nuove installazioni. Oggi, la risposta alla richiesta di autorizzazione per un nuovo impianto solare o eolico potrebbe richiedere fino a 9 anni di attesa. Decisamente troppo viste le sfide che stiamo affrontando.

Gli strumenti del REPowerEU

Per superare almeno questo aspetto, si legge nel documento, è possibile dichiarare le rinnovabili “materia di interesse pubblico prevalente. Questo garantirebbe la massima priorità ai progetti per le rinnovabili, riducendo i tempi e apportando grandi vantaggi in termini di neutralità climatica del vecchio continente.

Un’altra valida strada sono le cosiddette aree “go-to, tramite cui velocizzare l’iter amministrativo per il via libera ai progetti per le rinnovabili. Due misure semplici, che la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha già annunciato di aver inserito nel REPowerEU.

Gas, in autunno rischiamo una crisi ancora più forte

Sempre secondo Rystad, la risposta alla crisi energetica non passa certo per il gas liquido o GNL. La crescita esponenziale della domanda di questo combustibile fossile supera di gran lunga l’offerta mondiale, in questo momento.

La domanda di GNL potrebbe raggiungere le 436 milioni di tonnellate a fine 2022, superando l’offerta globale pari a 410 milioni di tonnellate. Un dato che allarma e che secondo gli esperti potrebbe impattare negativamente sul mercato europeo già nel prossimo autunno/inizio inverno, creandoci non pochi problemi di approvvigionamento.

Al momento la capacità di stoccaggio del gas in Europa è pari a 1112 TWh. L’obiettivo è raggiungere l’80% di riempimento degli stoccaggi entro il 1° novembre 2022.