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Remote working, i pro e i contro (soprattutto per le donne) del lavoro da casa

di Sarah Tamburrini |

Il “remote working” sopravvivrà nello scenario post Covid-19 e verrà attuato come forma di lavoro permanente?

Lavorare da casa? Una disgrazia per alcuni, un sogno che altri, che è diventato realtà con il caos creato dall’emergenza Covid-19 che ha svuotato gli uffici e rivoluzionato il mondo del lavoro.  

Covid-19 e remote working

Il Covid-19 ha portato sempre più dipendenti a sperimentare il “remote working” (telelavoro) trasformando le proprie case in veri e propri uffici. Parliamo di remote working e non di smart working, perché di smart non ha proprio nulla: si fanno semplicementre le stesse cose ma in un luogo diverso.

Si tratta di un cambiamento radicale per molti, se si confrontano i dati delle persone che lavorano da remoto prima e durante l’emergenza.

Prima del Covid-19 lavoravano in “remote working” soltanto 221.175 italiani, mentre ora quasi 2 milioni di dipendenti italiani sono costretti a lavorare a distanza secondo il Ministero del Lavoro.

La crisi creata dal Covid-19 ha, come è noto, reso il lavoro da remoto una necessità per molte società per tutelare la salute dei propri dipendenti. Anche in considerazione delle responsabilità penali dell’azienda in caso di contagio.

Remote working: i pro

Ma quali sono i benefici per chi lavora da remoto? Innanzitutto l’essere flessibili, che è anche un grande vantaggio per chi lavora da casa.

Avere la possibilità di lavorare dove si desidera e trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro sono alcuni dei benefici offerti dal lavoro a distanza.

Inoltre, con questa modalità si può risparmiare molto tempo. Il tempo che prima veniva impiegato per gli spostamenti casa-lavoro, contribuendo allo stress del dipendente, potrebbe essere impiegato in altre attività.

Avere dipendenti meno stressati dal traffico, dalle diverse regole da rispettare o dai colleghi irritanti significa anche avere persone più produttive e più attente nel lavoro che svolgono.

Lavorare da casa porta anche a risparmiare dei soldi che prima venivano spesi tra carburante e mezzi pubblici.

Non ci sono dubbi che il “remote working” ha molteplici vantaggi per i dipendenti, ma anche per le aziende che si ritrovano con lavoratori più produttivi, un risparmio riducendo i costi immobiliari e la possibilità di assumere chiunque.

Ma non sono sole le aziende o i dipendenti a trovare dei vantaggi in questa forma di lavoro.

Riducendo il traffico e la mobilità urbana, l’ambiente potrà trarne i suoi benefici con la riduzione delle emissioni di CO2.

I lati negativi

Tutti questi elementi ci potrebbero far venire voglia di iniziare a lavorare da remoto immediatamente? Certamente si, ma ovviamente ci sono anche diversi aspetti negativi del “remote working.

Molte persone si sono trovate in difficoltà nel gestire il tempo tra lavoro e vita privata. Un altro inconveniente è il sentirsi soli non avendo contatti reali con gli altri dipendenti. Restare tutto il giorno dentro casa per lavorare può diventare soffocante in quanto la propria casa si trasforma in ufficio e ci si sente un po’ come sempre a lavoro. Inoltre, le distrazioni che si possono avere a casa sono molteplici rispetto ad un ufficio.

I problemi per le donne

Bisogna anche considerare le difficoltà che diverse famiglie possono incontrare lavorando a distanza, soprattutto le donne.

Tra telelavoro e faccende domestiche le mamme italiane potrebbero ritrovarsi a lavorare il doppio.

Avere tutta la famiglia in casa potrebbe essere un grande ostacolo per molti dipendenti a distanza.

La ricerca #IOLAVORODACASA condotta da Valore D rivela che una donna su tre lavora più di prima.

Il “remote working” potrebbe rappresentare una svolta nella distribuzione dei carichi familiari che spesso gravano sulle donne.

Anche se il telelavoro è diventato popolare diverse aziende hanno deciso di non attuare questa modalità di lavoro, opponendo una qualche resistenza a questa rivoluzione delle abitudini lavorative.

Oltre alle difficoltà tecniche e a ragioni di sicurezza, diversi manager hanno dato un peso maggiore agli ostacoli che si possono avere lavorando da remoto.

Lavorare a distanza può deconcentrare i dipendenti rendendoli meno produttivi nel lavoro svolto.

I concetti di collaborazione, la creazione di un team e la cultura aziendale potrebbero essere messi, secondo loro, in serio pericolo.

Anche se esistono tali aspetti negativi del lavoro remoto, i risparmi che si hanno sono concreti e potrebbero invogliare molte aziende che in futuro potrebbero decidere di attuare questa modalità come forma permanente o comunque maggioritaria all’interno del personale.

Il remote working come lavoro del futuro

Grazie alle tecnologie disponibili il “remote working” potrebbe diventare il lavoro del futuro.

Ma il lavoro da casa, per chi non vi è abituato, potrebbe dar luogo anche a gaffe di vario genere.

Molte persone non abituate a lavorare a distanza ci hanno strappato un sorriso durante questa quarantena con le loro figuracce pubblicate sui diversi giornali e social network.

Ne abbiamo viste di tutti i colori come il giornalista dell’ABC Will Reeve che è apparso senza pantaloni durante una collegamento da casa con il famoso programma americano Good Morning America, o la gaffe del giornalista spagnolo Alfonso Merlos dietro le cui spalle, mentre è in diretta da casa, passa una donna nuda. Per non parlare delle persone che lavorano in pigiama o giornalisti interrotti dai propri animali domestici o figli.

Questi video imbarazzanti ma anche divertenti, stanno ormai facendo sorridere il web spingendo molti giornali a scrivere vademecum per evitare figuracce durante il “remote working”.

Insomma, come tutte le cose il lavoro a distanza ha i suoi pro e i suoi contro.

Ma la domanda fondamentale è: il “remote working” sopravvivrà nello scenario post Covid-19 e verrà attuato come forma di lavoro permanente? Staremo a vedere, ma i primi segni dicono proprio di si.