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Referendum indipendenza Catalogna, Riforma del codice fiscale Americano, La Francia riduce la pressione fiscale, Crisi migranti

Catalogna, Spagna chiama i soci Ue: impedire l’arrivo di gruppi violenti per il referendum

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – I paesi europei conoscono perfettamente la crisi politica e sociale che vive la Spagna dinanzi alla sfida secessionista delle autorita’ catalane”. E, scrive il quotidiano “El Pais”, “la consolidata collaborazione tra Juan Ignacio Zoido, ministro degli Interni di Spagna, e i suoi colleghi di tutti i paesi soci della Ue – cementata nella lotta contro il terrorismo – rende piu’ facile lo scambio di informazioni”. Una rete nella quale si sarebbero gia’ raccolte prove dell’arrivo, nel fine settimana, di “gruppi radicali antisistema” in Catalogna. Le autorita’ locali impegnate in un durissimo braccio di ferro sono convinte di poter celebrare proprio domenica 1 ottobre il referendum per la separazione dal resto della Spagna. “Questi gruppi provengono da almeno tre paesi e sono gia’ nel radar delle autorita’ europee”, secondo quanto apprende il quotidiano spagnolo. Madrid e’ preoccupata per la possibile piega di violenza che potrebbe prendere la giornata e lo sbarco di movimenti “caldi” e’ tenuto particolarmente sott’occhio. “Le migliaia di membri dei corpi di sicurezza che saranno da giovedi’ in catalogna, con un rinforzo speciale tra venerdi’ e domenica, cercheranno di evitare che ci siano problemi di ordine pubblico. Il primo passo e’ la prevenzione, per cui si considera fondamentale la collaborazione con i soci europei, molto stretta nel caso di Francia e Italia, oltre che la strategia congiunta che hanno tutti i ministri degli Interni Ue nella lotta antiterrorismo e contro la criminalita’ organizzata”. Certo, bisogna fare i conti con “il rispetto alla libera circolazione” che vige in Europa, ma gia’ in altre occasioni, e in altri paesi, si “e’ impedita l’entrata” di “gruppi organizzati che volevano approfittare degli appuntamenti politici internazionali per mettere in scena le loro proteste”. A questo si aggiunge la necessita’ di tenere sotto controllo i toni piu’ squisitamente politici, segnala il quotidiano riportando la decisione del Partito popolare al governo – ma anche dei socialisti all’opposizione e dei centristi Ciudadanos che forniscono appoggio esterno all’esecutivo – di evitare presenze troppo visibili nelle manifestazioni che si succedono in queste ore.

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Usa, Trump e i Repubblicani si imbarcano in una ambiziosa riforma del Codice fiscale

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e i leader repubblicani di Camera e Senato federali hanno sfoggiato una inusuale unione d’intenti giovedi’, annunciando pubblicamente l’attesissimo piano di riforma del Codice fiscale Usa. Il piano, che i Repubblicani tenteranno di approvare entro la fine dell’anno, anche per lasciarsi alle spalle lo smacco della mancata riforma della sanita’, e’ stato definito dal presidente Trump “un cambiamento rivoluzionario” che dara’ impulso alla crescita economica e ai redditi dei lavoratori statunitensi. “Sara’ il taglio della pressione fiscale piu’ massiccio nella storia del nostro paese”, ha assicurato il presidente durante un comizio nello Stato dell’Indiana. Da Washington gli ha fatto eco il presidente della Camera, Paul Ryan, che ha rivolto un avvertimento ai parlamentari repubblicani: “Per tutti noi si tratta di un momento decisivo. Abbiamo quest’unica opportunita’ di portare a casa il risultato”. Le linee guida presentate ieri dai Repubblicani prevedono, tra le altre cose, la riduzione dell’aliquota massima sui redditi delle persone fisiche al 35 per cento: un punto che ha prontamente innescato le accuse dei Democratici e di larga parte della stampa Usa, che accusano Trump e i Repubblicani di voler fare gli interessi dell’un per cento piu’ ricco della popolazione Usa. Il nucleo dell’ambiziosa riforma promossa dai Repubblicani, pero’, e’ la riduzione dell’aliquota a carico delle aziende, dal 35 al 20 per cento: un obiettivo che Trump ha definito ieri “una linea rossa invalicabile”. la proposta repubblicana propone anche la detrazione completa dalle imposte delle spese sostenute dalle aziende in conto capitale. Quanto al reddito sulle persone fisiche, l’attuale sistema verrebbe semplificato, passando da sette aliquote a tre, rispettivamente del 12, 25 e 35 per cento. La presentazione della proposta ha innescato un immediato rialzo della borsa usa e un rafforzamento del dollaro rispetto alle altre divise.

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Usa, Trump trova nel Canada il “ventre molle” su cui concentrale l’offensiva protezionistica

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha concentrato la battaglia retorica che accompagna il suo nazionalismo economico soprattutto a Messico e Cina. Il vero bersaglio del protezionismo commerciale dell’amministrazione Trump, sottolinea pero’ il “New York Times”, e’ il Canada, e lo dimostrano i dazi imposti al produttore di aerei di linea Bombardier, con sede a Ottawa. L’imposizione delle tariffe e’ formalmente motivato dagli aiuti di Stato di cui godrebbe l’azienda canadese; in realta’, scrive il quotidiano, la decisione di Washington di eleggere il Canada a Bersaglio di misure protezionistiche evidenzia gli ostacoli fronteggiati da Trump nel tentativo di ridefinire le norme del commercio globale. Prima e dopo la sua elezione alla Casa Bianca, lo scorso anno, Trump si e’ impegnato a riequilibrare il terreno della competizione economica e commerciale con Cina e Messico, puntando l’indice contro le pratiche di dumping di Pechino, e contro gli effetti del lavoro a basso costo del Messico sull’occupazione Usa. Intraprendere misure concrete contro la Cina, pero’, rischia di causare gravissimi danni alla catena di approvvigionamento globale, per non parlare poi del pericolo di infiammare le tensioni geopolitiche nell’area del Pacifico; per quanto riguarda invece il Messico, le relazioni sono gia’ avvelenate dallo scontro sui flussi migratori e la criminalita’ transfrontaliera. Di contro, scrive il “New York Times”, il Canada appare agli Usa il bersaglio ideale di misure punitive contro singoli attori industriali, dato il volume degli scambi reciproci, le dimensioni relativamente ridotte dell’economia canadese e la dipendenza economica e militare di Ottawa dagli Stati Uniti.

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Regno Unito, il provvedimento Usa contro Bombardier rischia di provocare rappresaglie

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – La decisione degli Stati Uniti di imporre tariffe punitive all’azienda aerea canadese Bombardier, riferisce il “Financial Times”, potrebbe innescare una guerra commerciale tra gli Usa, il Canada e il Regno Unito: sia Ottawa che Londra, infatti, minacciano ritorsioni contro la concorrente statunitense Boeing. Il segretario britannico alla Difesa, Michael Fallon, ha dichiarato: “Abbiamo contratti con Boeing per nuovi aerei di pattuglia marittima e per elicotteri d’attacco Apache, e ci sono offerte anche per altri lavori nella difesa e questo tipo di comportamento chiaramente potrebbe compromettere le future relazioni con Boeing”. La posizione del ministro e’ condivisa dalla premier, Theresa May, che ha ordinato ai suoi diplomatici al di la’ dell’Atlantico di avviare una campagna di persuasione per convincere Boeing a rinunciare all’azione legale. La posta in gioco e’ alta per la leader di Downing Street, perche’ il suo governo conservatore di minoranza dipende dal sostegno esterno del Partito unionista democratico (Dup) dell’Irlanda del Nord, che gode di un forte consenso nell’area di Belfast in cui opera Bombardier. Il costruttore canadese impiega circa quattromila lavoratori nei suoi quattro stabilimenti nordirlandesi, mille dei quali costruiscono le ali dei C Series, i jet regionali al centro della disputa. Bombardier e’ il piu’ grande datore di lavoro in citta’, da quando, nel 1989, rilevo’ Short Brothers. Secondo un editoriale non firmato, attribuibile alla direzione, le tariffe sono “irragionevoli”: se l’anno prossimo il verdetto preliminare sara’ confermato, sara’ sancita la possibilita’ di utilizzare il diritto commerciale per svantaggiare i concorrenti con i quali non si riesce a competere. E’ vero che i governi centrali e provinciali del Canada concedono sussidi per i quali hanno gia’ perso vertenze davanti all’Organizzazione mondiale del commercio, come del resto Boeing ha ricevuto miliardi di dollari dai contribuenti. Tuttavia, Boeing non produce modelli delle stesse dimensioni dei C Series che Delta ritiene opportuno acquistare.

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Regno Unito, Corbyn dichiara la fine del neoliberalismo e la centralita’ del Labour

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – Jeremy Corbyn, leader del Labour, principale partito di opposizione del Regno Unito, ha chiuso il congresso annuale, a Brighton, illustrando la sua visione ideologica per il futuro del paese e dichiarando finito il modello economico neoliberale introdotto da Margaret Thatcher. “Adesso siamo noi la corrente principale”, ha dichiarato, sottolineando la rottura con le politiche dell’era blairiana. Accolto con entusiasmo e parlando per oltre un’ora, il politico, riferisce il quotidiano britannico “The Guardian”, ha riservato al tema degli alloggi le proposte piu’ dettagliate, comprendenti, tra l’altro, tasse per i terreni non sviluppati e controlli sui canoni d’affitto da parte delle amministrazioni comunali. Un governo laburista garantirebbe agli inquilini di immobili da ristrutturare il ritorno nelle loro abitazioni dopo le ristrutturazioni; obbligherebbe i comuni a consultare i cittadini prima di autorizzare progetti di rigenerazione urbana; tasserebbe i terreni degli sviluppatori immobiliari tenuti inutilizzati; darebbe alle amministrazioni comunali il potere di limitare gli aumenti degli affitti in linea col tasso di inflazione. Dopo quello di Corbyn, si attende oggi un intervento di segno opposto della premier conservatrice, Theresa May, che parlera’ alla Banca d’Inghilterra, in occasione dei vent’anni di indipendenza: “Un’economia di libero mercato, che operi secondo regole e regolamenti adeguati, e’ il piu’ grande fattore di progresso umano collettivo mai creato”, dira’ la leader di Downing Street. Corbyn ha precisato di non voler smantellare il capitalismo, ma di voler riequilibrare l’economia con un maggior coinvolgimento dello Stato. Le sue posizioni sono state accolte negativamente dalla comunita’ d’impresa, gia’ preoccupata per l’impatto dell’uscita dall’Unione europea. A proposito della Brexit, Corbyn ha criticato la gestione delle trattative da parte della squadra negoziale, piu’ interessata ai vantaggi personali che all’interesse nazionale, e ha detto che negozierebbe con l’Ue un accordo che “garantisca l’accesso senza impedimenti al mercato unico”.

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Francia, budget 2018: ridotti i tagli alle imposte

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – Il governo francese ha presentato ieri le misure economiche contenute nel progetto di legge finanziaria 2018, che punta a conciliare l’alleggerimento della pressione fiscale con il taglio alla spesa pubblica. “La Francia che non tiene fede ai suoi obiettivi di budget e’ un paese senza credibilita’ politica”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire parlando in conferenza stampa. Il ministro delle Finanze ha previsto un rapporto deficit Pil pari al 2,6 per cento nel 2018, rispetto al 2,9 per cento del 2017. Un impegno difficile da coniugare con le promesse di ridurre la pressione fiscale, scrive il quotidiano “Nouvel Obeservateur”. La riduzione delle imposte sara’ pari a 7 miliardi di euro, diversamente da quanto annunciato in precedenza dal governo, che puntava a un taglio di 10 miliardi. I tagli riguarderanno soprattutto la tassa d’abitazione e l’imposta sul reddito, che sara’ trasformata in imposta sul patrimonio immobiliare. In aumento invece le tasse su carburante, tabacco e contribuzione sociale generalizzata (Csg). Una misura, quest’ultima, che penalizza lavoratori e pensionati. Tra le principali misure annunciate in termini di fiscalita’ figurano anche l’introduzione del prelievo forfettario unico sulle rendite di capitale e la riduzione del tasso di imposta sulle societa’ dal 33 al 25 per cento. La futura legge finanziaria prevede invece un aumento del budget per il ministero della Difesa, il cui portafoglio crescera’ di 1,8 miliardi di euro. Aumenti anche per i ministeri della Giustizia, che guadagnera’ 300 milioni di euro, e della Transizione ecologica, il cui budget passera’ a 10,4 miliardi, mentre all’Istruzione andranno 1,3 miliardi di euro in piu’. Le agevolazioni sugli alloggi, invece, verranno ridotte di 1,7 miliardi, come pure i fondi destinati ai contratti agevolati, che verranno ridotti di un miliardo di euro. In totale i risparmi saranno pari a 15 miliardi di euro, cinque in meno rispetto ai 20 inizialmente programmati.

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Letta, l’Unione europea attaccata come mai prima, ma ora si puo’ rilanciare

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – L’Europa e’ messa a dura prova da “crisi gigantesche” e da una scarsa capacita’ di gestione che ne mina la credibilita’ anche presso gli elettorati storicamente piu’ fedeli. Ma gli indizi positivi ci sono e la situazione si puo’ riprendere, basta muoversi con efficacia e speditezza nei prossimi mesi. E’ uno dei ragionamenti svolti da Enrico Letta in una lunga intervista concessa al quotidiano spagnolo “El Mundo”, testata che, ricordatone il curriculum, lo identifica come la persona piu’ adatta “ad analizzare i gravi problemi che affliggono l’Europa e a individuare il modo di risolverli”. L’ex presidente del Consiglio italiano parla delle quattro “gigantesche” crisi che il Vecchio Continente ha sperimentato per la prima volta in questi anni: la “durissima” crisi dell’euro, la crisi dei rifugiati “con dimensioni che non si erano mai viste”, l’inedita uscita di un paese dall’Ue e il terrorismo che ha coinvolto quasi tutta Europa. Un attacco concentrico alle fondamenta dell’Unione che ha dimostrato di non avere “la forza necessaria per rispondere”, come una casa “costruita per l’estate e non per l’inverno”. Ma se durante la crisi si sono sommate diverse istanze negative, ora sembrano sincronizzarsi “caratteristiche positive”: c’e’ stata l’elezione dell’europeista Macron che battuto Le Pen portando “la Ue al centro del dibattito”. Il presidente francese “ha ricevuto dai suoi elettori un mandato europeista e ha per questo una forza che no avevano i suoi predecessori”. La stessa Angela Merkel, giunta al quarto e ultimo mandato, non “sara’ obbligata a fare un discorso solo tedesco”: potra’ sviluppare una leadership europeista, e credo che lo fara’”, ha spiegato letta aggiungendo un terzo segno positivo: la Brexit. Il politico toscano “era contrario” all’uscita del Regno Unito ma occorre riconoscere che Londra “bloccava molte iniziative dentro la Ue, come per esempio la messa in moto di una fiscalita’ uguale per le imprese in tutti i paesi europei”. Letta propone che i 73 seggi dell’Europarlamento lasciati liberi dal Regno Unito, e che i trattati non consentono di cancellare, siano eletti dai 400 milioni di cittadini europei “in una circoscrizione paneuropea con candidati di tutti i paesi”, per avere una “fotografia precisa su cosa vogliono i cittadini europei: una Ue piu’ sociale, piu’ austera, piu’ federale…”. La finestra di possibile cambiamento si chiude entro nove mesi, spiega Letta, rimandando alla “fase finale della legislatura, l’imbuto della Brexit e la fase finale del mandato di Mario Draghi”. Per la cui sostituzione, il nome di Jens Weidmen, presidente del Bundestag “sarebbe un disastro”. Smitizzata la demonizzazione retorica dell’ascesa dei partiti populisti, le cui fortune sono il piu’ delle volte da ricercare nei limiti dei governanti, Letta viene infine chiamato a esprimersi sul referendum catalano. Si tratta di una questione interna della Spagna nella quale non intende intervenire se non per augurarsi che vinca la legalita’, fuori della quale “non esiste una via politica legittima”. Ma, sollecitato sul tema, ragiona a piu’ ampio spettro sull’istituto referendario, “strumento da maneggiare con molta cautela. Ritengo non sia la panacea della democrazia, che offra appigli che hanno l’impressione di aiutare la democrazia quando in realta’ la indeboliscono”.

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Il piano sottile dell’Eliseo per cedere il controllo dei cantieri Stx a Fincantieri

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente Emmanuel Macron ha svelato ieri sera una soluzione creativa per affidare i cantieri navali di Saint-Nazaire all’italiana Fincantieri, numero uno nel settore della costruzione navale in Europa. “Abbiamo definito i termini di un accordo che permette a Fincantieri di dirigere le sorti di questa impresa”, ha dichiarato il capo dell’Eliseo durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro italiano, Paolo Gentiloni, a Lione. Per mesi la ripartizione di poteri in seno ai cantieri e’ stata al centro di un braccio di ferro tra Francia e Italia. Parigi chiedeva di dividere a meta’ (50-50) la partecipazione di francesi e italiani, mentre Roma si rifiutava di scendere sotto il 51 per cento. Il compromesso, finalizzato nel corso del vertice di ieri a Lione, risponde a queste due esigenze in contraddizione. Ufficialmente Fincantieri diventera’ proprietaria del 50 per cento del capitale, come voluto da Parigi. Il restante 50 per cento sara’ diviso tra lo stato francese (34,34 per cento), il gruppo statale Naval Group (10 per cento), imprese locali (3,66 per cento) e dipendenti (2 per cento). Lo stato francese prestera’ l’1 per cento del capitale a Fincantieri, che in questo modo disporra’ del 51 per cento del capitale, recuperando una parte equivalente dei dividendi. Il gruppo, detenuto in maggioranza dallo stato italiano, otterra’ quindi il controllo operativo della societa’ francese. L’accordo di prestito, che si estende per 12 anni, prevede incontri regolari tra le parti, durante i quali verra’ esaminato lo stato dell’impresa e il rispetto degli impegni presi. Se le promesse non verranno mantenute la Francia potra’ recuperare l’1 per cento del capitale in prestito e togliere a Fincantieri il suo ruolo predominante. In caso di gravi difficolta’ gli italiani dovranno restituire ai francesi la loro partecipazione del 50 per cento e la Francia potra’ riprendere il controllo dei cantieri.. Inoltre, il consiglio di amministrazione sara’ composto da otto membri: quattro nominati da Fincantieri, due dallo stato francese, uno da Naval Group e uno dai dipendenti. Si tratta dunque di una “privatizzazione elastica”. “Abbiamo dato prova di creativita’”, ha commentato un consigliere dell’Eliseo.

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Italia, nel trevigiano un “incubatore di idee” anche per la Germania

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – A Ca’ Tron, sulla laguna veneziana, una delle piu’ grandi proprieta’ italiane, Riccardo Donadon e Maurizio Rossi hanno fondato una fattoria digitale, l’H-Farm, che e’ diventata un unicum nella scena degli “incubatori di idee”. Il progetto, dal costo di 100 milioni di euro, prevede di testare e sviluppare un nuovo modello di elaborazione di idee nel settore tecnologico. La sua azienda ha 550 dipendenti: un’oasi di modernita’ in una terra ancora legata alla tradizione. Ca’ Tron non e’ l’unica realta’ del suo genere in Italia, ma appare una delle piu’ dinamiche: H-Farm dal 2005 ha investito in 96 start-up e ogni anno organizza 250 eventi. Donadon ha creato il centro commerciale virtuale Mall Italy Lab, la prima piattaforma italiana per il commercio online, assieme alla societa’ Benetton. In seguito ha creato altre societa’ come il fornitore di servizi web E-Tree o la 1098 Pizze, che ha rivenduto per 3 miliardi di lire. Nel 2005 e’ stata la volta di H-Farm. Ogni anno l’incubatore mette dai due ai tre milioni di euro in idee innovative, che poi contribuisce a sviluppare, solitamente con un ciclo di tre anni. “Il problema in Europa e’ che le aziende non comprano start-up”, spiega Donadon, “Questa e’ una specialita’ della California”. L’imprenditore pone l’accento sui servizi industriali. “Sosteniamo start-up nelle imprese tradizionali”, sottolinea. Nel 2012 l’H-Farm e’ stata quotata in borsa e Doonadon ha assunto 300 dipendenti per la digitalizzazione dell’azienda. Nel 2017 le vendite cresceranno di oltre 40 milioni di euro e nel 2018 dovrebbero arrivare gli utili. Nel 2020 l’obiettivo e’ aumentare il volume d’affari a 100 milioni di euro. L’azienda ora agisce principalmente come acceleratore: Ca ‘Tron sta organizzando programmi di finanziamento di quattro mesi per creatori di idee. Ad esempio, per la Deutsche Bank, deve sviluppare una selezione di cinque squadre internazionali che intendano elaborare un nuovo protocollo Internet. Le aziende tedesche, sottolineano la “Sueedeutsche Zeitung”, credono al progetto. Tra i clienti di H-Tron ci sono Adidas, Bosch, Burda, Henkel. L’economia bavarese, in particolare, e’ strettamente intrecciata con il nord-est dell’Italia. “Siamo a 50 minuti da Monaco e molti vogliono fare un viaggio a Venezia”, dice l’italiano. Il 5 ottobre, cinque squadre presenteranno altrettanti progetti legati all'”Internet delle cose”. Sara’ presente Elena Pasquali, un’italiana che nel 2012 ha fondato la sua start-up, Ecosteer, con sede nel Regno Unito. Nel 2017 si e’ trasformata in una societa’ italiana. “In questo momento l’Italia ha una tassazione estremamente favorevole, la protezione della proprieta’ intellettuale e generose sovvenzioni, dunque condizioni ideali”, spiega la fondatrice.

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Migrazioni, l’Ue chide ai paesi membri di accogliere decine di migliaia di profughi su base volontaria

28 set 11:07 – (Agenzia Nova) – La Commissione europea ha proposto agli Stati membri di accogliere, su base volontaria, almeno 50.000 profughi dalla Turchia, dalla regione del Medio Oriente e dall’Africa nei prossimi due anni. Bruxelles preme per la creazione di “canali legali” di immigrazione che sottraggano i migranti ai rischi delle rotte migratorie illegali. Nel complesso, la Commissione europea chiede agli Stati membri di impiegare 500 milioni di euro nell’accoglienza dei rifugiati provenienti da paesi terzi, in particolare Libia, Egitto, Niger, Sudan, Ciad ed Etiopia. Undici paesi hanno gia’ accettato di ospitare 14.000 persone. Il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ha inoltre chiesto un rapido accordo tra il Parlamento e il Consiglio sulla “carta blu”, che consenta ai cittadini di paesi terzi di entrare legalmente nella Ue per lavorare, secondo un modello simili a quello della Green Card statunitense. La Commissione sollecita anche un accordo rapido tra il Parlamento e il Consiglio riguardo un sistema comune di asilo. La durata massima dei controlli straordinari alle frontiere nell’area Schengendovrebbe essere estesa a tre anni. La Commissione ha dichiarato che i limiti temporali per i controlli alle frontiere interni dovuti a “gravi minacce alla politica pubblica o alla sicurezza interna” non sono sufficienti in tutti i casi. Germania, Francia e altri Paesi hanno chiesto un’espansione da due a quattro anni a causa della minaccia del terrorismo. La Commissione europea ha anche proposto di rendere piu’ efficiente il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti. Si stima che nel prossimo futuro saranno circa 1,5 milioni. Tra il 2014 e il 2015, solo poco piu’ di un terzo dei richiedenti asilo respinti e’ stato effettivamente rimpatriato. La Commissione a inoltre rivendicato progressi in cooperazione con i Paesi africani in materia di migrazione. Nell’ambito dei partenariati di migrazione, l’Unione sostiene cinque Paesi africani, ossia Senegal, Mali, Nigeria, Nigeria ed Etiopia, nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento delle condizioni di vita sul posto.

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