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Reddito di cittadinanza, i soldi si spenderanno con un bancomat e un’app per smart payment

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Laura Castelli (Ministero dell’Economia): “Le tecnologie per i pagamenti sono già tutte disponibili. Mentre ci vorranno alcune settimane per incrociare le banche dati di Inps, centri per l’impiego, Comuni e centri di formazione”.

Un gruppo ristretto di tecnici del Governo, dell’Agenzia per l’Italia digitale e della Banca mondiale stanno delineando quelle che saranno le tecnologie che abiliteranno l’erogazione e il consumo del reddito di cittadinanza. L’ha annunciato ieri il viceministro all’Economia, Laura Castelli, in un’intervista al Fatto Quotidiano:Le tecnologie per i pagamenti sono già tutte disponibili. Mentre ci vorranno alcune settimane per incrociare le banche dati di Inps, centri per l’impiego, Comuni e centri di formazione”.

Le tecnologie in questione sono tre di base: sistemi di raccolta, analisi e gestione dei big data, software ad hoc per il bancomat e applicazioni per attivare sistemi di pagamento elettronici: “Ogni cittadino che ha diritto al reddito potrà adoperare la propria tessera bancomat e recarsi in un negozio. Poniamo che debba comprare del pane: gli basterà dare il bancomat al fornaio, che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software, e scalerà la cifra dell’acquisto”.

“Non ci sarà alcuno scambio di denaro: il negoziante riavrà dallo Stato in giornata la cifra spesa dal singolo cittadino, come già avviene ora con i normali acquisti. E le banche di acquirente e venditore non avranno visionato nulla”.

Per i pagamenti che invece necessitano del bonifico bancario, invece, come nel caso del pagamento degli affitti, si potranno sfruttare sistemi di pagamento elettronico tramite applicazione per smart payment: “in questo modo potremo far sì che il reddito venga tutto destinato al consumo, e controllare il modo in cui viene speso. E così potremo anche garantire il pagamento dell’Iva”.

Per ricevere il reddito di cittadinanza si dovrà vivere sotto una determinata soglia di reddito/patrimonio e allo stesso tempo bisognerà dimostrare che si sta comunque cercando lavoro, proprio con l’aiuto di quei centri per l’impiego che dalla Legge di Bilancio 2019 dovrebbero uscire trasformati e potenziati (già a partire da gennaio 2019).

La dotazione complessiva, calcola il quotidiano, dovrebbe ammontare a 10 miliardi di euro e la platea potenziale dei beneficiari potrebbe aggirarsi intorno ai 6 milioni di italiani.