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Recovery Plan, Verdone (Wilab, CNIT) ‘Ultrabroadband per tutti. Sul 5G bisogna aiutare gli operatori’

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Roberto Verdone (Wilab, Cnit) sul Recovery Fund: 'Per spingere il 5G bisognerebbe fornire al cittadino servizi che vadano nel verso dell’Intrattenimento (Entertainment)'.

Il Recovery Plan prevede fondi consistenti da 4,2 miliardi di euro destinati a banda larga, 5G e satellite. Ma come dovrebbero essere allocati in concreto questi fondi? Quali le priorità per il nostro paese, in un orizzonte temporale di 3-5 anni? Al netto della crisi politica, si tratta di una cifra di tutto rispetto per la digitalizzazione del Paese. Ne abbiamo parlato con il Professor Roberto Verdone, PhD, Professore, DEI, Università di Bologna e Direttore del WiLab, CNIT.

Key4biz. Professor Verdone, quali sono secondo lei le priorità per l’uso dei fondi del Recovery Fund per banda larga e 5G?

Roberto Verdone.  Premesso che al momento si tratta di 4,2 miliardi, ma la situazione politica è estremamente fluida, vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e se ci saranno ulteriori interventi. Speriamo ovviamente che, se così fosse, si vada verso un incremento ulteriore della parte dedicata alla digitalizzazione, alla banda ultralarga e al 5G.

Detto questo, io credo che un tema sul quale l’Italia si dovrebbe esporre nei prossimi mesi e nei prossimi anni, nella fase di ripristino e resilienza, dovrebbe essere innanzitutto quello della rete unica.

Key4biz. Cosa si dovrebbe fare secondo lei sulla rete unica?

Roberto Verdone. In primo luogo, occorrerebbe fare chiarezza per sapere di preciso nel contesto dell’uso dei fondi del Recovery Plan quale attore debba intervenire. Il tema della governance della Rete unica è un problema enorme. Al di là della governance, la rete unica dovrebbe essere l’infrastruttura strategica italiana sotto il controllo dello Stato. Personalmente, ritengo che sia molto più strategico per l’Italia avere una infrastruttura di rete nazionale di telecomunicazioni rispetto per esempio ad una compagnia di bandiera per l’aviazione civile.

Key4biz. Sulla rete unica, l’Europa ci guarda. Ci sono ancora molti passi da fare. La fattibilità di un progetto di rete unica a controllo privato di TIM è tutto da verificare.

Roberto Verdone. E’ così. La governance della rete unica deve assolutamente essere in mani salde. E purtroppo per una azienda sul mercato, quale TIM, non è dato oggi sapere di chi sarà la proprietà domani.

Key4biz. Ma per quanto riguarda il capitolo banda ultralarga del Recovery Plan, quali sono le priorità?

Roberto Verdone. In primo luogo, occorre che i cittadini italiani dispongano tutti della banda ultralarga, siano essi abitanti di zone nere, grigie o bianche. Le due tecnologie di riferimento sono da un lato l’FTTH, più che l’FTTC, e dall’altro, grazie al 5G, il Fixed Wireless Access (FWA). Quindi, secondo me la prima priorità è dare a tutti i cittadini accesso tramite una delle due tecnologie. In questo siamo indietro rispetto al resto d’Europa.

Key4biz. Poi?

Roberto Verdone. Poi, ci sono altri temi che passano per le mani degli operatori.

Key4biz. Quali?

Roberto Verdone. Sul tema 5G, una cosa che io continuo a dire in tutti i contesti è che in questo momento, come è già avvenuto in passato per il 4G, il 3G e anche il 2G, tutte le volte che c’è una nuova generazione di comunicazioni radio mobili e si parla di installazione di nuovi sistemi di antenna, la cittadinanza solleva dubbi e timori.

Key4biz. Però nel caso del 5G le proteste sono state maggior che in passato. Perché? 

Roberto Verdone. In questo momento, complici cose che in passato non c’erano come la pervasività dei social media, la guerra al 5G è più viva rispetto alle generazioni precedenti. Secondo me questo fenomeno, al netto del ruolo dei social, è dovuto al fatto che il 5G è percepito dal cittadino come lo strumento con cui si potranno fare lavorare auto a guida autonoma, grandi aziende; la comunicazione in. Questo momento è tutta rivolta all’utilità del 5G in contesto business. E il cittadino?

Key4biz. Ma qual è il punto?

Roberto Verdone. Il punto è che il 5G ancora non è percepito come una rete per il singolo cittadino, ma di una rete fatta soltanto per certi ambienti per cui ci vuole una certa capacità di visione per comprendere appieno l’impatto che avrà sulla nostra economia. Perché va da sé che il fatto che il 5G possa rendere possibile l’Industrial IoT è una cosa straordinaria per il nostro paese. Però tutto ciò porta i comuni cittadini a percepire il 5G come qualcosa che avvantaggia soltanto gli imprenditori.

Key4biz. Cosa bisognerebbe fare secondo lei per modificare questa falsa percezione?  

Roberto Verdone. Secondo me bisognerebbe spingere su un tasto particolare, usando anche i fondi del Recovery Plan. Bisognerebbe fornire al cittadino servizi che vadano nel verso dell’Intrattenimento (Entertainment).

Key4biz. Perché?

Roberto Verdone. Una delle linee che i nostri operatori stanno osservando attentamente è che il 5G è un abilitatore (enabler) della AV Reality, che significa della Augmented e Virtual Reality. La realtà aumentata e la realtà virtuale sono applicazioni che richiedono la larghezza di banda e i tempi di reazione del 5G. Con la Virtual e l’Augmented reality ci sono applicazioni industry oriented, usate per esempio nelle aziende manifatturiere del settore Industry 4.0; per aumentare la capacità di un operatore su una macchina ecc. Ma soprattutto si apre tutto un tema del turismo smart, dell’intrattenimento, dei giochi interattivi.

Key4biz. Ma c’è già un’altra voce ad hoc del Recovery Plan che parla di turismo.  

Roberto Verdone. Sì è vero, però le due cose dovrebbero essere viste insieme. Occorre aiutare gli operatori a sviluppare reti e servizi basati sulla Virtual e Augmented reality che vadano nel verso di offrire al cittadino strumenti per fruire meglio di musei, delle nostre città con l’augmented reality e poi anche l’intrattenimento, il gioco interattivo; forse di colpo i cittadini capirebbero che il 5G non è soltanto fatto per una nicchia di applicazioni dalle quali si sentono lontani, ma percepirebbero immediatamente un beneficio diretto.  

Key4biz. Servirebbe un’alleanza con i cittadini per il 5G?

Roberto Verdone. Esattamente. E ovviamente di mezzo ci sarebbero anche gli operatori, che in questo periodo stanno soffrendo moltissimo perché non hanno più i margini che avevano una volta. Oggi, soprattutto da quando è arrivato il nuovo operatore low cost Iliad, purtroppo i margini sono risicatissimi. Hanno inoltre una difficoltà intrinseca ad adeguarsi a quello che richiederebbe il 5G, vale a dire offrire oltre al trasporto, la capacità di rete, anche i servizi. Bisogna aiutare gli operatori. Secondo me il Recovery Plan deve passare di lì.

Key4biz. Di cosa hanno bisogno gli operatori?

Roberto Verdone. Di un sostegno per la creazione dei servizi, oltre che per il rollout delle reti.

Key4biz. E quali sono i servizi più urgenti per il 5G?

Roberto Verdone. Il 5G per le auto lo vedo come una soluzione che arriverà in una seconda fase. In questa prima fase, vedo il 5G come uno strumento importante per il mondo dell’Industria 4.0. E’ su questo capitolo che andrebbe messa una fetta importante dei 4,2 miliardi di fondi del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR), ovvero del Recovery Plan. Noi abbiamo dei settori come quello della meccanica, dell’automazione, della meccatronica – in particolare in Emilia Romagna – nei quali in Europa l’Italia dice ampiamente la sua e se la può giocare. Siamo il secondo distretto della meccatronica in Europa, ad esempio. E’ un mondo in grandissima evoluzione in Europa, e i tedeschi su Industria 4.0 stanno investendo molto. Per questo, è necessario usare gran parte dei fondi per aiutare le accoppiate fra operatori Tlc e aziende del settore industriale per utilizzare il 5G in ambito Industrial IoT nei distretti della meccanica, della meccatronica, dell’automazione. 

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