Nuove reti

Recovery Plan, Bruxelles mette in dubbio il piano per il 5G spagnolo

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Bruxelles sta mettendo seriamente in questione per motivi di concorrenza il piano spagnolo da 2 miliardi per lo sviluppo del 5G con i fondi del Recovery plan.

Bruxelles sta mettendo seriamente in questione il piano per lo sviluppo del 5G con i fondi del Recovery plan presentato dal governo spagnolo. E ottenere disco verde all’uso dei fondi comunitari per la nuova rete non sarà una passeggiata per nessuno. Ne sa qualcosa Madrid, come raccontato dai quotidiani Expansion e La Vanguardia.

Problemi di concorrenza

I problemi sollevati dalla Commissione Europea riguardano in primo luogo la concorrenza. Di fatto, la Commissione non vedrebbe di buon occhio l’assegnazione e l’utilizzo di fondi per la realizzazione delle nuove reti 5G soprattutto nelle aree sufficientemente popolose del paese.

Inizialmente, il piano governativo denominato “Espana Digital 2025” prevedeva la disponibilità di 2 miliardi di euro in sussidi pubblici europei per le reti 5G nel periodo 2021-2025.

Ma non è detto che i piani di Madrid vadano in porto, anche se il Governo dal canto suo tende a minimizzare la portata del problema, anche perché è la prima volta che il negoziato con le autorità europee riguarda la realizzazione di reti mobili 5G anche con fondi pubblici.

C’è da dire che già nel 2013, scrive La Vanguardia, Madrid ebbe discussioni con Bruxelles per l’utilizzo di fondi per la realizzazione di nuove reti nelle aree bianche del paese.

Oggi il contesto è diverso. E’ la prima volta che si negozia l’uso di fondi europei per le reti 5G. La Spagna ha ottenuto fondi per la ripartenza per un totale di 72 miliardi di euro.

Fondi per aree grigie e non bianche

A complicare la trattativa con Bruxelles è il fatto che i fondi sono destinati alla realizzazione di nuove reti in aree grigie e non bianche.

Niente fondi per il 4G

C’è poi un ulteriore argomento che frena Bruxelles. In passato, gli operatori hanno realizzato le reti 4G nel 95% del paese senza alcun contributo pubblico. Perché, si domandano a Bruxelles, lo stesso non dovrebbe avvenire anche con il 5G?

Un ulteriore freno riguarda il fatto che il 5G in questione è quello cosiddetto “non standalone”, basato in pratica su un core network (nodo centrale) 4G. Ma per concedere il disco verde agli aiuti di Stato è necessario che la tecnologia sovvenzionata garantisca un salto di qualità in avanti sostanziale e rivoluzionario (step change) che secondo i tecnici di Bruxelles in questo caso non sarebbe riscontrato.