Lo studio

Rapporto Symbola-Enel: le tecnologie della vita valgono 225 miliardi in Italia, per 1,8 milioni di posti di lavoro. Il documento

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Pubblicato il nuovo Rapporto Symbola, frutto della collaborazione della Fondazione Symbola ed Enel con le 100 storie italiane di successo nel settore delle scienze della vita, in quello farmaceutico, delle soluzioni avanzate di diagnostica e di cura delle malattie rare, fino all’applicazione dell’IA e dell’IoT alla medicina.

L’industria farmaceutica, la biotecnologia, la medicina rigenerativa e protesica, i nuovi materiali, le tecnologie dell’intelligenza artificiale e dell’internet delle cose applicate alle neuroscienze, tecnologie per la prevenzione e la salute, sono solo alcuni esempi del variegato universo delle scienze della vita, di cui si è occupato il nuovo Rapporto100 Italian Life Sciences Stories”, presentato oggi da Fondazione Symbola ed Enel, in collaborazione con Farmindustria.

Come spiega il titolo stesso, si tratta di un documento che raccoglie le 100 migliori esperienze che testimoniano la qualità delle istituzioni, delle imprese e della ricerca italiane, ma anche il ruolo da protagonista del nostro Paese nella filiera delle scienze della vita.

Il video della presentazione del Rapporto

Tecnologie della vita, un settore che vale 225 miliardi di euro per l’Italia

Una filiera che mette assieme 1,8 milioni di lavoratori, per un valore della produzione di 225 miliardi di euro nel 2018 e un valore aggiunto di 100 miliardi di euro che, considerando anche l’indotto, raggiunge il 10% del PIL nazionale.

Affrontare con coraggio la crisi prodotta dalla pandemia da Covid19 e la crisi climatica – ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – non è solo necessario ma rappresenta, come affermiamo nel Manifesto di Assisi, una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”.

L’Italia gioca un ruolo di protagonista anche nella filiera delle scienze della vita come raccontiamo in questo dossier – ha aggiunto Realacci – attraverso 100 esperienze che testimoniano la qualità delle istituzioni, delle imprese e della ricerca italiane, che sempre più vanno messe al servizio anche di un rafforzamento della medicina territoriale”.

La filiera delle scienze della vita rappresenta un patrimonio di grande valore strategico per il Paese – ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale Enel – che concorre a creare sviluppo economico e posti di lavoro nella direzione di una visione umanistica del futuro. La pandemia ha portato a ripensare molti aspetti della nostra vita quotidiana, a partire dall’attenzione alla salute”.

Per questo motivo – ha proseguito Starace – abbiamo deciso insieme a Symbola, in collaborazione con Farmindustria, di raccontare 100 storie di aziende, ricercatori, scienziati, università, start-up e strutture sanitarie che ogni giorno lavorano per garantire la salute delle persone e permettono di avere a disposizione i migliori strumenti per la cura e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Il rapporto mette in luce una vera e propria eccellenza per il nostro Paese, un patrimonio di competenze, innovazioni e tecnologie apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo”.

L’industria farmaceutica italiana e il primato della Lombardia

Solo per fare un esempio, a sostegno del primato italiano in alcuni settori strategici delle scienze della vita, c’è il secondo posto del nostro Paese come produttore nell’industria farmaceutica europea, subito dietro la Germania.

Settore farmaceutico nazionale che conta oltre 66.500 addetti (200.000 con l’indotto) e un valore della produzione pari a 32,2 miliardi di euro (valore 2018 che nel 2019 ha raggiunto i 34 miliardi), al secondo posto come detto dietro la Germania (32,9 miliardi), prima di Francia (23,2 miliardi), Regno Unito e Spagna.

Le regioni che hanno la presenza più importante di stabilimenti produttivi sono Lombardia, Lazio e Toscana ed Emilia Romagna, ma si trovano eccellenze in regioni quali Abruzzo, Sicilia, Campania.

Capitale di questo sistema è la Lombardia, ai vertici della produzione nazionale e non solo, con un valore aggiunto di 25 miliardi di euro e 355mila addetti: in Europa, la Lombardia emerge tra le prime regioni farmaceutiche insieme alla Cataluña, al Baden-Württemberg e all’Île de France.

Le applicazioni tecnologiche più avanzate

Poi c’è la medicina rigenerativa e della protesica, con lo studio di strutture vegetali come quelle del legno o dell’idrossiapatite (bioceramica presente al 70% nei tessuti ossei umani) sta permettendo ai nostri ricercatori di sviluppare sostituti biocompatibili ottenuti mediante stampa 3D, o protesi in seta per la rigenerazione di nervi, tendini, legamenti e vasi sanguigni.

C’è la tecnologia che traduce il pensiero in azione sfruttando le onde cerebrali generate dal movimento immaginato delle persone locked-in (coscienti ma paralizzate), permettendo così ai pazienti, grazie all’intelligenza artificiale e a sensori indossabili, di tornare ad interagire con i propri cari.

Ma anche tecnologie per la prevenzione, come la Next Generation Sequencing, in grado di sequenziare velocemente il DNA e rilevare la predisposizione a malattie, diagnosticare patologie rare, oltre a sistemi diagnostici, che combinati con potenza di calcolo e intelligenza artificiale, possono suggerire ad ogni persona come migliorare stili di allenamento e alimentazione.

La salute, insieme alla crisi climatica, sarà il tema più ricorrente della Presidenza italiana del G20, avviata a dicembre 2020 e che culminerà il 30 e 31 ottobre a Roma, con il vertice dei capi di Stato e di Governo. Un percorso che a settembre porterà a una nuova “dichiarazione” dei ministri della Salute. Un’occasione per rafforzare e far conoscere il nostro sistema della salute estremamente ricco, fatto di industrie farmaceutiche e dei dispositivi medici, ricerca biotecnologica e digitale avanzata.