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Ransomware, il 60% delle aziende prese di mira ha meno di 250 dipendenti. Il report

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Nel 2021 e nel 2022 la maggior parte degli attacchi ransomware nel mondo ha colpito organizzazioni con meno di 1.000 dipendenti. Nel dettaglio il 60% delle aziende prese di mira ha meno di 250 dipendenti.

Nel 2021 e nel 2022 il 60% delle aziende prese di mira dai ransomware ha meno di 250 dipendenti.

Lo rivela il nuovo report Ransomware Intelligence Global Report 2023, una ricerca che fornisce una panoramica completa degli attacchi ransomware registrati dalle organizzazioni mondiali nel 2021 e nel 2022.

Le aeree geografiche

A livello di aree geografiche, il Nord America si conferma al primo posto a livello mondiale per numero di attacchi, sebbene sia anche l’area che ha registrato il maggiore calo tra il 2021 ed il 2022 (-10%). Segue l’Europa con il 26,73% degli attacchi nel 2021 ed il 29,73% nel 2022 e l’Asia con il 9,82% nel 2021 ed il 15,41% nel 2022.

Anche considerando i principali gruppi di ransomware – in particolare Lockbit, BlackCat e Conti – nel 2021 il Nord America è stato preso di mira da 48 gruppi di ransomware, che sono diventati 57 nel 2022; l’Europa da 48 gruppi di ransomware, che sono diventati 51 nel 2022 – con Regno Unito, Germania, Italia, Francia e Spagna che pesano più del 70% di questi attacchi -; mentre l’Asia è stata attaccata da 45 gruppi di ransomware nel 2021, che sono diventati 51 nel 2022. Anche la Russia, infine, ha registrato nel 2022 un incremento pari al 9% negli attacchi ransomware rispetto al 2021.

I beni di consumo il settore più colpito

Per quanto riguarda i settori, il più colpito nel 2021 è stato quello dei Beni di Consumo con il 28,1% degli attacchi, seguito da quello dei Beni industriali con il 25,08% e da quello Health con il 7,4%; per quanto riguarda il 2022, invece, il settore più colpito è stato quello dei Beni Industriali con il 32% degli attacchi, seguito dai Beni di Consumo con il 24,9% e dal settore IT con il 10,6%.

Secondo il report molte piccole e medie imprese sono particolarmente vulnerabili agli attacchi ransomware, non disponendo delle risorse e delle competenze necessarie per proteggersi efficacemente. Questo le rende un obiettivo interessante per gli aggressori, che sanno che queste aziende sono più propense a pagare il riscatto per riottenere l’accesso ai propri dati.

Il settore assicurativo soffre

Tale situazione si ripercuote quindi sul settore assicurativo, con le compagnie costrette ad affrontare difficoltà crescenti relative alla valutazione dei rischi informatici dei loro clienti e alla determinazione del potenziale impatto di un attacco ransomware che deve essere valutato sulla base di una serie di fattori quali il tipo di dati criptati, i sistemi colpiti, la capacità dell’organizzazione di riprendersi dall’attacco, etc. Inoltre, con l’aumento del numero di richieste di risarcimento legate agli attacchi ransomware, le compagnie assicurative sono costrette ad applicare premi sempre più elevati per coprirne il costo.

Tuttavia, anche il settore assicurativo deve, a sua volta, adottare misure proattive per valutare e mitigare il rischio informatico dei propri clienti. Ciò include l’offerta di soluzioni tecniche per la valutazione e la mitigazione proattiva del rischio, con l’obiettivo di aiutare le organizzazioni a identificare, limitare e rispondere a potenziali vulnerabilità e attacchi. Solo abbinando queste soluzioni alle polizze assicurative, il settore assicurativo può fornire un approccio completo alla gestione del rischio informatico, contribuendo a proteggere le organizzazioni dalle conseguenze potenzialmente devastanti di un attacco ransomware.

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