Sbarco in Borsa

RaiWay, parte il road-show per la quotazione

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RaiWay, la società delle torri di trasmissione che fa capo alla Rai, ha avuto l'ok di Consob allo sbarco a Piazza Affari che dovrebbe avvenire il 19 novembre. Ieri era stata Borsa Italiana a dare il via libera. Lunedì partirà il road-show.

RaiWay scalda i motori e, incassato il via libera di Borsa Italiana e oggi della Consob, si prepara al road-show che partirà lunedì prossimo per concludersi il 13 novembre.

La data dello sbarco a Piazza Affari dovrebbe essere il 19 novembre, ma bisognerà aspettare un successivo Avviso di Borsa Italiana subordinatamente alla verifica della sufficiente diffusione degli strumenti finanziari.

RaiWay ha presentato a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione il 9 settembre. Lo stesso giorno ha poi depositato formale richiesta a Consob di autorizzazione alla pubblicazione del prospetto informativo relativo all’Opv.

Il 2 ottobre è stato pubblicato poi in Gazzetta Ufficiale il decreto con i criteri e le modalità di dismissione della partecipazione detenuta indirettamente dal ministero dell’Economia, con il quale Rai è stato formalmente autorizzata a procedere con l’offerta.

RaiWay vale 952 milioni di euro

Mercoledì il Cda di RaiWay, approvando i termini finali dell’offerta pubblica di vendita, ha deciso che in Borsa andrà il 30,5% del capitale della società che gestisce 2.400 torri di broadcasting. Il Governo ha stabilito il limite massimo del 49%. Sull’operazione non sarà esercitata la golden share.

L’azienda viene valutata fino a 952 milioni di euro, stima inferiore a quella di Banca Imi che parlava di circa 1,2 miliardi, ma in linea con il valore del 2001 che era di 905 milioni quando Crown Castle voleva comprarne il 49%.

Il prezzo è più basso rispetto a Ei Towers, la società delle torri di Mediaset che ora punta agli asset di Wind, che lo scorso aprile ha venduto il 25% per 283 milioni di euro.

A pesare sicuramente la mancata tempestività dell’azienda che da tempo avrebbe dovuto intervenire su RaiWay per sfruttarne al massimo le potenzialità.

Si tratta in ogni caso di una cifra considerevole che permetterà alla Rai di far cassa e chiudere probabilmente in attivo il bilancio.

Più nel dettaglio, assieme alle banche che coordinano l’offerta globale, Rai ha individuato un intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico della Società (equity value) compreso tra un minimo di 802,4 milioni e un massimo di 952 milioni, pari a un minimo di 2,95 euro per azione e un massimo di 3,50 euro.

L’offerta globale riguarderà 83 milioni di azioni, pari appunto al 30,51% circa del capitale sociale della società. Come di prassi è previsto a favore dei coordinatori dell’offerta globale di un’opzione di sovrallocazione e di greenshoe per altre 12 milioni di azioni al massimo. In caso di adesione totale all’offerta e l’esercizio delle opzioni di sovrallocazione e greenshoe, l’offerta globale sarà così pari al 34,93% del capitale sociale di RaiWay.

I coordinatori dell’offerta globale sono Banca Imi, Credit Suisse e Mediobanca. Banca Imi sarà anche responsabile del collocamento per l’offerta pubblica e di sponsor.

Ricavi a 155,2 milioni nei primi nove mesi del 2014

RaiWay ha annunciato di aver archiviato i primi nove mesi dell’anno con ricavi pro-forma a 155,2 milioni, Ebitda pro-forma a 80,4 milioni e un utile netto pro-forma a 26,9 milioni. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre era pari a 73 milioni.

Per il presidente Camillo Rossotto, “i risultati registrati nei primi nove mesi dell’esercizio 2014 testimoniano la stabilità e l’efficienza del nostro modello di business e rappresentano le solide basi su cui continuare a costruire i piani di sviluppo futuri”.

Per il Ministro Guidi, ‘Con Ipo nuove possibilità sul mercato tlc’

Nei giorni scorsi il Ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, rispondendo a un’interrogazione del M5S, ha spiegato che con l’operazione di cessione di quote di RaiWay “si potranno aprire nuove prospettive di sviluppo nel contesto europeo delle tlc per RaiWay che ad oggi costituiva una risorsa poco sfruttata, limitandosi a trasportare solo il segnale della Rai”.

Guidi ha, infatti, precisato che “nel mercato c’è una significativa domanda di torri di trasmissione e telecomunicazione”. Inoltre, ha indicato, tutte le società che gestiscono servizi pubblici radiotelevisivi in Europa “non possiedono torri di trasmissione”.

RaiWay può vantare una forte capillarità su tutto il territorio nazionale e le sue torri potrebbero essere usate anche per risolvere i problemi interferenziali delle Tv locali, come da tempo ci chiede la Ue, o per gli usi futuri sul mercato tlc.

Alcuni siti certificati, di buona qualità dal punto di vista tecnico, potrebbero, infatti, ospitare anche antenne che trasmettono in banda 800 o in futuro in banda 700, quindi anche LTE.

Tutto questo la rende pregiata.

Per il Sottosegretario Giacomelli, ‘RaiWay va valorizzata’

Nell’incontro con i sindacati, tenutosi recentemente, il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha detto chiaramente: ‘Il governo non torna indietro sulla propria decisione, la società delle torri va valorizzata’.

“RaiWay – ha indicato – rappresenta un asset fondamentale del paese e infatti il governo ne ha assicurato la maggioranza in mani pubbliche”. “Chi parla di svendita – ha proseguito – dovrebbe spiegare perché in tutti questi anni il potenziale della società delle torri non sia stato valorizzato. Confido che la decisione di Rai di cercare investitori sul mercato assicuri quello sviluppo dell’azienda che non è stato garantito fino ad oggi”.

Possibili interessati a RaiWay

 

A chi potrebbero fare gola le 2.400 torri di RaiWay? Le opinioni che circolano sono varie. Secondo alcuni, le torri di trasmissione potrebbero interessare soggetti intenzionati a investire su impianti trasmissivi in ottica di trasmissione globale convergente. Ad esempio, un soggetto potenzialmente interessato potrebbe avere le caratteristiche di Arqiva, provider britannico di infrastrutture di trasmissione che fornisce capacità a broadcaster e operatori mobili nel Regno Unito. Un fornitore globale di capacità trasmissiva, che la cederebbe sul mercato non solo ai broadcaster del digitale terrestre, ma anche alla radio e al broadband mobile.

Un interesse internazionale per le infrastrutture italiane sembra quindi esserci. Non è quindi da escludere che anche per RaiWay si facciano avanti fondi internazionali di investimento “long lasting”.