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RaiPlay finalmente su Sky Q e su Netflix scoppia il fenomeno “Mare Fuori”, prodotto Rai mal promosso da tv pubblica

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L’accordo tra Rai e Sky è importante quanto tardivo, e stimola riflessioni sul ruolo del servizio pubblico come “fucina di talenti” nel nuovo scenario digitale: produce a vantaggio delle piattaforme?!

Si avvicina Ferragosto, ma anche il rutilante mondo della televisione sembra non andare in vacanza (se non per l’allentamento della tensione dei palinsesti): quest’oggi intorno a mezzogiorno è stato diramato da Rai e da Sky Italia un comunicato stampa congiunto, che annuncia che da oggi l’applicazione RaiPlay sarà disponibile anche sulla piattaforma Sky Q.

La notizia è importante e merita attenzione, ma naturale e spontaneo sorge il quesito: perché si è atteso così tanto tempo?

Va dato merito all’Amministratore Delegato Carlo Fuortes di aver realizzato quel che i suoi predecessori non erano riusciti a fare: “attraverso l’accordo con Sky Italia, l’azienda di servizio pubblico potrà far vedere a un numero ancora più ampio di utenti le sue trasmissioni e renderà più ricca l’offerta multimediale della televisione italiana. Questo accordo ribadisce il pieno impegno della Rai ad attuare il Contratto di Servizio, garantendo l’universalità del servizio pubblico attraverso l’accessibilità della propria offerta sulle diverse piattaforme distributive televisive, in linea con l’evoluzione del mercato e con l’innovazione tecnologica”, ha commentato Fuortes.

D’altro canto, questo il commento di Andrea Duilio, Amministratore Delegato di Sky Italia: “con l’accordo Sky arricchisce ulteriormente il numero di app accessibili attraverso Sky Q, la quale si conferma il punto di riferimento per chi vuole trovare, in un unico posto, tutti i contenuti Sky e quelli delle principali app in streaming. Sono molto soddisfatto di questo rapporto di collaborazione con un partner di eccellenza come Rai. Il ricchissimo catalogo di contenuti on demand e in streaming di Rai sarà così facilmente accessibile ai nostri abbonati Sky Q, e questo rafforza inoltre la nostra strategia di aggregazione dei migliori contenuti”.

In che cosa si sostanzia l’accordo: da oggi, i contenuti di RaiPlay sono disponibili anche su Sky Q, e quindi il più ricco catalogo multimediale della televisione italiana offerti da RaiPlay saranno facilmente accessibili a un numero ancora più ampio di utenti.

Gli abbonati Sky con Sky Q – via satellite o via internet – potranno accedere a RaiPlay direttamente dalla sezione App o richiamarla attraverso il controllo vocale tramite il comando “Apri RaiPlay”. Potranno anche accedere direttamente dalla home page di Sky Q ad una selezione dei contenuti disponibili su RaiPlay.

E scoppia il “caso” dell’eccellente serie “Mare Fuori”: in sordina sulla Rai e lanciato alla grande da Netflix

Questa lieta novella si associa ad una polemica scatenatasi negli ultimi giorni, che potremmo definire “il caso Mare Fuori”, che evidenzia come Viale Mazzini non riesca spesso a mettere a frutto le proprie ricchezze e come si muova con eccessiva prudenza: prodotto Rai nato nel 2020, la serie creata da Cristiana Farina e Maurizio Careddu è giunta oggi alla sua terza stagione, attualmente in produzione, con una quarta già prevista.

È andata in onda su Rai 2 con risultati non entusiasmanti (soprattutto la seconda stagione) e la stessa Viale Mazzini non ci sembra l’abbia mai promossa adeguatamente, forse perché timorosa delle tematiche trattate, un “drama” adolescenziale ma di storie di ragazzi e ragazzi nel carcere minorile (più elegantemente andrebbero definiti “Istituti Penale per Minorenni”, da cui l’acronimo “Ipm”) di Napoli.

Quindi Rai ha deciso di gettare la spugna, almeno a livello di promozione, e Netflix se ne è impossessata, riuscendo a rilanciare la serie, anzi a farla divenire uno dei propri prodotti di punta: da giugno è su Netflix e da settimane si pone nella “Top 10” dei contenuti in Italia.

Si ricordi che la serie è nata a Viale Mazzini quando la fiction della tv pubblica era guidata da Eleonora Andreatta: e si tratta della stessa Tinny Andreatta che è attualmente Vice Presidente delle Serie Originali Italiane di Netflix… E molti si domandano perché la tv pubblica si è lasciata sfuggire, nel giugno del 2020, una simile professionalità. Era in Rai dal 2012: dapprima Responsabile della programmazione di Cinema e Fiction per Rai 1, poi Responsabile delle co-produzioni e serie tv per Rai Fiction, e dal settembre  2012, Direttrice di Rai Fiction…

“Mare Fuori”: sulla piattaforma RaiPlay, oltre 50 milioni di “Legitimate Streams”

Va comunque segnalato che “Mare Fuori” resta comunque nella programmazione Rai, ed anche in occasione della presentazione dei palinsesti 2022-2023, il 28 giugno scorso, è stata annunciata per l’anno prossimo la terza stagione su Rai 2, composta da 6 puntate: “nel perimetro del ‘coming of age’, terza stagione per ‘Mare fuori’ (regia di Ivan Silvestrini), una serie che ha riscosso un grandissimo successo anche sulla piattaforma RaiPlay totalizzando oltre 50 milioni di Legitimate Streams. I giovani detenuti di un carcere minorile, una vita senza sconti che torna a confrontarsi con la forza dell’amore”.

Si ricordi che così Agcom definisce “Legitimate Stream”: “misura il volume di stream editoriali e pubblicitari erogati e visti per almeno 300 millisecondi (soglia tecnica per avere certezza dell’effettivo avvio dello stream) da ciascun device. Si calcola sia per la visione del contenuto lineare (live) che per la visione di quello on-demand (vod)”.

La serie nasce da un’idea di Cristiana Farina ed ha Carolina Crescentini e Carmine Recano come protagonisti principali.

Si tratta di una coproduzione Rai Fiction-Picomedia, prodotta da Roberto Sessa.

Ci sembra interessante riproporre la sinossi offerta da Rai stessa, in occasione della presentazione dei palinsesti 2022-23:Mare Fuori 3 continua ad avere al centro l’adolescenza e tutte le scoperte che si fanno durante questa età difficile e magica allo stesso tempo. Una delle scoperte più sconvolgenti e significative nella vita di ogni persona è quella dell’amore. Un sentimento che da bambini viene coltivato in famiglia, una famiglia che durante l’adolescenza diventa spesso un’àncora che ogni ragazzo desidera mollare per navigare da solo in mare aperto e trovare la propria personale rotta. Il motore di questa nuova direzione è spesso alimentato da un amore che non è quello filiale, ma quello passionale e totale per un’altra persona, sconosciuta sino a quel momento e improvvisamente necessaria come l’aria. Tutti i protagonisti si troveranno a sperimentare la potenza e la forza che sempre richiede un atto d’amore. Ogni detenuto affronterà la propria capacità di amare e verrà chiamato a compiere una scelta: lasciarsi travolgere, convinti che il proprio bene è anche quello dell’altro, o saper riconoscere che a volte lasciar andare chi si ama è il vero e unico atto d’amore possibile?”.

Quel che non appare da questa edulcorata descrizione è l’ambientazione (un carcere minorile) ed il linguaggio (diretto e crudo).

Eccellente sceneggiatura, montaggio efficace, si tratta di un prodotto audiovisivo di grande qualità.

L’approccio ideologico della narrazione rifugge la retorica ed i clichè, e propone una visione assai chiaroscurale della vita, senza gli stereotipi di una divisione netta tra il “bene” ed il “male”.

Senza dubbio, una delle serie televisive più coraggiose proposte dalla televisione pubblica italiana.

Se ne accorgono anche all’estero: ad inizio 2022, i diritti della serie vengono acquisiti da Beta Film per la distribuzione internazionale e vengono stipulati accordi con WarnerMedia Latin America e Hbo Max, il canale svedese in chiaro Tv4, Hot per Israele e lo streamer Blu Tv in Turchia… I produttori e distributori prevedono la cessione di diritti anche per Francia, Spagna e Germania…

Come ha commentato efficacemente Andrea Perrella su “Fanpage” di ieri l’altro martedì 9: “l’arrivo su Netflix e il video virale della suora Quindi, a giugno, l’arrivo su Netflix, momento che disegna, in modo categorico, lo spartiacque quasi invalicabile tra il pubblico generalista della Rai e quello affiliato alla piattaforma streaming per eccellenza. Per ‘Mare Fuori’, è una consacrazione definitiva, molti si accorgono dell’esistenza della serie solo dopo averla vista tra le proposte Netflix, la cui forza sta soprattutto nell’affidabilità, la capacità di dare una certificazione ai prodotti: se è qui, significa che puoi vederlo. Negli anni Novanta il motto era ‘non è Tv, è Hbo’, oggi il discorso è simile per Netflix”.

Ma il successo è codeterminato – oltre che dalla qualità del prodotto – dalla capacità di promuoverlo al meglio. Arrivano le clip dei protagonisti, perfette per la circolazione sui “social” e tipiche dello stile comunicativo Netflix: la ciliegina sulla torta è il video virale della suora che blocca le due attrici di “Mare Fuori” mentre si baciano nelle strade di Napoli per un servizio fotografico.

Tutto pare finalizzato a dare concretezza all’idea che “Mare Fuori” sia una serie Netflix e questo è un aspetto molto interessante.

Conclude Parrella, “l’arrivo su Netflix ha fatto letteralmente esplodere ‘Mare Fuori’, a dimostrazione dell’influenza della piattaforma su un prodotto sottostimato fino a quando è stato associabile solo alla Rai”.

Le capacità di Netflix di rilanciare prodotti che non sono nati in casa sua è confermata anche dal caso di un’altra interessante serie qual è “Skam Italia” (ideata da Ludovico Bessegato, prodotta dalla Cross Productions di Rosario Rinaldo e Annamaria Morelli), le cui prime due stagioni sono state trasmesse, nel silenzio dei più, su TimVision, per divenire un buon successo con l’acquisizione da parte di Netflix (la quinta stagione verrà rilasciata su Netflix e Tim Vision il 1° settembre 2022). Ma si converrà che la potenza di fuoco (almeno potenzialmente) della Rai non è comparabile con quella di TimVision…

Crediamo che su questa dinamica debba molto riflettere sia Rai Fiction (retta da Maria Pia Ammirati) sia la Direzione Marketing Rai (retta da Roberto Nepote).

Il caso “Mental”, altro prodotto “made in Rai” trascurato: la vedremo presto su Netflix e Sky?!

Talvolta la estrema prudenza di Viale Mazzini si associa all’incapacità di intercettare le proprie stesse potenzialità: abbiamo già segnalato (denunciato?!) su queste colonne come una fiction di grande qualità come “Mental” – che definivamo “autentico servizio pubblico” – dedicata a storie di ragazzi con disagio psichico, sia incredibilmente stata offerta soltanto su RaiPlay

Diretta da Michele Vannucci, prodotta da Stand-by Me di Simona Ercolani e Rai Fiction, “Mental” è basata sul format originale finlandese “Sekasin” (della omologa della Rai in quelle lande, Yle), ma abbiamo ragione di ritenere che abbia superato l’originale. Eccellente sceneggiatura, firmata da Laura Grimaldi e da Pietro Seghetti. Consulenza scientifica di Paola De Rose dell’Unità di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”…

Anche in questo caso, sorge naturale un quesito: perché un prodotto così ben fatto viene relegato sul “canale minore” di RaiPlay (una piattaforma online, in verità) e non viene invece lanciato alla grande sulle reti generaliste della Rai? Non si pretende in prima serata sulla “rete ammiraglia”, ma sicuramente potrebbe ambire al prime-time di Rai 2. Le tematiche affrontate sono talvolta scabrose, il linguaggio utilizzato è crudo, ma la narrazione è condotta con maestria e le tematiche psico-sociali sono trattate con assoluta cura. Vedi “Key4biz” del 22 gennaio 2021, “Perché la riforma della Rai è finita nel dimenticatoio?”. Sottotitolo: “La deriva della Rai e la marginalizzazione delle iniziative eccellenti: da Rai per il Sociale alla serie tv “Mental” sui disturbi psichici su RaiPlay”.

Ed in quello stesso articolo del gennaio dell’anno scorso, non a caso segnalavamo giustappunto anche “Mare Fuori”…

Ci ritroveremo presto anche “Mental”, lanciata alla grande, su Netflix o finanche su Sky?!