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Rai punge il Governo: Più attenzione alla banda larga

Luigi Gubitosi e Anna Maria Tarantola

Dopo le polemiche sui tagli per 150 milioni imposti nel quadro del decreto Irpef, la Rai rilancia e chiede più attenzione da parte del Governo per lo sviluppo della banda larga, necessaria per la diffusione dei nuovi standard della Tv in 4K e ultra HD. Il canone potrebbe diminuire, a patto che lo pagassero tutti. La raccolta pubblicitaria nel primo semestre del 2014 è cresciuta. La concorrenza non fa paura, ma a parità di condizioni. I tagli per 150 milioni decisi dal Governo pesano sul bilancio e non saranno recuperabili a breve. Questi alcuni dei temi caldi affrontati oggi dai vertici Rai in Commissione Trasporti, nel corso dell’audizione alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, alla quale hanno preso parte il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi.  Sky e Mediaset sono già state ascoltate nelle scorse settimane.

 

Serve più attenzione dal Governo alla banda larga

“Spero che nelle politiche del governo ci sia attenzione alla banda larga. Lo dico più come cittadino anche se alla Rai la banda larga servirebbe”, ha detto il direttore generale Luigi Gubitosi, aggiungendo che, in materia di digitale, Il 34% dei cittadini non ha mai utilizzato internet, perciò una delle cose che stiamo tentando di fare come linea editoriale è inserire dei comportamenti digitali”.

Bande disponibili a rischio

Sul tema della banda larga è intervenuto anche il presidente Anna Maria Tarantola, riferendo che “i broadcaster, tra cui quelli di Servizio pubblico, si trovano a dover fronteggiare il rischio di vedersi ridurre le bande disponibili in un momento di transizione verso l’Hd e l’ultra Hd, con il pericolo di non poter soddisfare la domanda qualitativa e quantitativa di prodotto audiovisivo da parte dei cittadini e di compromettere la capacità produttiva dell’industria dei contenuti del Paese, le sue potenzialità tecnologiche e i livelli occupazionali”. Il tema della riduzione delle risorse spettrali, con l’imminente apertura delle frequenze a 700 Mhz all’uso co-primario con le telco, era già finito nel mirino del presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Una battaglia, quella dei broadcaster in difesa dei 700 Mhz, che ha scarse possibilità di riuscita e che in realtà nasconde il vero obiettivo dell’offensiva, ovvero la difesa del tesoretto dei 600 Mhz.

 

Canone potrebbe diminuire se tutti pagassero

Il tema del canone viene affrontato dal direttore generale Luigi Gubitosi, che apre ad una possibile diminuzione: “Potremmo sicuramente ridurre il canone se lo pagassero tutti. La Rai ha il canone più basso e gli ascolti più elevati in un mercato apprezzato a livello Europeo”.

 

Raccolta pubblicitaria in crescita sulle ali del Mondiale

Sul fronte dei conti aziendali, il direttore generale Luigi Gubitosi ha detto che “I primi sei mesi stanno dando soddisfazioni: al netto dei 150 milioni di tagli, sta andando bene”. Positiva la raccolta pubblicitaria, ha precisato il direttore generale “Nei primi sei mesi del 2014 siamo cresciuti più del mercato, ovviamente abbiamo avuto il vantaggio dei Mondiali, ma a fronte di un mercato stabile o leggermente negativo abbiamo avuto un primo semestre in positivo”. Il mercato pubblicitario ha subito un calo importante dal 2008, ma “ora si è stabilizzato – ha aggiunto Gubitosi – ma non mostra segni di significativa ripresa. Fino al 2012, la Rai ha perso quota di mercato ogni anno, è rimasta quasi invariata Mediaset, sono cresciute Sky e le altre. Siamo migliorati trimestre per trimestre, nel quarto del 2013 abbiamo chiuso in positivo”.

Forte impatto dai tagli, nessun recupero a breve

I tagli del dl Irpef hanno prodotto “impatti rilevanti per l’azienda” e richiedono “azioni straordinarie, perché nel breve periodo non ci sono margini elevati di recupero in termini di costo”, ha detto Anna Maria Tarantola. Il presidente della Rai ha detto poi la sua anche sul dibattito sollevato dai concorrenti sul numero dei canali tematici lanciati dall’azienda. “L’elevato numero di canali in chiaro realizzati in conseguenza del passaggio dall’analogico al digitale ha ampliato – ha puntualizzato – la possibilità di scelta dello spettatore, cogliendo la tendenza dei consumi verso la diversificazione e la personalizzazione”. Tarantola ha tenuto a precisare che “La Rai sostenuto per circa il 90% il costo, pari a circa 500 milioni, per il passaggio al digitale terrestre senza chiedere, in aggiunta al canone, ulteriori risorse ai cittadini, come invece avvenuto nei principali Paesi europei”.

Per la quotazione di RaiWay, l’obiettivo dell’azienda è quello di essere pronti entro fine anno.

Parità di condizioni

Tarantola ha inoltre precisato “non temiamo la concorrenza ma riteniamo che questa debba esplicarsi in un contesto di parità di condizioni e opportunità tra gli operatori, come si dice in economia in un campo di gioco livellato e in un quadro normativo certo, ragionevole e armonizzato”. E ha concluso chiedendo risorse congrue per il servizio pubblico: “Guardando al futuro, non al passato, posso dire che vogliamo competere e confrontarci, avendo la possibilità di farlo”.

 

Investimento di 250 milioni, obiettivo media company

“Abbiamo avviato un ambizioso piano di rinnovo tecnologico, investendo circa 250 milioni – ha detto Tarantola – I nostri obiettivi principali sono focalizzare le risorse economiche nelle aree più strategiche, controllare e contenere costi, essere presenti di più su internet e trasformarsi gradualmente in media company”.

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