Nuovo attacco del Governo contro la gestione Rai di Antonio Campo Dall’Orto. Nei giorni scorsi era stato il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, a lanciare uno strale contro il Piano industriale della azienda, oggi rilancia il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Intervenendo alla trasmissione di Gianni Minoli, Mix24 in onda su Radio24, il Ministro ha osservato: “E’ fondamentale che la Rai torni ad essere il grande motore culturale del Paese, ma deve fare un piano editoriale e un piano industriale molto convincenti. Ma parto dal primo, è ancora più importante”.
Per Calenda, “più la Rai è forte e autorevole sui contenuti, più acquisisce indipendenza sui tentativi di influenza della politica, che sono detestabili quando non hanno a che fare con i contenuti”.
Minoli ha quindi rincarato, ricordando che dalla nomina del nuovo direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, che “ha tutti i poteri”, “è passato già un anno”.
“Lo ha detto lei – ha concluso il Ministro – assentisco”.
Riguardo alla questione della banda larga, Calenda ha risposto a Minoli sul dossier Enel e Telecom Italia. Rispondendo alla domanda di Gianni Minoli su chi, tra Enel e Telecom, vincerà “la guerra” sulla banda larga, ha risposto: “Non me ne importa niente”. “Deve diventare concorrenza molto rapidamente”, con l’obiettivo di fornire “un servizio migliore a un prezzo inferiore”.
Da Milano pronta la replica del Dg Rai. “Il rinnovamento lo stiamo facendo tutti i giorni”, ha dichiarato Campo Dall’Orto introducendo i lavori del convegno ‘Melò’ alla Scala di Milano.
E ha poi spiegato che “c’è necessità di fare sistema, è l’unica nota che non appartiene alla nostra tradizione e lo vedo in tantissimi ambiti e lo dico rispetto alla tradizione dell’azienda e del Paese. Oggi talento e organizzazione devono andare insieme”.
Qualche settimana fa erano state le dichiarazioni di Giacomelli a porre il Piano industriale sotto a lente.
Il governo, ha detto Giacomelli, attende ancora che il nuovo Cda Rai consegni il vero Piano industriale per la tv pubblica. Quelle presentate dal Direttore generale Campo Dall’Orto, e approvate all’unanimità dai vertici di Viale Mazzini, sono solo indicazioni di massima e manca chiaramente la parte pratica e di fattibilità di questi obiettivi.
Da tempo si era cominciato a intuire che il Governo mal digerisse i ‘lunghi’ tempi di azione del nuovo board della Rai. Un’insofferenza che 25 maggio è venuto allo scoperto in Vigilanza dove Giacomelli ha sì rinnovato la propria fiducia all’operato di Campo Dall’Orto ma al contempo non ha lesinato le critiche per la mancanza di un Piano concreto da realizzare nei prossimi mesi.
“Noi continuiamo a sollecitare un percorso di trasformazione, una trasformazione profonda, non cosmetica, dell’azienda“, ha osservato il Sottosegretario.
“D’altronde – ha ricordato – nella riforma della governance si è deciso di ampliare da subito i poteri del Dg proprio per non perdere tempo. Eppure un vero piano industriale ancora non c’è”.
“Io ho stima di Campo Dall’Orto e sono convinto che farà un lavoro importante sulla Rai. Le indicazioni del piano industriale che lui ha presentato sono condivisibili, io le firmerei ma occorre tempo” per capire come si concretizzerà di qui a settembre.
“Immagino che sia una sorta di attesa ad aver impedito al Cda di lavorare a un vero piano industriale – ha proseguito -, limitandosi a indicazioni di massima. Mi auguro che l’acquisizione di altri elementi consenta di andare avanti su questa strada, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità”.