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Rai, Cioffi (CNU): “Controllare il raggiungimento degli obiettivi del nuovo contratto di servizio e app per utenti disabili”

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Il parere di Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio Nazionale degli utenti (CNU), in Commissione di Vigilanza Rai in merito al contratto di servizio, che dovrebbe vincolare la radiotelevisione pubblica agli obblighi che derivano dalla convenzione stipulata con lo Stato.

“Fondamentale premessa per la concreta attuazione dei principi espressi nel contratto di servizio è quella di prevedere  efficaci e trasparenti modalità di monitoraggio e di verifica dell’attuazione degli obiettivi fissati”, ha affermato Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio Nazionale degli utenti (CNU), in Commissione di Vigilanza Rai in merito allo schema di contratto di servizio 2023-2028 tra il ministero delle Imprese e del made in Italy e la RAI. 

Si sottolinea che la competenza istituzionale del CNU è quella di dare pareri e fare proposte non solo ad AGCOM ma anche a Governo e Parlamento per la difesa dei diritti degli utenti e consumatori audiovisivi.

“Un elemento di rilevante novità e di concretezza”, ha aggiunto Cioffi, “potrebbe essere rappresentato dall’uso dalle metodologie Key performance indicator (KPI) che erano state richiamate nelle linee guida di AGCOM. Tali metodologie, se reinserite nel contratto, consentirebbero un monitoraggio anche in chiave prospettica della misura con cui l’emittente realizza gli impegni contrattuali in base ad obiettivi specifici, misurabili, riconoscibili, realizzabili e scadenzati temporalmente

Garantire l’universalità del servizio recuperando la fascia degli utenti under 35

Inoltre”, ha continuato Cioffi, riteniamo che per garantire l’universalità del servizio sia necessario recuperare la fascia degli utenti under 35 che devono essere attratti da offerte innovative sia dal punto di vista tecnologico che dei contenuti con prodotti sempre più personalizzati”. 

Però”, ha sottolineato Cioffi, “bisogna anche tenere conto in maniera più chiara e dettagliata dei bambini e degli adolescenti, cioè dei minori fino ai 18 anni. Proponiamo quindi di dedicare un articolo specifico per i minori, aggiuntivo a quello già presente sui giovani, tenuto anche conto che l’attenzione alla tutela dei loro diritti nei mass media è anche richiamata  dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo”. 

La Rai, inoltre, nel suo ruolo di servizio pubblico può anche agire nell’ambito dell’educazione digitale e civica per bambini e adolescenti. Può infatti contribuire, anche in sinergia con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, a creare consapevolezza e conoscenza tanto delle opportunità quanto dei rischi legati ai media digitali.

“Verso la digital media company con anche app per utenti con disabilità”

“Inoltre”, ha continuato Cioffi, “nella delicata evoluzione della Rai verso la digital media company è necessario tenere conto anche del “digital divide” che colpisce le fasce deboli ed in particolar modo le persone con disabilità e gli anziani, che sono i maggiori fruitori della Tv lineare. È indispensabile, quindi, garantire un segnale che funzioni ovunque in maniera omogenea ma anche investimenti in tecnologie per un accesso universale sempre più facile su tutte le piattaforme Rai. Oltre a ciò, occorre anche aggiornare e testare adeguatamente le App fornite agli utenti con disabilità, per garantirne l’usabilità.  

Il percorso verso la Digital Media Company”, ha concluso Cioffi, “deve rafforzare il profilo di emittente pubblica della Rai. Il contratto di servizio deve inoltre costituire un impegno per l’emittente pubblica a realizzare trasmissioni che comunichino immagini veritiere e non stereotipate delle donne e a non mandare in onda pubblicità sessiste”. 

Il CNU ritiene infatti necessario che la Rai diventi sempre più un soggetto culturale in grado di contribuire a realizzare una coesione sociale basata sulla promozione delle pari opportunità e sul rispetto reciproco tra uomo e donna, quale elemento fondante per un serio contrasto ad ogni forma di violenza contro le donne, tra cui in primo luogo l’orribile fenomeno del femminicidio. 

Si tratta solo  di alcune delle proposte presentate dal CNU in Commissione di vigilanza Rai, nel quadro delle audizioni sul prossimo Contratto di Servizio Rai, contenute in un più ampio parere che il Consiglio ha elaborato nell’ambito delle sue competenze. Il CNU ritiene infatti che questo Contratto di Servizio possa rappresentare una importante opportunità perché l’emittente pubblica consolidi e sviluppi ulteriormente il suo ruolo di protagonista nel nuovo scenario mediatico, tutelando sempre più i diritti dei cittadini nel sistema della comunicazione.

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