Il Piano

Rai, Campo Dall’Orto corre ai ripari: ‘Sport e serie tv vanno recuperati’

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Dal Parlamento Europeo il Dg rilancia sul Piano Rai dopo le critiche del governo.

Intervento a tutto campo del direttore generale Rai, Antonio Campo Dall’Orto, a Bruxelles dove ha avuto diversi incontri all’Europarlamento e con altre istituzioni.

Oggi in agenda c’è un appuntamento con l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la sicurezza Federica Mogherini e il Commissario Ue agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos.

Campo Dall’Orto è intervenuto sul recente accordo tra Mediaset e Vivendi, ha parlato del futuro della Rai, di un canal all news, dei rapporti con i social network.

Il Dg sta lavorando al Piano di rilancio della Tv pubblica per trasformarla in una Digital Media Company ma le sue proposte sono state considerate ‘poco concrete’ dal Governo.

Campo dall’Orto ha subito prima l’attacco del Sottosegretario Antonello Giacomelli e dopo quello del Ministro Carlo Calenda.

L’esecutivo di Renzi, dopo aver introdotto tra mille difficoltà il canone nella bolletta elettrica, adesso si aspetta che la Rai si doti di un “Piano industriale molto convincente”.

Campo Dall’Orto ha ribadito “la necessità di fare sistema”.

Basterà a trasformare la Rai in un broadcaster moderno multipiattaforma e multiscreen?

L’accordo con Vivendi per la distribuzione dei titoli di Rai Coma su Dailymotion – annunciato questa settimana – va in questa direzione.

Ma bisogna fare tanto altro su un mercato audiovisivo o come quello italiano in forte fermento.

Per Campo Dall’Orto, la cessione della pay tv Mediaset Premium a Vivendi è un “segnale” che va “a identificare il fatto che la scala nazionale oggi non è sostenibile per gli operatori privati”.

“Ci sono operatori – prosegue Campo Dall’Orto – come Netflix per citarne uno, che si misurano direttamente sulla scala globale. E’ proprio su questo ragionamento che io credo fortemente che, a complemento di questo mondo che è molto basato sui contenuti di alto valore produttivo e sul pagamento per il contenuto, ci sia e ci sarà lo spazio per operatori che siano legati fortemente al racconto del proprio Paese su una base più di missione di servizio pubblico”.

Secondo il Dg, “va riscoperto e approfondito qual è la missione del servizio pubblico, affinché ci sia sempre meno sovrapposizione tra questi due mondi”.

 

Rai sempre più multipiattaforma

“Stiamo lavorando – ha indicato Campo Dall’Orto – all’evoluzione del nostro prodotto multipiattaforma, cosa che è un concetto che non abbiamo come servizio pubblico, nel nostro Paese. E dobbiamo recuperare il ritardo accumulato in tanti anni in breve tempo. Abbiamo lanciato una app che sta funzionando molto bene, perché oltre all’app Euro 2016 c’è anche la app Rai Euro 2016. La differenza è che abbiamo in streaming tutte le partite, che è una cosa che non c’era, anche se chi è abituato ad altri contesti è abbastanza uso a queste cose”.

“L’altra cosa – ha detto ancora – che è una vera novità, che non si trova negli altri Paesi, è il tentativo di unire la tecnologia broadcast con la tecnologia IP. Qualsiasi tv connessa ha la possibilità, durante le partite, di aprire delle finestre con il pulsante blu del telecomando, in una modalità che è semplice. In queste finestre si trovano, tramite tecnologia IP, gli high light della partita che stai guardando”.

“La strategia di sviluppo del contenuto su più piattaforme – ha indicato il dg – coinvolge smartphone, tablet, pc e televisori, che hanno la possibilità di combinare le due tecnologie. In altri Paesi è evoluta più velocemente la diffusione di servizi su tecnologia Ip dentro gli strumenti mobili. Nel nostro caso, avendo un digital divide impegnativo con 24 milioni di persone, vorremmo usare tutti gli strumenti possibili, inclusa la tv, per far vedere un mondo in cui l’interazione sia più quotidiana”.

 

Accordi con i newcomers

La strategia Rai prevede quindi da un lato la necessità di indicare la nuova mission del servizio pubblico e dall’altro quello di sposare l’innovazione tecnologica e adeguarsi ai tempi scanditi dal digitale.

Campo Dall’Orto ha, infatti, parlato dell’accordo con Facebook: “Forniamo 11 pezzi al giorno a Facebook Live, attraverso i quali ci viene data maggiore copertura all’interno di quel mondo”.

“Il servizio pubblico – ha spiegato Campo Dall’Orto – deve viversi come servizio ai cittadini, ma non in concorrenza agli altri… Io voglio levare l’idea che la Rai sia antagonista agli altri”.

La Rai – ha aggiunto – deve fornire un servizio a tutti, il migliore possibile. Per esempio, sulla fiction abbiamo fatto un accordo con Netflix per co-produrre Suburra. La cosa ci permette di avere un budget molto più elevato. Loro hanno la finestra digitale, noi avremo quella terrestre. Sempre di più vorremmo applicare questa logica a tutti gli operatori del mercato”

“Non sappiamo se ci sia una relazione tra questo e gli alti ascolti che stiamo avendo – ha osservato -, ma sicuramente stiamo attivando un pubblico che non era così uso ad avere un rapporto con Rai. Non basta essere grossi: bisogna anche cercare di recuperare il pubblico che si è perso nel tempo. Serialità e sport sono universali: cerchiamo di recuperarli”.

In futuro un canale all news

 

La Rai avrà un proprio canale all news in inglese, come quelli che hanno altri Paesi non anglofoni, dalla Francia con France 24 al Qatar con Al Jazeera?

Per Campo Dall’Orto, “è ancora futuribile“.

“Tutti i grandi Paesi europei hanno un loro sviluppo di contenuti fuori dal proprio Paese e che avviene in alcuni casi nella lingua propria e in altri in lingua inglese, e spesso in entrambe le lingue contemporaneamente. E’ un tema assolutamente centrale, che riguarda il modo in cui ci raccontiamo fuori dal nostro Paese, che se vogliamo ha due ambiti, quello informativo e quello culturale in senso ampio, dal nostro cibo ai concerti della Scala”.

“Questa cosa – ha indicato – necessariamente va nel ragionamento, che è in corso in questo momento, del rinnovo della concessione, in quanto noi pensiamo che debba essere una priorità per il futuro. E’ chiaro che nel momento in cui diventa una priorità condivisa, arriva anche come definizione della nuova missione. E quindi – ha concluso – diventa un via libera per fare queste cose”.