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Radio, ricavi in calo del 7% nel 2014. Pesa la crisi pubblicitaria

In calo di 35 milioni di euro i ricavi delle principali società radiofoniche operanti in Italia. I dati – pubblicati da Confindustria Radio Televisioni – sono quelli dello Studio Economico del Settore Radiofonico Privato dell’Osservatorio Nazionale delle Imprese Radiotelevisive Private e fanno ai bilanci relativi all’esercizio fiscale 2014 (gli ultimi per i quali a giugno sono stati depositati e pubblicati presso le Camere di Commercio locali).

Il settore ha quindi perso il 7% rispetto al 2013 e il fatturato che ammonta a circa 517 milioni di euro mentre ci si continua a domandare quale futuro ci sarà per le radio digitali se MiSE e Rai non agiranno in fretta.

Il valore complessivo dei ricavi non tiene conto delle radio comunitarie Radio Maria e Radio Padania Libera (quest’ultima 1,6 milioni di euro nel 2013) nonché di Radio Radicale.

Se fosse inclusa anche Radio Radicale, il valore del mercato salirebbe a 493,7 milioni di euro (+12,3 mln euro) nel 2014 mentre a 529,8 nel 2013 con un calo tra i due anni che si mantiene in linea con il dato precedente al netto della radio interessata.

Secondo gli analisti, la contrazione del settore rispecchia la crisi economica che, come per gli altri media, ha colpito il mercato radiofonico, e in particolare la raccolta pubblicitaria che rappresenta il 70% dei ricavi complessivi delle società radiofoniche (90% circa escludendo l’operatore di servizio pubblico Rai e in particolare la quota di canone attribuibile).

Per il canone, secondo le stime fornite da Agcom e riportate nella relazione annuale, la quota destinata alla radio ha risentito di una importante riduzione passando dai 113 milioni di euro del 2013 ai 96 del 2014.

Analizzando il settore nella componente nazionale (compreso l’operatore pubblico Rai) risulta che nel 2014 il comparto radiofonico ha registrato n una perdita rispetto all’anno precedente di circa 11 milioni di euro (-3%); quello locale, più in sofferenza, a 130 milioni di euro con un calo di 25 milioni di euro circa (-16%).

Nel 2014 le radio nazionali commerciali si confermano la prima forza dell’intero mercato con poco meno di 232 milioni di euro complessivamente, seguite da quelle locali con oltre 130 milioni di euro.

Il servizio pubblico Rai, con le due componenti di ricavi (canone + pubblicità) registra un calo di ricavi nel biennio pari al 13,7%. Il dato risente del decurtamento di 150 milioni di euro dal totale canone radiotelevisivo applicato nel 2014 da parte del Governo.

Dai ricavi totali risulta che le radio locali risentono della crisi più delle commerciali nazionali, con un decremento pari al 16% sull’anno precedente (2013).

In termini di ricavi medi, il calo dei ricavi delle società radiofoniche locali è pari a -8,8% rispetto al 2013 con un valore economico per singola società che passa da 351 mila euro nel 2013 a 320 nel 2014.

All’interno del comparto delle radio commerciali nazionali, Elemedia (Gruppo Editoriale L’Espresso) e RTL 102.5 Hit Radio si confermano i principali attori del mercato radiofonico privato, mentre Radio Italia, Radio24 (Gruppo Sole 24Ore) e Virgin Radio (Gruppo Finelco) quelli in maggiore crescita.

I ricavi del solo comparto radiofonico privato, nazionale e locale (al netto di Rai), sono pari a 361 milioni di euro circa nel 2014, in calo di 16 milioni (-4,3%) rispetto al 2013. Al netto dell’operatore di servizio pubblico, le Radio Locali pesano il 36%, una quota che rimane importante all’interno del sistema radiofonico.

Il dato dell’operatore pubblico Rai risente fortemente della quota di canone afferente alle attività radiofoniche, che, nel 2014, secondo le stime fornite da Agcom, è di poco inferiore a 100 milioni di euro (circa il 6% del valore della raccolta complessiva del canone radiotv -1,6 miliardi di euro nel 2014). Il canone rappresenta circa l’80% delle entrate di Radio Rai (la pubblicità è pianificata solo su tre principali canali radio: Radio Rai 1, Radio Rai 2 e Radio Rai 3).

Nel 2014, i ricavi pubblicitari del sistema radiofonico, nazionale e locale, si attestano a poco meno di 340 milioni di euro, con un calo del 4,8% rispetto all’anno precedente. Nonostante la crisi economica, la pubblicità rimane la prima fonte di finanziamento del mercato (settore pubblico e privato, nazionale e locale) con una quota del 71% nel 2014 (69% nel 2013). I ricavi altri, principalmente canone e contributi statali, sono invece pari a circa 142 milioni di euro, in calo del 11,4% rispetto al 2013.

Studio Economico del Settore Radiofonico Privato in Italia

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