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Un assunto di base–cinico ma efficace–degli studi economici è quello degli “unlimited wants. Cioè, il concetto secondo cui il desiderio di possesso tra gli esseri umani è essenzialmente illimitato, con il corollario che tutti pertanto vorrebbero accumulare più ricchezze possibili. 

James Hansen

Ovviamente, la tesi dell’avidità universale e totale ha limiti ed eccezioni. Molte religioni e ideologie esprimono infatti esattamente il concetto opposto. Tuttavia, il fatto di dover ‘predicare’ la moderazione economica come una sorta di ideale da perseguire richiama in qualche modo la saggezza popolare espressa dall’idea che: “A pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca…”

Il problema è praticamente da sempre oggetto di considerazioni etiche e morali, ma, con la crescente consapevolezza di come funzioni il nostro mondo, diventa sempre più evidente che, semplicemente, non c’è abbastanza per tutti. C’è un limite, che al momento si chiama ‘sustainability’—sostenibilità—un modo per dire: ‘quanto si può reggere ancora?’, quanta ricchezza possiamo permetterci di accumulare prima che tutto finisca a rotoli?

Una estesa ricerca—Evidence from 33 countries challenges the assumption of unlimited wantsapparsa recentemente su Nature Sustainability—esamina la questione del livello di ricchezza che renderebbe soddisfatte e ‘felici’ le popolazioni del mondo. Gli autori—Paul Bain, dell’Università di Bath, e Renata Bongiorno, dell’Università di Exeter—attraverso il campionamento delle opinioni di poco meno di 8mila persone distribuite in 33 paesi su sei continenti, hanno chiesto agli interessati quanti soldi avrebbero voluto per potere condurre una “absolutely ideal life”.

Nell’86% dei paesi presi in esame, la maggioranza degli intervistati ha ritenuto di poter raggiungere la propria ‘vita ideale’ con US$10 milioni (circa €9,14 milioni). In alcuni casi sarebbe bastato anche un solo milione. Tuttavia, una significativa minoranza degli interpellati—dall’8% al 39% a seconda del paese—avrebbe semplicemente desiderato tutti i soldi possibili, una netta indicazione di “unlimited wants”.

I ricercatori hanno rilevato che i livelli ‘ideali’ di ricchezza espressi non erano legati ai diversi tassi di sviluppo economico nei singoli paesi. Piuttosto, i soggetti che non mettevano un limite a quanto avrebbero voluto erano mediamente più giovani, residenti di centri urbani e maggiormente motivati dalla ricerca del successo e dell’indipendenza.

Tralasciando l’evidente difficoltà di reperire $10 milioni a testa per la maggior parte della popolazione mondiale, gli studiosi hanno però trovato—forse sforzandosi—nei loro risultati il suggerimento incoraggiante che: “Approcci trasformativi basati sulla limitazione della ricchezza e della crescita per arrivare alla sostenibilità potrebbero essere coerenti con gli ideali e le aspirazioni umane più di quanto comunemente si crede”. Cioè, almeno non tutti vogliono avere tutto…

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