L'avvertimento

Qualità dell’aria e inquinamento urbano, Italia maglia nera dell’Ue

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Brutte notizie dalle “30 zone di qualità dell’aria” previste da Bruxelles per il nostro Paese: salute cittadini a rischio in 9 di queste per il superamento dei limiti sugli inquinanti. Avvelenata la Pianura padana. Se non ci attiviamo subito saremo deferiti alla Corte di Giustizia dell’Ue.

Secondo le ultime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), il nostro Paese ha registrato più di 66 mila morti per la pessima qualità dell’aria in ambito urbano soprattutto. Per questo la Commissione europea ha esortato nuovamente l’Italia ad adottare azioni appropriate contro l’emissione di PM10 al fine di ripulire l’aria e salvaguardare la salute pubblica.

Purtroppo non siamo ancora riusciti a risolvere il problema dei livelli persistentemente elevati di inquinanti, tra cui polveri sottili (PM10, PM2,5), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2), che rappresentano un grave rischio per la salute pubblica.

L’Italia è il Paese col maggior numero di morti nelle città d’Europa per l’inquinamento: 66 mila su 467 mila in totale.

In Italia l’inquinamento da PM10 è causato principalmente da emissioni connesse al consumo di energia elettrica e al riscaldamento, ai trasporti, all’industria e all’agricoltura. Il nostro Paese, ha registrato pessimi valori nelle 30 zone di qualità dell’aria attivate dal 1° gennaio 2005, data dell’entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili in sospensione (PM10) stabiliti dall’Ue.

Per quanto riguarda il valore limite giornaliero, si legge in una nota diffusa oggi dalla Commissione, le 30 zone interessate sono situate nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. L’avvertimento si riferisce inoltre ai superamenti del valore limite annuale in 9 zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio).

La decisione odierna fa seguito a un’ulteriore lettera di costituzione in mora inviata all’Italia nel giugno 2016. Se l’Italia non si attiverà entro due mesi, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue.

La normativa UE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (direttiva 2008/50/CE) impone agli Stati membri di limitare l’esposizione dei cittadini a questo tipo di particolato e stabilisce valori limite per l’esposizione riguardanti sia la concentrazione annua (40 μg/m3), che quella giornaliera (50 μg/m3), da non superare più di 35 volte per anno civile.

Fino ad oggi, la Commissione ha avviato procedure di infrazione per livelli eccessivi di particolato PM10 nei confronti di 16 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) e in due di questi casi (Bulgaria e Polonia) è stato richiesto l’intervento della Corte di giustizia dell’Unione europea.