La classifica

Qualità della vita in Italia: Milano e Firenze in cima alla classifica, ma non si parla di smog

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Pubblicata la classifica italiana delle città dove si vive meglio, dove c’è la migliore qualità della vita. Bolzano conquista la vetta, Milano a sorpresa seconda, Firenze in quarta posizione, Roma indietro, il Sud con gli indici peggiori. L'inquinamento urbano troppo elevato, però, mette tutto in discussione.

È stata pubblicata dal Sole 24 Ore la classifica delle città con la migliore qualità della vita. Nell’edizione 2015 della ricerca “Qualità della vita nelle province italiane”, studio condotto quest’anno su 110 province italiane, è Bolzano la città più virtuosa, seguita a sorpresa da Milano (al sesto posto l’anno scorso), quindi Trento (prima nel 2014), Firenze (dodicesima nel 2014), Sondrio, Olbia, Cuneo, Aosta, Siena e Ravenna.

Una Top 10 che da sola rappresenta abbastanza bene la mappa della qualità della vita nei centri urbani italiani a partire da 6 indicatori chiave: “Tenore di vita; Affari e lavoro; Servizi/Ambiente/Salute; Popolazione; Ordine pubblico; Tempo libero”. Assente ogni riferimento all’inquinamento, che pure incide sulla vivibilità di un centro urbano.

Abbastanza bene perché anche questo studio conferma, purtroppo, il divario netto che si registra tra il Nord del Paese e il suo meridione. Nei primi 50 posti, solo la Sardegna piazza 4 città (Olbia, Nuoro, Cagliari, Ogliastra), il resto del Sud riempie la seconda metà, quella con gli indici peggiori.

Certo, è strano parlare di ‘qualità della vita’ (che è una delle aree di intervento più importanti del paradigma smat city) nel momento in cui le nostre città, tra grandi e piccole, soffrono come non mai la morsa dello smog.

Nel primo semestre del 2015, secondo dati Ispra, sono state 18 le città su 78 aree urbane che hanno oltrepassato il limite di 35 giorni con oltre 50 microgrammi per metro cubo giornalieri di PM10. Tutti centri urbani del Nord Italia (soprattutto nel catino padano), con l’aggiunta di Roma e Napoli (nella classifica del Sole 24 Ore, rispettivamente al 16° e 101° posto).

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) l’inquinamento dell’aria provoca ogni anno, solo in Italia, circa 84.400 morti premature, colpendo soprattutto i più piccoli (allergie, asma e infezioni alle vie respiratorie) e gli anziani, con un aumento del rischio di patologie cardiache e della circolazione sanguigna.

Dati che anche il Rapporto di Legambiente ha confermato per il 2015: Milano, Torino, Napoli e Roma sono le città più inquinate d’Italia e, vista la particolare configurazione climatica di questo autunno/inverno 2015-2016, anche le più pericolose per la salute dei cittadini.

Tornando alla classifica del Sole 24 Ore, se prendiamo ad esempio solo gli indici relativi a “Tenore di vita; Servizi e ambiente; Affari e lavoro” si vede graficamente il Paese spezzarsi in due in prossimità di una specie di “Linea Gotica” della qualità della vita in città, tra Roma e Macerata. A Nord di questa ipotetica linea di confine ci sono i migliori indici, a Sud i peggiori (tranne che per la Sardegna).

Esaminando gli estremi del ranking nazionale, quindi Bolzano e Reggio Calabria, si legge nella presentazione del documento sul Sole 24 ore, la provincia autonoma dell’Alto Adige conquista il primato per la quinta volta in 26 anni di ricerca (dopo 2012, 2010, 2001 e 1995), grazie soprattutto al tenore di vita, agli affari e il lavoro, con un tasso di occupazione del 71% (contro una media del 56%), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in più della media), per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita, nel tempo libero (dove è prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri).

Reggio Calabria, invece, ha i piazzamenti peggiori proprio nei primi tre capitoli, “Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi”: alta è infatti la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2%), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’utenza).