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Turismo digitale, 6 considerazioni da fare per l’estate 2020

Le notizie legate al turismo non fanno certo guardare alla prossima stagione turistica con ottimismo.

Il licenziamento del 25% del personale di Airbnb, la crisi del tour operator Tui, la sospensione degli investimenti su Google delle OTA, il fallimento di Hertz negli Stati Uniti, il salvataggio in tutta Europa delle compagnie aeree dipingono uno scenario nel quale soprattutto i viaggi all’estero – per piacere o per lavoro – sono cambiati e non lasciano immaginare un ritorno alla normalità nel breve o nel medio periodo.

Per capire quanto questo conti per il nostro Paese, cito di dati di Airbnb: degli 11 milioni di visitatori che hanno prenotato su Airbnb in Italia nel 2019, il 78 percento era straniero. E, con il blocco dei voli, i 200 mila host del nostro Paese dovranno fare affidamento sul turismo interno, di certo il principale target per la prossima estate.

Occorre pertanto lavorare per cogliere le opportunità che si apriranno, pur tenendo conto della crisi economica che fa da cornice ai consumi e quindi anche alle scelte di viaggio. Tra i fenomeni che è interessante osservare vi sono:

Se, come sostiene Giuliano Noci del Politecnico di Milano, sarà un’estate improntata su sicurezza, benessere e sostenibilità. Dal punto di vista digitale, questo sarà l’anno in cui gli operatori dovranno responsabilizzarsi e creare tutte le condizioni, tecniche e comunicazione, per competere e gestire al meglio gli arrivi e le esperienze offerte.

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