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Turismo digitale, 6 considerazioni da fare per l’estate 2020

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Dal punto di vista digitale, questo sarà l'anno in cui gli operatori dovranno responsabilizzarsi e creare tutte le condizioni, tecniche e comunicazione, per competere e gestire al meglio gli arrivi e le esperienze offerte.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Le notizie legate al turismo non fanno certo guardare alla prossima stagione turistica con ottimismo.

Il licenziamento del 25% del personale di Airbnb, la crisi del tour operator Tui, la sospensione degli investimenti su Google delle OTA, il fallimento di Hertz negli Stati Uniti, il salvataggio in tutta Europa delle compagnie aeree dipingono uno scenario nel quale soprattutto i viaggi all’estero – per piacere o per lavoro – sono cambiati e non lasciano immaginare un ritorno alla normalità nel breve o nel medio periodo.

Per capire quanto questo conti per il nostro Paese, cito di dati di Airbnb: degli 11 milioni di visitatori che hanno prenotato su Airbnb in Italia nel 2019, il 78 percento era straniero. E, con il blocco dei voli, i 200 mila host del nostro Paese dovranno fare affidamento sul turismo interno, di certo il principale target per la prossima estate.

Occorre pertanto lavorare per cogliere le opportunità che si apriranno, pur tenendo conto della crisi economica che fa da cornice ai consumi e quindi anche alle scelte di viaggio. Tra i fenomeni che è interessante osservare vi sono:

  • il turismo di prossimità e le “microavventure” che possono essere attivate in campagna o in montagna ed ecco perché è molto importante che, oltre alle strutture ricettive, il piccolo commercio e la ristorazione ottimizzino la propria presenza nella ricerca locale su Google attraverso Google My Business e le sue nuove funzionalità (post, prodotti, informazione sui servizi di consegna, …);
  • l’opportunità di creare, attorno alla permanenza, e comunicare le esperienze disponibili nei dintorni: due buoni esempi sono il Venissima Wine Resort di Venezia e, non sul piano del lusso, l’albergo abruzzese Sextantio di Santo Stefano di Sessanio in provincia dell’Aquila;
  • di fronte alla complessità nella gestione della permanenza in hotel, il maggior interesse che riscuoteranno l’affitto di appartamenti (il 78% degli annunci su Airbnb peraltro) e i viaggi in camper;
  • l’affermazione della montagna d’estate e l’ascesa della collina, in virtù delle caratteristiche che può offrire di maggior raggiungibilità e sicurezza;
  • la necessità, per le strutture turistiche, di avvalersi di un ecosistema digitale per anticipare l’esperienza di viaggio grazie al sito e ai social media, per gestire le prenotazioni e le code, per effettuare le consegne a domicilio e, nel caso degli hotel, a fronte del divieto del buffet, per digitalizzazione i menù e la colazione: molto usato Google Forms per software per realizzare il tutto;
  • l’opportunità di creare forme di collaborazione fra gli attori per “creare” il prodotto turistico e promuoverlo.
  • la capacità di gestire al meglio la presenza su Google che, anche con il lancio della formula “pay per stay” rivolta alle strutture ricettive, sta ponendo i suoi prodotti, fra i quali Google Hotel, all’interno di una progressiva disintermediazione di Expedia e Booking.

Se, come sostiene Giuliano Noci del Politecnico di Milano, sarà un’estate improntata su sicurezza, benessere e sostenibilità. Dal punto di vista digitale, questo sarà l’anno in cui gli operatori dovranno responsabilizzarsi e creare tutte le condizioni, tecniche e comunicazione, per competere e gestire al meglio gli arrivi e le esperienze offerte.