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Quadrato della Radio: un programma triennale fra ICT e etica sociale

“Coniugare la transizione digitale con gli aspetti etici e sociali”: è il messaggio lanciato dal neopresidente del “Quadrato della RadioUmberto De Julio che non a caso ha presentato il programma triennale dell’associazione dell’Ict nella prestigiosa Sala Marconi della Radio Vaticana a Roma.

Tre le linee principali lungo cui nei prossimi anni si articoleranno le iniziative della ormai cinquantennale associazione (battezzata nel 1975 a Villa Griffoni, casa natale di Guglielmo Marconi e oggi sede del Museo e della Fondazione che porta il nome dello scienziato). I soci del Quadrato della Radio sono manager dell’Ict, docenti universitari, ricercatori, esperti del settore scelti per cooptazione tra i nomi più prestigiosi del settore in Italia per ruolo o per storia professionale.

Rafforzare i rapporti con le istituzioni

Innanzitutto, il programma di De Julio si propone di rinforzare i rapporti con le istituzioni pubbliche, Parlamento, Governo, Authorities, Regioni, Enti locali per sensibilizzare e promuovere la messa in campo di politiche che supportino la digitalizzazione dell’Italia ma che siano nel contempo capaci di favorire lo sviluppo dei servizi e dell’industria nazionali in un momento in cui una parte importante del comparto, in particolare i gestori delle reti di telecomunicazione, si trova a vivere momenti non facili e dal destino incerto. Il tutto mentre le multinazionali Over The Top approfittano delle reti di tlc per fornire in modo sempre più massiccio e aggressivo i loro servizi, senza minimamente compartecipare allo sviluppo dell’infrastruttura necessaria.

In questi anni, le regole hanno infatti privilegiato soprattutto gli interessi dei consumatori, ma non hanno tenuto conto delle esigenze delle imprese che investono, col rischio di rallentare l’innovazione infrastrutturale con conseguenze negative non solo per l’occupazione del settore ma anche per i consumatori stessi per i quali è fondamentale disporre di infrastrutture e servizi all’altezza di un Paese digitale.

Competenze digitali

La seconda area di intervento del Quadrato della Radio sarà dedicata alla diffusione delle competenze digitali, di cui oggi l’Italia è particolarmente carente. Lo dimostrano tutti i confronti con gli altri Paesi e non solo europei: basti pensare al gap di laureati e diplomati nelle discipline Stem. Una carenza di professionalità di cui già si soffre oggi. Ad esempio, nelle difficoltà che incontrano le realtà industriali e dei servizi dell’Ict a reperire figure professionali adeguate e in numero sufficiente alle loro esigenze.

Se non risolte, tali problematiche sono destinate ad accentuarsi nel corso degli anni e rischiano di rappresentare un freno allo sviluppo digitale dell’Italia se continuerà a permanere la carenza politiche volte con decisione alla diffusione delle competenze digitali, in particolare tra le giovani generazioni, nelle piccole e medie imprese, nella pubblica amministrazione.

Legami fra Università e Industria

Il terzo filone delle iniziative del Quadrato della Radio riguarderà i legami tra Università e Industria, oggi ancora flebili e saltuari, in particolare se confrontati con quanto avviene nei maggiori Paesi industrializzati. ”In Italia è ancora troppo bassa l’innovazione di prodotto e di processo frutto della collaborazione tra imprese e università”, ha denunciato De Julio ricordando come l’asse industria/università sia alla base di moltissime innovazioni tecnologiche, non solo negli Usa ma anche in Paesi come la Germania e la Francia.

Le ragioni di questa divaricazione tutta italiana sono molteplici. Fra esse va sottolineata, ad esempio, la prassi per cui gli avanzamenti di carriera di un professore universitario sono legati soprattutto alla quantità di pubblicazioni effettuate mentre le conquiste sul campo dell’innovazione di prodotto o di processo, fondamentali per la diffusione dell’innovazione di un Paese, trovano scarso se non nullo riconoscimento rendendo poco attraente ed anzi svantaggioso per un docente seguire tale percorso di ricerca. “Bisognerebbe inoltre – ha proposto De Julio – prevedere contributi e sgravi fiscali per le iniziative comuni tra imprese e Università”.

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