Donne e Media

PubblicaRai, G. Cims: ‘La Rai ha disatteso gli impegni del Contratto di servizio’

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Evento a Roma di PubblicaRai. Il Comitato chiede una sede permanente per il confronto Rai-cittadini.

Imprimere una svolta al servizio pubblico. Quella svolta che le nuove disposizioni sulla Rai non hanno saputo apportare.

E’ questo l’obiettivo del confronto di oggi a Roma, all’Associazione della Stampa Estera, organizzato dal Comitato PubblicaRai, dal titolo ‘Proposte per una Rai rinnovata, pubblica e partecipata’, in vista del rinnovo della concessione.

Al centro della discussione, alla presenza di esperti e protagonisti dei servizi pubblici europei e dei rappresentanti delle istituzioni, la Consultazione indetta dal Governo e il desiderio di varare un percorso di eventi che porti alla creazione di una sede permanente di confronto Rai- cittadini.

Gabriella Cims, Promotrice Appello Donne e Media, non ha potuto partecipare all’evento ma ha voluto ugualmente dare il proprio contributo inviando un messaggio che è stato letto dalla moderatrice Arianna Voto dell’Associazione stampa romana.

“Vorrei porre all’attenzione dell’odierno dibattito – ha indicato Cims – un tema a mio avviso dirimente, quello della inattuazione degli impegni assunti da Rai con il Contratto di Servizio pubblico radiotelevisivo, la carta che in base alla legge stabilisce i doveri dell’azienda quale concessionaria, appunto, di un servizio pubblico. L’inattuazione del Contratto è una prassi alla quale, ahimè, abbiamo dovuto abituarci.Ma assuefarsi alle inadempienze dello Stato non è né un bel segnale né motivo di ripresa per il futuro del nostro Paese”.

 

Per Cims, è del tutto evidente che, se i cittadini pagano una tassa (il canone), per un servizio pubblico, ebbene abbiano diritto che questo sia fornito.

Il contrario è inaccettabile, ancor più in una fase di impoverimento generale della popolazione”.

Appello Donne e Media è il network di associazioni, rappresentanze professionali, organismi di parità nazionali e locali, che ha elaborato la prima Policy di genere della TV pubblica, in vigore nel Contratto di Servizio, dal 2011. Con tali rappresentanze, tra le quali sin dalla prima ora si è affiancata l’Associazione della Stampa Romana, a partire dal 2009 è stato elaborato un piano coordinato di proposte affinché tutte le piattaforme mediali si impegnassero a fornire una rappresentazione delle donne poliedrica e non stereotipata.

“Il primo risultato importante – ha ricordato Cims – lo abbiamo ottenuto proprio con la Rai e con i 13 nuovi impegni che essa si è assunta dal 2011 per offrire al pubblico “trasmissioni in grado di valorizzare i diversi ruoli che le donne svolgono nella società”, come indica il Contratto di Servizio vigente”.

“Solo per fare un esempio – ha osservato Cims – della portata della riforma introdotta, basti evidenziare come Rai, nella programmazione sociale, si fosse impegnata a proporre una specifica trasmissione, in collaborazione con le forze dell’ordine, per contrastare la violenza sulle donne. C’è da chiedersi “Chi l’ha vista?” Ovviamente nessuno”.

“Ma intanto, da gennaio, abbiamo registrato un’ecatombe di omicidi di donne, oltre 60. Eppure da più parti si è consolidata la consapevolezza che un diverso approccio culturale, su cui il servizio pubblico potrebbe essere incisivo, sarebbe esiziale per arginare il dilagare della violenza che si sta abbattendo sulle donne. Questo è solo uno degli effetti della mancata attuazione del Contratto di Servizio”, ha sottolineato.

Questa è la ragione, ha spiegato Cims, per la quale “sono convinta dell’ampia portata della iniziativa che abbiamo di recente intrapreso con il network del “Comitato Pubblica Rai”, facendo convergere molteplici e diversificate associazioni sull’obiettivo primario di proporre una maggiore partecipazione della cittadinanza, a garanzia dell’efficacia del servizio pubblico televisivo e multimediale”.

Solo attraverso un rinnovato coinvolgimento e impegno diretto della società – ha concluso la Promotrice dell’Appello Donne e Media – si potrà ricostruire un buon grado di fiducia nella tv pubblica, oggi quanto mai indispensabile per giustificare la richiesta del canone attraverso un prelievo coatto altrimenti incomprensibile”.