Protezione civile 2.0, partito il progetto ‘Comune sicuro’

di |

L'obiettivo è rendere utilizzabile una piattaforma nel cloud per un perfetto scambio di dati ed informazioni.

Oggi i dati e le informazioni giocano un ruolo importantissimo per vivere meglio. La nostra sicurezza non fa eccezione come non fa eccezione pensare a come rendere più sicuri i luoghi in cui viviamo e le nostre comunità.

Per questo motivo è nato il progetto “Comune Sicuro”, anche grazie all’esperienza di oltre un decennio di attività del laboratorio geoSDI del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Il progetto “Comune sicuro” ha l’obiettivo di voler offrire a tutti i comuni, anche e soprattutto i più piccoli, l’opportunità di poter sviluppare e gestire un ‘Piano di Protezione Civile’. L’idea cardine è rendere utilizzabile una piattaforma nel cloud per un perfetto scambio di dati ed informazioni. Tutto questo per ottimizzare le risorse disponibili e coinvolgere tutti ad essere parte del sistema, siano essi operatori o semplici cittadini. Alla base c’è la realizzazione di un insieme di funzionalità che permette a tutti, ogni giorno, di essere parte integrante del sistema.

 

Gli Obiettivi del Progetto

Definire i rischi incidenti sul territorio

In primo luogo bisogna definire molto bene quali sono i rischi che incidono in un territorio ed avere coscienza di tutto ciò che può accadere. Questo deve essere fatto non a ridosso di una emergenza ma con la dovuta serenità e calma in modo da avere le condizioni ideali a poter disegnare scenari e modalità di reazione.

Censire le risorse disponibili

Alla base di qualsiasi tipo di pianificazione c’è il censimento delle risorse disponibili. Questa attività va fatta in modo capillare e soprattutto bisogna condividere non solo le informazioni che possono risultare utili al proprio operato ma anche i dati delle informazioni che possono essere utili all’operato di altri soggetti. Spesso infatti non ci si pone il problema di dover comunicare ad altri le nostre informazioni ma si organizza l’informazione solo in funzione di quello che noi sappiamo fare.

Pianificare le esigenze in funzione dei rischi

Esistono vari tipi di rischi ed ognuno ha caratteristiche modalità di intervento diverse. Ognuno però è simile agli altri per metodologia e modalità di reazione della comunità. Nei Piani di Protezione Civile sono ben definite le varie fasi di Attenzione, Allerta ed Allarme e sono, tranne qualche caso, comuni a tutti i rischi. Reagire nel modo corretto alla fase di attenzione e dalla fase di allerta spesso può minimizzare i danni e minimizzare il rischio. Infatti, la pericolosità è l’importanza di un rischio dipende dal modo con cui una comunità si sa organizzare contro di esso. Se viviamo in un’aria ad alto rischio sismico e costruiamo i nostri edifici in una modalità antisismica il rischio viene minimizzato e ridotto anche in modo da essere reso accettabile.  Questo concetto vale per quasi tutti rischi ma per poter fare ciò bisogna innanzitutto conoscere il rischio, prevedere come e dove sul territorio possa provocare danni, ricercare la migliore soluzione possibile per contrastare un eventuale evento calamitoso, ma soprattutto essere sicuri di effettuare tutte le attività utili al contrasto del rischio stesso.

Conoscere per sapere cosa fare

Conoscere come il rischio si comporta e quali sono gli elementi di contrasto aiuta alla popolazione a modificare il proprio modo di vivere il rischio stesso. Tutto questo presuppone la realizzazione di un sistema che riesca a scambiare informazioni, a conoscere il territorio, a conoscere il rischio stesso e quindi mettere in pratica le “best practice”.

Un Servizio Geo Social per tutti

Ogni dato è utile, ogni informazione aiuta a conoscere il territorio, tutti possono contribuire a migliorare il flusso informativo e quindi bisogna creare un sistema che, utilizzando metodologie proprie dei social, riesce a condividere ogni singolo dato d’ogni singola informazione tra i vari soggetti interessati in modo da avere sempre un quadro quanto più aggiornato possibile della situazione e di come il territorio reagisce.

La tecnologia web, il posizionamento geografico dell’informazione, la condivisione dei dati ed un sistema multilivello dove vari soggetti con varie professionalità possono allo stesso modo interagire sono la base nel sistema che proponiamo.

Infatti solo un sistema così concepito può far si che la comunità collabori e si coordini almeno sulla parte informativa.

Le Attività Principali

In pratica si parte dall’idea di rendere operative le quattro attività principali di un Piano di Protezione Civile

Previsione e Pianificazione

Le attività di Protezione civile si basano sulla capacità di poter prevedere gli eventi che accadranno e quindi pianificare le azioni da intraprendere sia durante l’avvicinarsi di un evento emergenziale sia durante e dopo l’evento stesso. La previsione di un evento è un’attività abbastanza complessa ma che può essere svolta anche grazie al supporto delle organizzazioni regionali e nazionali per cui, i bollettini meteo piuttosto che una serie di informazioni sempre più precise, aiutano a dare all’operatore comunale un messaggio preventivo sul potenziale evento che si sta scatenando. Una buona conoscenza, poi, del proprio territorio offre la possibilità di poter pianificare, con la calma e l’attenzione del caso, cosa fare durante le varie fasi emergenziali partendo da una soglia di attenzione per finire alle attività post evento.

Interoperabilità

Agire quando eventi straordinari accadono non è mai cosa che possono fare singoli individui ma sono attività che una intera collettività deve contribuire a realizzare. Ognuno è utile e può essere utilizzato nel migliore modo solo se l’intero sistema ne conosce le caratteristiche e le potenzialità ed utilizza tutto ciò nel modo migliore possibile. Le sinergie e le complementarietà poi sono un elemento strategico di una attività di gruppo. Infatti, poter interagire con altri soggetti, spesso, aumenta le proprie capacità aumentando anche le potenzialità del soggetto con cui si collabora. I risultati di qualcuno spesso sono l’inizio dell’operato di un altro e così via dicendo. Tutto deve essere reso all’interno di una armonica gestione e quindi deve essere assicurata l’interoperabilità tra i vari soggetti e soprattutto dell’informazione.

Coordinamento

Purtroppo bisogna evidenziare che sempre più spesso durante le attività di emergenza ci si comporta seguendo una logica intuitiva che è frutto di tante buone intenzioni ma che fa emergere la mancanza, spesso quasi totale, di coordinamento e di conoscenza delle fasi emergenzali. Lavorare insieme significa in primo luogo conoscere chi sono i soggetti con cui si collabora e sapere esattamente cosa fanno, chi lo fa ma soprattutto come ci si deve relazionare. Conoscere preventivamente chi sono i soggetti che opereranno dopo di noi può cambiare il nostro modo di operare con il fine di aiutare gli altri a fare meglio il proprio lavoro. Inviare una corretta informazione alle squadre che stanno operando può essere fondamentale per assicurare un miglior risultato e soprattutto una più efficiente organizzazione delle attività.

Ottimizzazione delle Risorse in Campo

Le risorse che un’amministrazione comunale ha a propria disposizione sono sempre più scarse e quindi sorge la forte necessità di dover utilizzare al meglio tutto quello che sia ha a disposizione. A volte il semplice recensire le varie disponibilità per rendere noto la possibilità di utilizzare o meno determinate risorse risulta essere un’ottimizzazione delle risorse in campo.In emergenza tutto ci sembra importante, tutto è prioritario e quindi, di conseguenza, nulla è importante e nulla è prioritario. Solo una visione esterna di ciò che sta accadendo può definire le priorità in campo altrimenti si rischia di utilizzare il grande impegno di tutti i soggetti  interessati in modo errato.

Inoltre va evidenziato che molte attività non vengono ben coordinate e non tengono presente alcuni presupposti propri di chi opera in questo settore. Innanzi tutto gli eventi ed i comportamenti cambiano al cambiare delle condizioni a contorno ed in particolare bisogna avere approcci diversi in condizioni diverse.

In ogni fase i soggetti interessati dalle procedure di Protezione Civile attivano o meno procedure e modalità operative diverse.

  • La Fase di Attenzione fa si che una serie di processi siano effettuati più spesso e vari operatori si rendono disponibili in modo da essere pronti ad assumere particolari configurazioni. Si controllano le attrezzature e si verifica che una serie di strumentazioni o di persone siano disponibili e pronte per eventuali utilizzi.
  • Queste procedure si intensificano e si faranno più stringenti in fase di Allerta. Infatti in questa fase la popolazione viene avvisata della possibilità che un determinato evento possa accadere e si ricordano istruzioni e regole che possano poi risultare utili se si passa alla fase successiva.
  • La fase di Allarme invece mette in moto la totalità delle risorse presenti e da il via ad una serie di processi che sono previsti dai piani fino ad eventuali evacuazioni, attività di livello eccezionale con il coinvolgimento di tutti i soggetti previsti.

Per poter avere efficacia di gestione dei Piani di Protezione Civile c’è bisogno di realizzare una piattaforma software che metta in condizione tutti i soggetti coinvolti, siano essi responsabili o cittadini, di aggiornare e conoscere l’informazione ed i modi di operare nelle fasi emergenziali. L’unico modo per assicurare efficienza ed efficacia è rendere omogeneo e quotidiano lo scambio informativo tra tutti i soggetti, responsabili e cittadini.

 

Publicazione Completa ResearchGate : https://tinyurl.com/comunesicuro