Lo studio

Proprietà intellettuale, vale il 47% del PIL italiano

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Le imprese ad alto tasso di investimenti nella proprietà intellettuale occupano il 31,5% della forza lavoro in Italia. In Europa la proprietà privata vale circa 6.600 miliardi di euro, il 45% del Pil dell’Ue.

Le imprese che investono in innovazione tecnologica, di processo, di sistema, di prodotti e servizi, sono gli attori più rilevanti nello scacchiere economico europeo e quindi italiano. Il loro contributo alla crescita e l’occupazione, grazie alla proprietà intellettuale, è assolutamente rilevante e dovrebbero per questo essere prioritarie nell’agenda dei Governi degli Stati dell’Unione europea.

Il rapporto sulla proprietà intellettuale (Ip) diffuso dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale Euipo (European Union Intellectual Property Office), dal titolo “IP contribution study”, ha certificato che il 45% del prodotto interno loro (Pil) Europeo è realizzato da imprese ad alto investimento di proprietà intellettuale e che le stesse occupano il 29% della forza lavoro comunitaria, cioè 63 milioni di impiegati in vari settori.

Parliamo di un valore approssimativo di 6.600 miliardi di euro.

Il dato oggettivo è ancora più significativo, se analizzato per il trend dal 2011, laddove il Pil europeo prodotto da imprese con alti investimenti IP era il 39%.
Siamo a un +15%, una cifra significativa in termini assoluti e anche relativamente a un Pil europeo cresciuto nello stesso periodo dell’11%.
Se guardiamo all’export il surplus generato è di oltre 180 miliardi di euro.

Il capitolo Italia è ancora più interessante nel Rapporto Euipo, con le imprese ad alto tasso di investimenti nella proprietà intellettuale che valgono il 47% del Pil nazionale, cioè 774 miliardi di euro.

Tali imprese occupano il 31.5% della forza lavoro, circa 7 milioni di occupati, crescendo di oltre 12 punti.
Ancora più positivo, rispetto all’Europa, è il trend, in un Paese che dalla crisi del 2009 non riesce a recuperare ricchezza e che segna oggi un Pil pari a quello del 2004.
Nonostante questo, la crescita del peso dell’IP sull’economia è in espansione costante, con un +6% di incidenza sul Pil rispetto a 3 anni prima.  

Il settore più trainante nel nostro Paese è quello del design, secondo quanto riportato dall’Ansa, in particolare dell’abbigliamento, accessori, arredamento, illuminazione e gioielli. I disegni industriali e modelli generano 3,79 milioni di posti di lavoro, pari al 17,2% di tutti gli impieghi e contribuiscono con 279 miliardi di euro al Pil del Paese (16,9%). Il significativo impatto economico delle industrie di design si conferma anche a livello europeo con la creazione di 30,7 milioni di posti di lavoro diretti e con il contributo del 16,2% al Pil dell’Ue.
Le esportazioni del settore hanno generato un’eccedenza commerciale di oltre 66 miliardi di euro nel 2016 e nelle industrie di supporto sono stati creati 14,3 milioni di posti di lavoro.