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Prodotti chimici pericolosi, la produzione è in aumento

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In Europa la produzione e il consumo di prodotti chimici pericolosi per la salute hanno raggiunto nel 2021 214,3 milioni di tonnellate.

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Quelli dannosi per la salute sono arrivati a 214,3 milioni di tonnellate l’anno

Se vogliamo guardare i numeri, occorre ammettere che l’impegno delle imprese del settore chimico non è sufficiente a ridurre i rischi sia per la salute umana che per l’ambiente. Anzi, sempre se si vogliono guardare i numeri, bisogna ammettere che le cose stanno peggiorando. I prodotti chimici pericolosi sono noti, e li vedremo in dettaglio, ma il fatto è che stanno aumentando seguendo l’aumento della produzione che, a sua volta segue, ovviamente, il ciclo economico: in periodi di recessione i pericoli derivanti dai prodotti chimici diminuiscono proprio perché cala la produzione.

I prodotti chimici pericolosi per la salute umana

Il grafico sopra mostra l’andamento della produzione e il consumo di prodotti chimici nell’Europa a 27. I dati sono in milioni di tonnellate e indicano sia la produzione e il consumo totale di prodotti chimici che la produzione e il consumo di prodotti chimici pericolosi per la salute. Risultato? Come si vede nel 2021 (ultimi dati resi disponibili da Eurostat) la produzione totale di prodotti chimici ha raggiunto quota 278,9 milioni di tonnellate.

Ma il dato importante è l’altro: la produzione e il consumo di prodotti chimici pericolosi per la salute ha raggiunto nel 2021 i 214,3 milioni di tonnellate. Eurostat avverte che, però, i dati si riferiscono alla produzione e al consumo, non sono indicativi del pericolo effettivo per la salute umana per l’uso di queste sostanze se se ne viene in contatto. Significa, quindi, che i dati sono stati raccolti con parametri molto restrittivi e non è detto che se si viene in contatto con una sostanza chimica automaticamente si rischia una qualche forma di intossicazione.

Un dettaglio importante riguarda il fatto che i pericoli dei prodotti chimici per la salute umana non si riferiscono solo alla fase di “consumo” cioè di uso di questi prodotti, ma anche alla fase di produzione. Un prodotto può essere più o meno innocuo per la salute umana ma può essere pericoloso produrlo. In questo caso, spesso, i pericoli dei prodotti chimici non sono associati solo alla salute ma anche all’ambiente, come vedremo tra poco.

L’andamento della produzione dell’industria chimica

Chiaramente più aumenta la produzione più, analogamente, cresce la produzione di prodotti chimici pericolosi. Non dovrebbe essere così, stante l’impegno delle imprese del settore nella difesa della salute e dell’ambiente, ma questo è un fatto. Il grafico sopra mostra, come detto, l’andamento della produzione totale di prodotti chimici nell’Europa a 27 anche se, avverte Eurostat, la maggior parte delle industrie chimiche hanno sede nell’Europa occidentale.

La produzione, come si vede, è aumentata tra il 2004 e il 2007 per poi scendere gradualmente fino al picco negativo del 2020, l’annus horribilis della pandemia. Nel 2021, ultimi dati disponibili, la produzione è cresciuta fino a toccare le 278,9 milioni di tonnellate tornando più o meno al livello del 2012. Lo stesso identico andamento l’hanno avuta i prodotti chimici pericolosi per la salute: nel 2021 si è tornati leggermente sopra il livello del 2012.

I prodotti chimici pericolosi per l’ambiente

Ma si può scendere ancora più nel dettaglio. I prodotti chimici sono stati divisi, infatti, in diverse classi in base alla pericolosità per l’uomo e per l’ambiente. L’andamento della produzione di prodotti chimici in base a queste classificazioni, sempre in milioni di tonnellate, è indicato nel grafico sotto.

Partiamo dai dati positivi: la produzione chimica di prodotti che portano con sé un “rischio ambientale cronico” (linea verde in basso) è pari a zero. Il fatto è che è sempre stato zero nel periodo in esame 2012-2021. Leggermente in crescita, invece, la produzione e il consumo di prodotti chimici definiti con un “pericolo ambientale acuto significativo” (linea rossa in basso). Se ne sono prodotte 0,9 milioni di tonnellate nel 2012 che sono diventate 1,3 nel 2021.

Sempre per vedere il bicchiere mezzo pieno, bisogna notare il calo della produzione degli ultimi anni dei prodotti definiti da Eurostat “pericolo ambientale cronico significativo”: se nono prodotte 26,3 milioni di tonnellate nel 2012 che sono salite a 32 nel 2019 per poi calare a 27,3 nel 2021. In calo anche la produzione e il consumo di prodotti chimici definiti semplicemente “pericoloso per la salute” passati da 62,5 milioni di tonnellate nel 2012 alle 54,5 milioni di tonnellate del 2021.

Le classificazione dei prodotti chimici pericolosi

Come si vede nel grafico interattivo qui sopra, Eurostat classifica la pericolosità dei prodotti chimici in diverse classi sia per quanto riguarda la salute che per l’ambiente. Nel primo caso dovrebbe far riflettere il dato riguardante “pericolo per la salute cancerogeno, mutageno e reprotossico (CMR)”: la produzione e il consumo è passata da 36,3 milioni di tonnellate nel 2012 a 39,9 nel 2021.

Ma quali sono i pericoli associati a questi prodotti chimici? La cancerogenicità si riferisce alla capacità di un prodotto chimico di causare il cancro o aumentare il rischio di sviluppare tumori maligni. La “mutagenicità” è la capacità di una sostanza chimica di causare mutazioni nel Dna delle cellule. Le mutazioni sono cambiamenti permanenti nel materiale genetico e possono avere effetti a lungo termine sulla salute, inclusi cambiamenti ereditari o lo sviluppo di malattie genetiche. Infine una sostanza chimica è definita reprotossica se può danneggiare il sistema riproduttivo umano o influenzare negativamente la salute del feto durante la gravidanza. Queste sostanze possono causare difetti congeniti, aborto spontaneo, riduzione della fertilità o altri problemi riproduttivi.

Cresce la produzione e il consumo di prodotti chimici pericolosi

Un altro dato che dovrebbe far riflettere riguarda la produzione e il consumo di prodotti chimici dannosi per l’ambiente. Meglio spiegare: la classificazione “pericolosi per l’ambiente” è la, diciamo così, meno “pericolosa” tra tutte le classificazioni di Eurostat. Significa che la crescita, che c’è stata, nella produzione e nel consumo di questo tipo di prodotti chimici potrebbe essere interpretata (dagli ottimisti) come una buona notizia: si è passati da 79,1 milioni di tonnellate del 2012 agli 84,8 milioni di tonnellate del 2021.

Il fatto è che anche i prodotti chimici definiti “grave pericolo ambientale cronico” sono aumentati anche se siamo a livelli infinitamente più bassi: dalle 26,3 milioni di tonnellate del 2012 si è saliti fino a 30 milioni di tonnellate nel 2021.

I dati si riferiscono al 2012-2021
Fonte: Eurostat