Key4biz

Privacy, i dati sanitari degli italiani regalati a Ibm? Ecco di cosa si tratta

C’è chi già l’ha chiamato ‘Il grande Fratello della Sanità’ prima ancora di nascere. Sull’area alle porte di Milano, che ha ospitato EXPO 2015, Ibm realizzerà l’hub europeo ‘Watson Health’, un centro di eccellenza nel campo della genomica, dei Big data, dell’invecchiamento della popolazione e dell’alimentazione. Il cervellone di Ibm sarà in grado di memorizzare e analizzare milioni di referti medici, tac, immagini, lastre relative a decine di migliaia di pazienti malati di cancro e in tempi brevi aiutare i medici a formulare le diagnosi per trovare le cure migliori.

Il progetto Ibm

Il colosso informatico ha dichiarato di investire 135 milioni di euro nel corso dei prossimi anni riunendo data scientist, ingegneri, ricercatori e progettisti di Watson Health per sviluppare una nuova generazione di applicazioni e soluzioni sanitarie basate sui dati.

Il tutto in cambio di cosa? Il Fatto Quotidiano, che ha dichiarato di aver letto il contratto firmato l’anno scorso sotto gli occhi dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha sottolineato che il Governo avrebbe promesso a Ibm per poter avviare la ricerca l’accesso ai dati sanitari degli italiani, a partire da quelli degli abitanti della Lombardia. E proprio nel consiglio regionale lombardo Chiara Cremonesi (Sinistra italiana) ha presentato un’interrogazione per chiedere al presidente Roberto Maroni i dettagli dell’accordo tra le parti, in particolare la consigliera è preoccupata per la privacy dei lombardi. Maroni, il 6 aprile scorso da San Francisco in visita proprio alla sede della società informatica, ha dichiarato: “Il centro è una cosa di grande importanza, estremamente innovativo, grazie al quale si potranno avere anche diagnosi più precise, in tempi rapidi e a un costo inferiore per il sistema sanitario”, poi il governatore ha aggiunto: “la questione della privacy non è insuperabile”. Chiederò presto un parere al Garante.

Ma il Garante della privacy, Antonello Soro, già il 22 febbraio 2017 ha inviato una lettera a Governo e Regione Lombardia per avere chiarimenti sulla vicenda. Il Garante ha ribadito due concetti fondamentali per il rispetto della privacy dei cittadini italiani:

La posizione di IBM

Ibm ha replicato informalmente al Fatto Quotidiano affermando che i dati non verrebbero ceduti o venduti alla multinazionale.
Resta da vedere cosa è accaduto realmente e cosa accadrà effettivamente nei prossimi mesi tra Governo, Regione Lombardia e Ibm.

Stay tuned.

Exit mobile version