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Privacy, dopo l’Irlanda altri 9 Paesi contro Google

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I problemi di privacy di Google non finiscono. Secondo quanto riferito ieri da Reuters, sembra infatti che 9 Paesi europei – Italia, Francia, Germania, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria e Slovenia – abbiano sporto denuncia presso le rispettive autorità Antitrust per investigare su una potenziale violazione della privacy da parte di Google.

L’accusa è legata alla gestione dei dati relativi agli annunci pubblicitari online, infatti evidenzia come il fatto che tutto ciò avvenga in tempo reale possa portare alla condivisione di dati personali degli utenti a migliaia di società, violando le regole del GDPR.

Il caso Irlandese

Si tratta di un caso analogo a quello nato in Irlanda in seguito ad una segnalazione fatta dai gestori di Brave, un browser incentrato sul tema della privacy, che ha evidenziato le criticità derivanti da un sistema automatizzato che abbina i dati degli utenti a quelli di milioni di annunci pubblicitari. Questo viene poi sfruttato per dare il via ad una vera e propria asta in tempo reale, in cui gli inserzionisti cercano di accaparrarsi gli spazi pubblicitari più redditizi, senza tenere conto della privacy degli utenti.

Google sotto inchiesta negli Usa

La Federal Trade Commission (FTC) e il Dipartimento di Giustizia (DoJ) del Governo americano starebbero sorvegliando da vicino due giganti del web, Google e Amazon, per pratiche commerciali scorrette, concorrenza sleale e abuso di posizione dominante.

Google è accusato di abuso di posizione dominante per aver favorito i propri servizi e quelli delle aziende collegate sul proprio motore di ricerca, ovviamente a discapito delle altre e del livello generale di concorrenza del mercato americano; possibili pratiche commerciali scorrette sul mercato dell’advertising online (dove controlla un terzo del mercato mondiale).

L’industria pubblicitaria online, una fonte di guadagno preziosa per Google dovrebbe raggiungere quest’anno quota 273 miliardi di dollari secondo la società di ricerca eMarketer.

Le denunce e la campagna #StopSpyingOnUs

Il sistema di pubblicità in tempo reale delle offerte potrebbe trasmettere i dati personali degli utenti a centinaia o migliaia di aziende. Questo metodo pubblicitario viola chiaramente il regolamento sulla protezione dei dati dell’UE (GDPR) “, ha affermato Eva Simon, esperta legale del gruppo di campagna Liberties che sta coordinando le denunce. “

La campagna #StopSpyingOnUs lanciata ieri nei 9 Paesi europei da parte di quattordici organizzazioni per i diritti umani e i diritti digitali, coordinate da Liberties, chiede alle autorità di protezione dei dati, a livello sia europeo che nazionale, di avviare indagini sulla violazione massiccia e continuativa dei dati, che si verifica centinaia di miliardi di volte al giorno e che può colpire tutti quelli che visitano un sito web.

Questa campagna vedrà organizzazioni e singoli individui unire le forze per proteggere le informazioni personali che possono essere condivise senza il nostro consenso, come la cronologia della navigazione o la posizione, ma anche l’orientamento sessuale o i codici identificativi unici.  I reclami presentati alle autorità preposte alla protezione dei dati sottolineano che il sistema di pubblicità real-time bidding può trasmettere i dati personali degli utenti a centinaia o migliaia di aziende. Questo metodo di pubblicità viola chiaramente il regolamento UE sulla tutela dei dati (GDPR). Abbiamo deciso di lanciare una campagna per l’applicazione della GDPR, per dire che è giunto il momento di fermare #SpyingOnUs”, ha concluso Simon.

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