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Privacy, diritto all’oblio, didattica digitale. Il manuale all’uso consapevole della Rete. Intervista a Lorella Zanardo e Cesare Cantù

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“Schermi – se li conosci non li eviti” nasce con un obiettivo preciso: fornire strumenti semplici ma efficaci per l’educazione all’uso consapevole dei mass media.


Non solo un libro dunque, ma anche uno strumento di progresso e cambiamento. Saper guardare le immagini, riconoscere le manipolazioni del linguaggio audiovisivo, verificare le notizie, gestire i dati personali online, contrastare l’odio in rete sono tutte competenze necessarie alla costruzione di una società più giusta e a misura dell’essere umano.
Le teorie, le tecniche didattiche e le esercitazioni presentate nel testo sono il frutto di anni di lavoro sul campo, in Italia e all’estero, che hanno permesso agli autori di formare migliaia di docenti, che a loro volta hanno educato ai media decine di migliaia di ragazze e ragazzi.
Il metodo da loro sviluppato unisce i presupposti teorici della ricerca sui media alle capacità pratiche del saper realizzare professionalmente video e comunicazione, collegando il tutto a un approccio di cittadinanza attiva, che mira a migliorare le competenze del pubblico dei media. Perché un pubblico consapevole è il presupposto di media migliori.

Abbiamo intervistato gli autori: Cesare Cantù e Lorella Zanardo.

Key4biz. SCHERMI-SE LI CONOSCI NON LI EVITI è il vostro nuovo Manuale di Educazione ai Media frutto di dieci anni di lavoro nelle scuole con docenti, ragazze e ragazzi dove insegnate a “guardare con occhi consapevoli”. Perché è necessaria una alfabetizzazione alle immagini oggi?

Il fatto che le immagini siano per loro natura “evidenti”, mostrino cioè il loro contenuto direttamente e immediatamente, non vuol dire che siano anche chiaramente comprensibili da chiunque. Vedere è un po’ credere, ce lo dice il senso comune e ce lo dicono le neuroscienze, nel senso che le immagini che vediamo vengono recepite dalla nostra mente senza passare attraverso l’elaborazione razionale del pensiero. A meno che non si sia in grado di guardarle in modo ‘attivo’.

Bisogna tenere conto del fatto che le immagini non sono solo riproduzioni della realtà, sono anche il risultato di una costruzione culturale, la messa in scena di valori, simboli, sogni, paure. Hanno un ruolo fondamentale nella nostra società, amplificato dalla presenza diffusa e dall’alta frequenza con cui compaiono nella nostra vita di tutti i giorni.

Per comprendere le immagini bisogna andare oltre ciò che si trova sulla loro superficie, essere in grado di collocarle nel contesto generale della comunicazione e coglierne la ricaduta sociale e culturale, essere capaci di riconoscerne manipolazioni ed errori. Saper fare tutto questo mentre si guarda, mentre osserviamo le immagini, e non a posteriori ragionando, è ciò che possiamo definire la visione attiva. È un atteggiamento consapevole che permette di far valere il proprio punto di vista, di esercitare libertà di pensiero, di non sottostare all’omologazione, di ridare autonomia al proprio sguardo.

Per arrivare a sviluppare questa facoltà occorre assimilare le basi del linguaggio audiovisivo, cioè sapere cosa sono e come funzionano l’inquadratura e il montaggio. Serve poi un certo allenamento degli occhi, l’abitudine a muoverli dentro ed attraverso le immagini. 

Key4biz. Spesso avete definito questo manuale “popolare” cosa intendete?

Questo manuale nasce con un obiettivo preciso: fornire strumenti semplici ma efficaci per l’educazione all’uso consapevole dei mass media a tutti, indipendentemente che il lettore sia un “addetto ai lavori” o un semplice curioso dei media. E’  scritto in modo accessibile e divulgativo perché lo riteniamo
uno strumento di progresso e cambiamento. Saper guardare le immagini, riconoscere le manipolazioni del linguaggio audiovisivo, verificare le notizie, gestire i dati personali online, contrastare l’odio in rete sono tutte competenze necessarie alla costruzione di una società più giusta e a misura dell’essere umano.
Le teorie, le tecniche didattiche e le esercitazioni presentate sono il frutto di anni di lavoro sul campo, in Italia e all’estero, che ci  hanno permesso di formare migliaia di docenti, che a loro volta hanno educato ai media decine di migliaia di ragazze e ragazzi.. Perché un pubblico consapevole è il presupposto di media migliori. 

Key4biz. Quali temi affrontati in “SCHERMI – Se li conosci non li eviti”?

Tutti i temi oggi indispensabili per essere cittadini e cittadine consapevoli anche e soprattutto davanti agli schermi.

Pensiamo ad esempio al termine pubblicità che evoca presso il pubblico soprattutto un’idea, quella della comunicazione commerciale, in particolare nelle sue forme più tradizionali e ormai “installate” nell’immaginario collettivo, cioè lo spot audiovisivo e il cartellone stradale. Ma la parola pubblicità comprende anche altri due significati importanti per chi si occupa di mass media: la pubblicità sociale (anche conosciuta come pubblicità progresso) e la propaganda. Se la comunicazione commerciale è finalizzata alla promozione di prodotti e servizi presso i potenziali acquirenti e fruitori, la pubblicità sociale utilizza le stesse tecniche con il fine però di diffondere comportamenti e ideali di progresso civile, mentre la propaganda impiega modalità di persuasione per propagare idee e informazioni che vanno a vantaggio di un gruppo o di un individuo particolari.

È evidente come diventi importante insegnare, in particolare ai più giovani, a sapersi destreggiare tra queste diverse forme di pubblicità.

O pensiamo alla pubblicità sessista, alla quale il nostro Paese è tristemente abituato: sapere riconoscere gli stereotipi, è un’altra delle abilità che si acquisisce con la visione consapevole.

Un’attenzione particolare poi è dedicata nel nostro manuale al fotoritocco e alle diverse app utilizzabili sui social, in particolare su instagram. Imparare a riconoscere le immagini ritoccate, comprendere che quei corpi e volti” perfetti” non sono reali ma frutto di manipolazioni è una forma di educazione fondamentale perché evita il malessere sempre più diffuso tra i giovani che deriva dal ritenere di non avere un corpo “adeguato” ai social; una forma di dismorfia che sta preoccupatamente dilagando.

Key4biz. Negli ultimi anni avete arricchito i vostri corsi di formazione con moduli riferiti all’uso consapevole della rete, su quali temi vi siete particolarmente concentrati?

Riteniamo che tra i tanti fronti aperti nell’opera di educazione all’uso consapevole della Rete, le questioni della gestione dei dati personali, del rispetto degli altri e del diritto all’oblio siano tra le più urgenti e decisive. Affrontando didatticamente l’uso di Internet infatti è importante concentrarsi soprattutto su quegli aspetti che riguardano le differenze di potere e di conoscenza della vita digitale.

È ormai appurato come Internet sia il principale mezzo di comunicazione

delle giovani generazioni, dai bambini fino alla soglia dei trent’anni (senza dimenticare che la televisione si pone però allo stesso livello di consumo), che lo utilizzano principalmente attraverso lo smartphone e delle annesse applicazioni mobili. Un dispositivo e delle interfacce che per le loro caratteristiche favoriscono un impiego improntato alla gratificazione immediata e alla superficialità, molto più che il tradizionale personal computer da scrivania o portatile e i software lì presenti. Il lavoro didattico va quindi affrontato cercando da una parte di sfruttare questo immancabile dispositivo che domina il mondo e con il quale dobbiamo fare i conti, dall’altra guidando verso l’ampliamento delle modalità di utilizzo oltre la sola dimensione della soddisfazione istantanea e compulsiva. Stimolare la creatività e la responsabilità, promuovere la cooperazione, stuzzicare la consapevolezza e il senso di potere che ne deriva, sono gli obiettivi da perseguire nell’educare ad Internet il pubblico giovane.

Gli autori del libro:

Cesare Cantù lavora per la televisione ed è docente di Linguaggio audiovisivo. È co-autore del documentario Il Corpo delle Donne, sulla rappresentazione di genere nella televisione italiana, e del video Volto Manifesto, sulle modificazioni del volto nell’era digitale. Da sempre al centro della sua ricerca c’è la relazione tra le immagini e la realtà. Ha ideato e coordina i progetti didattici Nuovi Occhi per i Media e La Rete siamo Noi. Appassionato studioso di storia bizantina, è autore del romanzo storico Per l’amore di Teodora, ambientato nella Costantinopoli del VI secolo.

Lorella Zanardo, attivista, documentarista, scrittrice, è coautrice del documentario Il Corpo delle Donne e dell’omonimo libro (Feltrinelli, 2010). È anche autrice di Senza chiedere il permesso. Come cambiamo la tv e l’Italia (Feltrinelli, 2012) e ha supervisionato Educare alle immagini e ai media. Manuale per un uso consapevole da 0 a 11 anni (Junior, 2018). Con il documentario Volto Manifesto, che tratta della scomparsa del volto nell’epoca digitale, ha avviato una riflessione globale sul volto come Patrimonio dell’Umanità. Fa parte del Comitato Direttivo di Winconference, organizzazione internazionale per la promozione delle donne nella società e nel mondo del lavoro. Il suo blog e i suoi profili social sono un punto di riferimento per migliaia di donne in Italia e all’estero.

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