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Privacy, Congresso USA allenta regole. Garante Soro ‘Desta preoccupazione’

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L’ok del Congresso americano agli Isp che potranno vendere i dati di navigazione degli utenti suscita la reazione del Garante per la privacy, Antonello Soro: 'Una scelta regressiva che legittima così la monetizzazione del diritto fondamentale alla protezione dati on-line'.

“Desta preoccupazione la decisione del Congresso statunitense di abrogare la riforma  che avrebbe imposto agli internet service provider di subordinare al consenso la vendita dei dati personali degli utenti”, ha dichiarato Antonello Soro, Garante per la privacy, in merito alla votazione prima della Camera e poi del Senato americano che hanno bocciato le regole varate, durante la presidenza Obama, dalla Federal Communication Commission, che sarebbero entrate in vigore il 4 dicembre prossimo. Dopo la firma della legge da parte del presidente Trump gli Internet service provider (ISP) hanno la possibilità di vendere a terzi (agenzie di marketing, governi, ecc…) i dati di navigazione dei clienti senza ottenere, obbligatoriamente, il loro consenso. Cronologia dei siti visitati, app scaricate, dati sanitari, geolocalizzati e finanziari: tutte informazioni preziose e riservate che potranno essere memorizzate e commercializzate dai fornitori della connessione Internet (Verizon, AT&T o Comcast) ad agenzie pubblicitarie.

“Costituisce infatti una scelta regressiva e in controtendenza rispetto ai sempre più diffusi orientamenti nella comunità internazionale. La perdurante possibilità, per i provider, di cedere i profili degli utenti e dati espressivi non solo di preferenze di acquisto, ma a volte anche di convinzioni religiose o politiche, di preoccupazioni per la salute o di abitudini sessuali, legittima così la monetizzazione del diritto fondamentale alla protezione dati on-line.  Ciò potrebbe avere serie implicazioni sulla tenuta dell’accordo – appena concluso dopo una faticosa mediazione – sul trasferimento negli Usa dei dati dei cittadini europei, conseguente all’annullamento del Safe Harbour da parte della Corte di giustizia”, ha concluso Soro.