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Prescrizione bollette non pagate: cosa succede quando non si pagano luce e gas

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È importante capire come funziona la prescrizione delle bollette e cosa succede quando non si pagano le fatture di luce e gas inviate dal proprio fornitore.

Rubrica settimanale Sos Energia, frutto della collaborazione fra Key4biz e SosTariffe. Una guida per il consumatore con la comparazione dei prezzi dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Per consultare tutti gli articoli, clicca qui.

Il tema delle bollette non pagate di luce e gas è, purtroppo, di grande attualità. Nonostante gli aiuti del Governo, infatti, sono tantissime le famiglie e le PMI italiane che faticano ad essere in regola con i pagamenti delle bollette. Rispetto al passato, infatti, la crescita del costo dell’energia si è tradotta in un netto aumento dell’importo delle bollette.

È importante, quindi, capire come funziona la prescrizione delle bollette e cosa succede quando non si pagano le fatture di luce e gas inviate dal proprio fornitore. Si tratta di due temi distinti ma ugualmente importanti, in particolare in questo momento. Fortunatamente, il meccanismo che porta alla sospensione di una fornitura, per mancato pagamento, è molto articolato e tale sospensione non è mai immediata.

Vediamo, quindi, tutto quello che c’è da sapere sulla prescrizione delle bollette di luce e gas e, successivamente, cosa succede quando si paga una bolletta, per impossibilità di saldare il conto o anche solo per una semplice dimenticanza.

Come funziona la prescrizione delle bollette di luce e gas

Partiamo proprio dalla questione della prescrizione delle bollette di luce e gas. Una bolletta, una volta caduta in prescrizione, non va pagata. La normativa sulla prescrizione delle bollette energetiche è stata cambiata pochi anni fa, diventando molto più favorevole per i consumatori. Per le bollette dell’energia elettrica emesse prima del 1° marzo 2018, infatti, era previsto un periodo di prescrizione di 5 anni che è poi stato ridotto a 2 anni. Di conseguenza, dopo 2 anni dall’emissione, il consumatore non è tenuto al pagamento della bolletta.

Per quanto riguarda il gas naturale, invece, il periodo di prescrizione di 5 anni era valido per tutte le bollette emesse prima del 1° gennaio 2019. Successivamente, anche in questo caso, è stato fissato un periodo di prescrizione di 2 anni. Da notare, inoltre, che anche per le bollette dell’acqua è previsto un periodo di prescrizione analogo. Come previsto dalla Legge di Bilancio 2020, non sono previste eccezioni per la prescrizione delle bollette. In sostanza, dopo due anni, tutti i consumi per cui il pagamento non viene richiesto dal fornitore cadono in prescrizione.

Grazie alla prescrizione “breve” delle bollette è possibile per i consumatori evitare di dover fare i conti con maxi-conguagli in bolletta che, in precedenza, potevano coprire un periodo di ben 5 anni e che ora sono stati ridotti ad un massimo di soli 2 anni.

Cosa succede quando non si paga una bolletta di luce e gas

I tempi di prescrizione sono, quindi, abbastanza lunghi, nonostante l’accorciamento arrivato tra il 2018 e il 2019. Le bollette emesse durante la crisi energetica, iniziata nel 2021, dovranno, quindi, essere pagate e cadranno in prescrizione non prima del 2023. Cosa succede, però, se non si paga una bolletta? A prescindere dal motivo del mancato pagamento, in questi casi è prevista una procedura ben precisa a cui tutti i fornitori sono obbligati ad attenersi, sia per l’energia elettrica che per il gas naturale.

Il meccanismo che segue il mancato pagamento di una bolletta di luce e gas (per mancato pagamento si fa riferimento alla data di scadenza riportata sulla fattura che rappresenta l’ultimo giorno utile per il saldo nei tempi corretti) scatta immediatamente dopo la scadenza. Nel giro di alcuni giorni, infatti, il fornitore invierà al cliente un sollecito di pagamento. Si tratta, a conti fatti, di un vero e proprio promemoria che mira a “ricordare” al cliente la necessità di saldare la bolletta quanto prima, in quanto i termini di pagamento previsti sono scaduti. Tale avviso può essere inviato in vari modi al cliente.

Nel caso in cui, anche dopo il sollecito, il cliente non abbia provveduto a regolarizzare la sua posizione partirà il meccanismo vero e proprio che regola la sospensione della fornitura per mancato pagamento. A questo punto, infatti, il fornitore provvederà ad inviare un avviso di mancato pagamento al cliente tramite raccomandata. In quest’avviso devono essere riepilogati tutti i dettagli relativi alla questione e, in particolare, deve essere indicato il termine ultime entro cui pagare la bolletta scaduta prima dell’avvio della procedura di sospensione della fornitura di luce o gas.

La raccomandata, però, deve obbligatoriamente includere anche altre informazioni. Il fornitore, infatti, è tenuto ad indicare con precisione le modalità di pagamento a disposizione deli cliente ed anche i contatti utili a cui fare riferimento per comunicare al fornitore l’avvenuto pagamento. Da notare, inoltre, che la data ultima per il pagamento non può essere fissata in modo casuale. Tale data, infatti, deve essere di almeno 20 gironi successiva alla data di emissione della raccomandata e di almeno 15 giorni dalla data di invio della raccomandata.

Nel caso in cui la comunicazione inviata dal fornitore non includa tutti questi dati (basta anche una mancanza parziale di questi dati) la data di sospensione della fornitura non sarà valida e il fornitore sarà obbligato a inviare nuovamente la comunicazione con le informazioni corrette prima di poter procedere alla sospensione della fornitura.

Bisogna sottolineare, inoltre, che le bollette pagate in ritardo potrebbero presentare dei costi aggiuntivi, legati all’applicazione di interessi di mora sull’importo originario della fattura. Tali interessi sono prestabili nel servizio di Tutela mentre vengono definiti dalle condizioni contrattuali della fornitura nel Mercato Libero. In caso di sospensione della fornitura, inoltre, sarà sempre possibile procedere con la riattivazione, dopo l’avvenuto pagamento delle bollette scadute. In ogni caso, però, saranno previsti dei costi fissi per completare l’operazione. Tali costi sono fissi per tutti i clienti in Tutela mentre dipendono dal contratto sottoscritto nel Mercato Libero.

Come tagliare le bollette di luce e gas e ridurre al minimo l’importo

Il tema delle bollette non pagate di luce e gas è, quindi, molto attuale a causa degli elevati costi dell’energia e, quindi, di importi da pagare decisamente più alti che in passato. Per famiglie e imprese, in ogni caso, c’è la possibilità di risparmiare e tagliare le bollette per pagare di meno ed evitare di correre il rischio di non poter saldare quanto dovuto.

Il taglio delle bollette può avvenire in due modi. La prima cosa che si può fare è tagliare il costo dell’energia grazie alle migliori offerte disponibili sul Mercato Libero. Scegliendo il fornitore più conveniente, infatti, sarà possibile massimizzare il risparmio. Per individuare le offerte migliori disponibili in questo momento è possibile consultare il comparatore di SOStariffe.it per offerte luce e gas.

La scelta dell’offerta giusta è semplicissima. Basta indicare una stima del proprio consumo annuo (recuperando il dato dalla bolletta o stimandolo tramite l’apposito tool) per accedere subito ad una panoramica completa delle offerte più vantaggiose da attivare, senza costi iniziali, direttamente online in modo da abbattere il costo dell’energia.

C’è un altro modo per risparmiare. Per alleggerire le bollette è fondamentale consumare meno energia possibile. Quest’obiettivo può essere raggiunto in vari modi. È possibile, ad esempio, tagliare i consumi puntando sull’efficienza energetica (della caldaia o degli elettrodomestici) oppure concentrarsi sulla riduzione degli sprechi di energia. Con pochi accorgimenti si potrà ridurre il quantitativo di energia utilizzato e, quindi, alleggerire le bollette.

Ridurre le bollette di luce e gas: bonus e aiuti disponibili

Per aiutare famiglie e imprese sono disponibili diverse misure di sostegno. Già dallo scorso anno, infatti, sono stati azzerati gli oneri di sistema, sia sull’energia elettrica che sul gas naturale. In questo modo, una delle voci delle bollette viene eliminata dal conteggio finale e l’importo finale da pagare sarà più basso, a prescindere dal quantitativo di energia utilizzato nel periodo di fatturazione.

Un’altra importante misura di sostegno riguarda l’IVA sul gas che viene ridotta al 5%. Si tratta di un intervento fondamentale, soprattutto in inverno, per ridurre il più possibile l’importo delle bollette del gas. In questo modo, infatti, si ha una netta riduzione dell’IVA e, quindi, del totale delle imposte che pesano sulla spesa per il gas naturale.

Da ricordare anche i Bonus Luce e Gas, le agevolazioni che permettono alle famiglie in difficoltà economica di avere uno sconto automatico in bolletta. Fino a fine 2022, l’accesso ai bonus è riservato alle famiglie con ISEE fino a 12 mila oppure alle famiglie numerose (con almeno 4 figli) con ISEE fino a 20 mila euro. Da notare, invece, che per il primo trimestre del 2023 è previsto un incremento a 15 mila euro per il limite di accesso ai Bonus Luce e Gas.

Ricordiamo che per ottenere questi bonus non è necessario presentare alcuna domanda. L’accredito dei bonus avviene in automatico per tutte le famiglie che hanno richiesto l’ISEE. Per quanto riguarda le imprese, invece, è previsto un meccanismo di credito di imposta sulle bollette con aliquote che variano in base al consumo complessivo e al tipo di attività dell’impresa. In futuro, soprattutto se la crisi energetica dovesse peggiorare, potrebbero esserci ulteriori sostegni per aiutare famiglie e imprese a pagare regolarmente le bollette.