Finestra sul mondo

Preoccupazione per l’ascesa degli euroscettici a Bruxelles, Depenalizzazione dell’aborto in Argentina, Renzi contro il M5S

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Bruxelles, preoccupazione per l’ascesa degli euroscettici

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – La Commissione europea ha fatto ricorso a uno slogan della seconda guerra mondiale per risollevare l’umore dopo i risultati elettorali in Italia. “Mantieni la calma e vai avanti” (Keep calm and go on), ha affermato il portavoce dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, alla domanda sull’impatto delle elezioni politiche italiane sull’Unione europea. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “La Vanguardia” che, insieme ad “Abc”, commenta le preoccupazioni di Bruxelles in relazione al futuro governo italiano. Fino a quando non verra’ nominato un altro governo, “l’Italia ne ha gia’ uno in carica” con il quale a Bruxelles non dispiace continuare a lavorare. La Commissione europea ha gia’ avuto a che fare con tutti i tipi di formazioni politiche ed e’ sempre riuscita a cavarsela, sia contro i populisti austriaci dell’estrema destra che con l’estrema sinistra in Grecia. La differenza e’ che l’Italia non e’ solo un paese, e’ la terza piu’ grande economia dell’Eurozona con un problema di debito pubblico molto serio. E soprattutto, l’Italia non e’ la Grecia. Il peso dell’Italia, infatti, non e’ solamente economico. Le elezioni italiane potrebbero minare la stabilita’ delle istituzioni dell’Unione europea in vista delle elezioni europee previste per il 2019. Finora la presenza del gruppo socialista nel Parlamento europeo e’ stata un fattore di stabilita’, ma i risultati in Italia confermano chiaramente la tendenza alla dissoluzione delle forze socialdemocratiche.

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Argentina, entra in parlamento il progetto sulla depenalizzazione dell’aborto

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – In attesa del via libera ufficiale al dibattito parlamentare, la camera argentina ha ricevuto il progetto di legge per la depenalizzazione dell’aborto. La settimana scorsa il presidente argentino Mauricio Macri aveva dato il via libera all’avvio del dibattito parlamentare proclamandosi a favore di una “discussione aperta” che rompeva una prassi sin qui consolidata. I precedenti progetti di legge, nei periodi di governo della famiglia Kirchner e nei primi due anni di gestioni Macri non erano infatti mai stati inseriti nell’agenda dei lavori parlamentari. La discussione del progetto – elaborato dalla “Campagna per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito” – comincera’ ad ogni modo non prima del 20 marzo con l’inizio delle attivita’ della Commissione parlamentare sulla Legislazione generale che a sua volta stabilira’ un crono programma di dibattiti sul progetto. E’ probabile quindi che la discussione vera e propria della legge iniziera’ non prima di Pasqua, come avevano chiesto alcuni esponenti della maggioranza che da subito si sono manifestati contrari a questa iniziativa. Difficile, secondo media e analisti, che la proposta possa ottenere i voti, soprattutto al Senato, camera dal profilo piu’ conservatore. Il governo prima e le opposizioni poi hanno dato liberta’ di azione ai deputati, ma i conti presentati sulla stampa danno al momento un discreto margine di vantaggio ai sostenitori del no. C’e’ pero’ da considerare, segnala il quotidiano “la Nacion”, che si tratta di una questione trasversale che potrebbe progressivamente conquistare consensi in diversi gruppi parlamentari, vista anche la pressione crescente esercitata dalla campagna dei “fazzoletti verdi”, sposata tra gli altri anche da l deputato Maximo Kirchner, figlio dell’ex presidente Cristina.

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Difesa Usa, nell’arsenale russo non c’e’ nulla di nuovo

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – L’arsenale nucleare di cui s’e’ recentemente vantato il presidente russo Vladimir Putin ha fatto temere la nascita di una nuova corsa agli armamenti, ma – scrive il “Wall Street Journal”, – con poche eccezioni si tratta di sistemi gia’ noti, che anzi mostrano la difficolta’ mostrata dall’industria bellica russa a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Malgrado le somme ingenti spese per l’ammodernamento dell’arsenale militare, la gran parte dei progetti illustrati da Putin giovedi’ scorso non sono altro che la ripresa di concetti gia’ presi in considerazione durante l’era sovietica e aggiornamenti di sistemi d’arma gia’ in produzione. In tutto cio’ che Putin ha annunciato non c’e’ nulla che faccia pensare allo ‘stato dell’arte ‘ della tecnologia bellica”, ha detto Vladimir Yevseyev, esperto di missili citato dal quotidiano Usa. In un periodo di ristrettezze di bilancio, la Russia e’ riluttante a farsi coinvolgere in una corsa agli armamenti con gli Stati Uniti. Piuttosto – spiega Dmitrij Trenin, direttore del Carnegie Moscow Center, Mosca cerca di riequilibrare il suo potenziale bellico nei confronti di quello Usa. Putin, spiega, “vuole che gli Usa rispettino un paese che ha sufficiente forza e volonta’ politica per confrontarli”.

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Aerospazio, Paul Allen si prepara a realizzare una nuova navetta spaziale

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Il piu’ grande aeroplano del mondo, con due fusoliere, un’apertura alare piu’ lunga di un campo di calcio e sei motori a reazione, ha effettuato la settimana scorsa la sua prima prova di rullaggio in una base aerea di Mojave, in California. Si chiama Stratolaunch ed e’ uno dei progetti ad alta tecnologia cui sta lavorando l’arcimiliardario Paul Allen, uno dei fondatori di Microsoft. L’aereo e’ destinato a fungere da piattaforma di lancio per vettori incaricati di mettere in orbita satelliti artificiali. Nello spazio che separa le due fusoliere possono essere agganciati fino a tre vettori. Il velivolo li porta ad una quota di oltre diecimila metri e a quel punto i missili si sganciano, accendono i motori razzo e si dirigono verso lo spazio. E’ un sistema di lancio gia’ collaudato, che permette di sviluppare vettori meno complessi e costosi di quelli che devono partire da terra. Ma, secondo quanto scrive il quotidiano “Washington Post”, il vero obiettivo di Allen e’ un altro: realizzare il successore della Space Shuttle, la navetta spaziale ormai da anni andata in pensione. Il suo progetto, ancora allo stato di studio, si chiama Black Ice, e promette di rivoluzionare il settore dei lanci spaziali. Grazie alla “piattaforma volante” Stratolaunch, la nuova navetta potra’ essere lanciata da qualsiasi punto del globo, rifornire la Stazione spaziale internazionale (attualmente servita soltanto da vettori russi), collocare in orbita satelliti e compiere esperimenti scientifici nel vuoto. Potra’ anche – pur se non e’ negli obiettivi immediati – portare un equipaggio umano, come faceva lo Space Shuttle, ma ad un costo enormemente inferiore.

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Brexit, la strategia Ue e’ un “dogma folle” per i nuovi leader radicali dell’Italia

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – I leader della coalizione di centro-destra che ha vinto le elezioni di domenica scorsa in Italia hanno chiesto un cambiamento radicale della strategia negoziale dell’Unione europea sulla Brexit, definendo come “un’idiozia ideologica” le minacce di Bruxelles di limitare gli scambi commerciali e cosi’ punire la Gran Bretagna per la sua decisione di divorziare dall’Ue: lo scrive sul quotidiano conservatore britannico “The Telegraph” il capo della sua redazione Affari internazionali, Ambrose Evans-Pritchard, che per l’occasione si e’ spostato a Roma allo scopo di seguire da vicino le conseguenze del voto sulla politica estera italiana. Il quale nella sua corrispondenza cita a riprova le parole pronunciate, sulla questione che sta tanto a cuore ai britannici, dal leader della Lega Matteo Salvini, definito come l’uomo che potrebbe diventare primo ministro se la coalizione di centro-destra riuscisse a formare il prossimo governo italiano: “La Gran Bretagna e’ un paese amico che ha una lunga tradizione di scambi commerciali con l’Italia”, ha detto Salvini. “Voi avete effettuato una libera scelta”, ha aggiunto al “Telegraph” Salvini, “e io spero tanto che sia possibile mantenere completamente aperti i legami commerciali con l’Unione europea”. All’inviato del quotidiano britannico, poi, il responsabile economico del partito di Salvini, Claudio Borghi Aquilini, spiega che un eventuale governo di centro-destra guidato dalla Lega farebbe pressione sulla Commissione europea di Bruxelles perche’ adotti un atteggiamento piu’ flessibile nelle trattative con il Regno Unito sulla Brexit: perche’, a suo parere, e’ “un dogma folle” l’attuale rigida strategia negoziale Ue nei confronti della Gran Bretagna; Borghi si e’ spinto fino ad evocare la possibilita’ di un “veto” dell’Italia ad un accordo che sia “punitivo” per i britannici e dannoso per gli interessi commerciali italiani.

Francia, il presidente Macron annuncia la riforma del sistema penitenziario

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha presentato ieri il suo progetto per riformare il sistema carcerario. Ne parla la stampa francese, ricordando gli scioperi che poche settimane fa hanno bloccato diverse prigioni in tutta la Francia. L’obiettivo e’ quello di lottare contro il sovrappopolamento nelle celle e dare un nuovo senso alle pene. Tra le misure annunciate c’e’ la prescrizione per le pene da scontare in prigione inferiori a un mese, la creazione di 1500 nuovi posti per il reinserimento dei detenuti e 7mila nuovi posti nelle prigioni. Macron era stato chiaro durante la campagna elettorale: ricorrere con meno frequenza al carcere ma velocizzare le procedure dopo il verdetto dei tribunali. A causa della sua complessita’, il sistema attuale viene spesso giudicato lassista e inefficace. Il numero di persone detenute registrato al primo febbraio era di 69.659, con una media di 100 persone per 100mila abitanti. Il presidente ha posto l’accento su due punti: “effettivita’” delle pene e “dignita’” dei condannati. Le misure annunciate ieri dal presidente verranno integrate dalla riforma della Giustizia, che prevede modifiche soprattutto nei codici civili e penali.

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Francia, il primo dibattito tra i candidati alla segreteria del Partito socialista

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – I quattro candidati al posto di segretario del Partito socialista si affronteranno questa sera per il primo e unico dibattito televisivo. Ne parla la stampa francese. Per la prima volta sul piccolo schermo Stephane Le Foll, Olivier Faure, Emmanuel Maurel e Luc Carvounas saranno chiamati a confrontare le loro idee. “Le Figaro” parla di una campagna svoltasi ne “silenzio”, con il partito “in panico” all’idea di perdere credibilita’ agli occhi degli elettori. La decisione di organizzare questo incontro e’ stata presa a gennaio e all’inizio nessuno dei candidati era realmente invogliato a partecipare. Secondo “Libe’ration”, “la lingua socialista sembra oggi una lingua morta” visto che i candidati continuano ad utilizzare la solita “retorica”. Il dibattito si svolgera’ principalmente su tre temi: modello di sviluppo, il precedente quinquennio dell’ex presidente, François Hollande, e l’Europa. Il quotidiano sottolinea l’importanza che avra’ il prossimo congresso del partito, che si terra’ ad Aubervilliers, alle porte di Parigi, ad inizio aprile. Questo appuntamento sara’ “un’occasione per creare un nuovo corpus ideologico”.

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Germania, le forze armate tedesche resteranno in Afghanistan

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Il governo federale tedesco si sta preparando per la permanenza a tempo indeterminato delle Forze armate in Afghanistan. Nel rapporto annuale sulla situazione nell’Hindu Kush, che verra’ discusso dal Consiglio federale questo mercoledi’, non viene menzionata alcuna data di ritiro. L’Afghanistan ha bisogno di “una presenza coerente e adeguata” della Nato per il prossimo futuro per rafforzare le forze di sicurezza locali, stando alle anticipazioni del rapporto annuale fornite dal settimanale “Der Spiegel”. Con il rapporto il governo federale adempie alla sua promessa di fornire un quadro realistico della situazione sul campo. In contrasto con le precedenti relazioni, si descrive in modo sobrio la precaria la situazione in Afghanistan e si aggiunge come non ci siano molte ragioni per sperare in una rapida inversione di tendenza. Le maggiori carenze sono identificate nella costruzione della polizia e dell’esercito, nell’insediamento di un governo efficace e ragionevolmente trasparente, nel rafforzamento dell’economia locale e nel rispetto dei diritti umani, oltre alla creazione di un sistema giudiziario indipendente. Pochi sono i progressi in questi campi fin qui riscontrati. Ad esempio, si legge nel rapporto, nelle forze di polizia ci sono ben 24 mila “agenti fantasma”, che hanno cioe’ uno stipendio ma che non lavorano ufficialmente per le forze di polizia. Inoltre il rapporto afferma che la Nato ha ridotto la sua presenza troppo rapidamente. Per il 2018 il governo tedesco intende quindi inviare altri 400 soldati di supporto, arrivando a circa 1.300 unita’ locali.

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Roma e’ al centro di una rivolta populista che puo’ infettare l’Europa

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Gli elettori italiani hanno dimostrato senza mezzi termini cosa pensano della Ue, scrive la “Sueddeutsche Zeitung”. Piu’ del 50 per cento degli elettori della Penisola ha votato a favore dei partiti anti-europei. Questo voto e’ un avvertimento che va ben oltre l’Italia, sostiene il quotidiano. Negli ultimi anni due crisi hanno scosso la fiducia di molte persone nell’Unione europea: la crisi dell’euro e la crisi dei rifugiati. Se l’Ue non riesce a trovare una risposta alla questione migratoria e al rafforzamento della moneta comune, la struttura dell’Unione rischia di crollare. E’ ora che i capi di governo se ne occupino. Per troppo tempo, scrive il quotidiano tedesco, hanno ignorato il disagio e la rabbia della popolazione. Speravano che l’Europa si sarebbe in qualche modo tenuta insieme da sola. In verita’ l’Ue e’ profondamente divisa. Tra Est e Ovest per la questione dei rifugiati. Tra Nord e Sud quando si tratta di soldi. Questi problemi sono in Italia molto vivi. Molti cittadini si sentono abbandonati dai politici nei loro rapporti con i rifugiati, alcuni temono per la loro sicurezza. E soprattutto i giovani italiani non sanno perche’ dovrebbero ancora fidarsi della prosperita’ promessa della Ue, visto che non riescono nemmeno a trovare un lavoro. Roma e’ al centro di una rivolta populista che puo’ infettare l’Europa. Ecco perche’, afferma la “Sueddeutsche Zeitung”, la Germania e la Francia devono ora prendere contromisure. Non sara’ facile. Ma l’economia in Europa si e’ ripresa, ci sono meno rifugiati, la Brexit non ha trovato imitatori. Entrambi i paesi devono avvicinarsi l’un l’altro e utilizzare il tempo limitato fino alle elezioni europee del 2019. Il presidente francese Emmanuel Macron non dovrebbe richiedere trasferimenti di denaro non realistici ed essere maggiormente coinvolto nel dibattito sulla migrazione. Il cancelliere tedesco Angela Merkel dovrebbe riconoscere di aver diviso la Ue con la sua politica sui rifugiati. Alla fine i cittadini decideranno se la Ue migliora la propria vita, non soltanto in Italia.

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Elezioni italiane, Renzi tenta di evitare che il centro-sinistra partecipi a un governo dei Cinquestelle

07 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – In Italia il centro sinistra attualmente al governo dopo la netta sconfitta elettorale e’ scosso dai contrasti, con alcuni suoi leader che spingono per fare un accordo di coalizione con il populista Movimento 5 stelle allo scopo di impedire all’estrema destra di arrivare al potere: e’ cosi’ che il quotidiano britannico “The Times” riassume lo scontro andato in scena ieri martedi’ 6 marzo all’interno del Partito democratico (Pd). Il segretario del Pd Matteo Renzi, racconta il corrispondente da Roma Tom Kington, pur dimissionario si e’ affrettato a porre il veto al possibile accordo con il M5s, cosa che ha suscitato la rivolta di diversi autorevoli membri del partito: il governatore Pd della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha affermato che “il paese non puo’ attendere l’esito di lunghi negoziati e chiede di sapere subito se il Partito democratico appoggera’ oppure no il tentativo dei Cinquestelle di formare un governo”. Emiliano ha ricordato che anche il Pd aveva gia’ tentato un accordo con il M5s dopo le inconcludenti elezioni del 2013: “I numero ci sono”, ha detto, “e ci sono significative concordanze tra i nostri programmi”; gli ha fatto eco il governatore Pd del Piemonte, Sergio Chiamparino, secondo cui “non possiamo dire di non voler parlare con loro, in politica non bisogna mai dire mai”. Da parte loro i Cinquestelle nella tarda serata di ieri hanno segnalati di esser pronti a parlare di alleanza con il Pd: “Per noi l’appoggio piu’ logico e’ quello che potrebbe arrivare dal Pd”, ha detto un portavoce M5s, “e noi gli chiediamo di dirci cosa vogliono fare”. Un’alleanza M5s-Pd escluderebbe la possibilita’ di un governo formato dai Cinquestelle e dalla Lega, il partito euroscettico emerso come forza trainante del centro-destra italiano, che e’ invece vista come uno scenario da incubo dall’Europa, dai mercati e dagli investitori internazionali. Nessuno dei blocchi politici ha ottenuto una chiara maggioranza nel prossimo parlamento, ricorda il “Times”, mentre sia il M5s che la Lega rivendicano il diritto di formare il prossimo governo. Nella tarde serata di ieri il leader M5s, Luigi Di Maio, ha affermato che il suo partito e’ piu’ adatto a governare perche’ rappresenta l’Italia intera: un chiaro riferimento alle radici della Lega che affondano nel nord Italia. In effetti, come spiega al “Times” Paolo Macry, professore di storia all’Universita’ Federico II di Napoli, con la conclusione dello scrutinio dei voti ieri e’ apparsa in tutta evidenza la profonda divisione dell’Italia: la destra ha conquistato tutti i collegi uninominali al Nord ed il M5s ha fatto man bassa al Sud; al Settentrione hanno predominato le posizioni populistiche sull’immigrazione allineate al cosiddetto “gruppo di Visegrad” dei paesi dell’Europa Orientale, mentre la voglia di sussidi governativi del Meridione ricorda piu’ la Grecia di Tsipras.

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