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Povertà energetica in aumento: a rischio 4 milioni di famiglie in Italia, soprattutto al Sud

bolletta

Cresce la povertà energetica nel nostro Paese

Il rincaro delle bollette di questi mesi è solo l’ultimo episodio di una serie di drammatici eventi che sta minando concretamente la nostra economia, la nostra organizzazione sociale e la convivenza pacifica all’interno di una cornice di regole democratiche.

Già nel 2019 la nostra economia non brillava di certo e in molti parlavano chiaramente di pericolo recessione per l’Italia. Un anno dopo è poi arrivata la pandemia di Covid-19, che ha creato una crisi generale non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica (soprattutto a causa delle regole per il distanziamento sociale e le misure di lockdown).

Ora, con l’aggressione russa all’Ucraina si guarda attoniti al ritorno della guerra in Europa, con tutte le sue conseguenze economiche, sociali, finanziarie e umane. Tra queste c’è anche il problema delle forniture energetiche ai Paesi dell’Unione europea, che in gran parte dipendono proprio dalla Russia.

Lo scontro durissimo tra Bruxelles (spalleggiata da Washington) e Mosca ha determinato un’escalation dei prezzi dell’energia, quindi di gas e petrolio, in parte già individuabile nel 2021, che ha avuto come effetto diretto un’impennata della spesa energetica di famiglie e imprese.

Secondo la CGIA di Mestre, che cita il Rapporto 2020 dell’Oipe (Osservatorio italiano sulla povertà energetica), in Italia le famiglie a rischio di povertà energetica sono circa 4 milioni, tra il 24 ed il 36% soprattutto nelle regioni meridionali.

Serve tetto ai rincari dei prezzi energetici nell’UE

Che significa povertà energetica? Che un nucleo famigliare ha difficoltà ad accedere ai servizi energetici di base, come pagare le bollette di luce (per l’illuminazione, gli elettrodomestici e i dispositivi elettronici) e gas, o comprare un condizionatore d’aria per il raffrescamento estivo e il riscaldamento invernale.

Nel 2020, circa 1,6 milioni di famiglie hanno beneficiato nei precedenti 12 mesi del bonus elettrico, uno dei principali strumenti di contrasto alla povertà energetica esistenti nel nostro paese. Di queste, solo una su 6 era in condizione di povertà (energetica o assoluta).

Per migliorare la condizione di queste realtà famigliari bisogna combattere efficacemente la povertà, l’abbandono scolastico e l’esclusione sociale. Non solo – si legge nella nota della CGIA – ma intervenendo anche in soccorso di coloro che si trovano senza lavoro, creando le occasioni per incrementare, in particolar modo, la buona occupazione. Altresì, come hanno già fatto altri Paesi europei, non è più rinviabile, almeno temporaneamente, l’introduzione di un tetto all’aumento dei rincari“.

La geografia italiana della povertà energetica

A livello territoriale, la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24 e il 36% delle famiglie di quel territorio.

In Campania, ad esempio, il range va da almeno 519 mila nuclei in difficoltà a quasi 779 mila, in Sicilia da poco più di 481 mila a 722 mila e in Calabria da poco oltre le 191 mila fino a quasi 287 mila unità.  

Altrettanto critica è la situazione in altre regioni del Centrosud, che registrano una frequenza della povertà energetica medio alta: tra il 14 e il 24%. In questa fascia notiamo la Puglia, con un numero di famiglie che oscillano tra le 223 mila e le 383 mila e la Sardegna, con una forchetta che varia da quasi 102 mila fino a poco più di 174 mila.

Tra le regioni che, invece, si trovano nella fascia medio bassa (tra il 10 e il 14% di frequenza), scorgiamo il Lazio, il Piemonte, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. Tra le realtà, infine, meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10%, notiamo la Lombardia, il Veneto, l’Emila Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.

Aiuti alle famiglie dal decreto energia

Grazie al decreto Energia, dal primo aprile e fino alla fine di quest’anno, è stato allargato il cosiddetto bonus bollette, che sarà riconosciuto alle famiglie con tetto Isee fino a 12.000 euro (e non più, come accadeva prima dell’entrata in vigore di questo provvedimento, fino a 8.265 euro).

Sempre sul fronte bollette luce e gas, è stata data la possibilità alle utenze domestiche di rateizzarne i pagamenti, sono stati azzerati gli oneri di sistema e l’IVA è scesa al 5%.

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