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Poste Italiane, un’altra ‘tegola’ per Caio. Intervista a Luca Burgalassi (SLP-CISL) ‘Non si fanno saltare così le trattative’

Tensioni su tensioni intorno a Poste Italiane. In forse la privatizzazione della seconda tranche, che sembra ormai definitivamente sfumata nei tempi e nei modi annunciati nei mesi scorsi; servizio di consegna della corrispondenza saltato in molti degli 8.000 Comuni italiani; in bilico l’amministratore delegato Francesco Caio, che potrebbe chiudere il mandato senza ulteriore rinnovo; infine banco per aria sulla chiusura del contratto sindacale che sembrava cosa fatta e che all’ultimo momento è saltato per ragioni pretestuose avanzate dal top management. Tutte cose che indicano un sostanziale stato di difficoltà dell’attuale gestione, uno scollamento con alcuni territori come testimoniato dall’ondata di proteste da parte di decine di sindaci, infine una perdurante conflittualità nelle relazioni sindacali e una sostanziale indisponibilità del top management di interloquire con il personale. Qualche giorno fa, in sede di chiusura di contratto è persino saltato il banco delle trattative, a causa di una pregiudiziale non prevista che indica una volontà dell’azienda di spostare in avanti ogni accordo. Ne abbiamo parlato con Luca Burgalassi, segretario generale di SLP-CISL, il sindacato dei dipendenti di Poste Italiane.

K4B.  Possiamo tracciare un bilancio di trienni sulle relazioni industriali?

Luca Burgalassi.  Mi creda non c’è molto da raccontare, perché hanno prevalso i silenzi. Ma c’è sicuramente molto di cui lamentarsi, nel merito e nel metodo. La gestione di Francesco Caio è stata caratterizzata da un rapporto quasi inesistente con le controparti sociali, una forma esasperata di anti-modernità.

K4B.  Quindi Caio vi ha semplicemente ignorati, un po’ come ha fatto Renzi con i sindacati confederali…

Luca Burgalassi.  Nei tre anni di mandato la tensione sindacale all’interno dell’Azienda è andata via via aumentando, fino a sfociare nello sciopero generale del 4 novembre scorso, il primo dopo oltre 10 anni di pace sociale e comunque di buone relazioni tra direzione aziendale e sindacati, un clima che ha consentito di avviare confronti e trovare soluzioni. Tutte cose che con Caio sono state cancellate.

K4B.  Lo sciopero dello scorso novembre ha puntato, come lei ha sottolineato in più occasioni, anche al futuro dell’azienda

Luca Burgalassi.  Come potevamo non farlo? Lo sciopero era stato indetto dalle principali organizzazioni sindacali di categoria innanzitutto contro il progetto di ulteriore privatizzazione dell’Azienda, ma anche contro il piano di riorganizzazione del servizio postale a giorni alterni

K4B.  E lo sciopero ha mutato il clima?

Luca Burgalassi.  Non direi. Il pessimo clima che si respira tra tutti i lavoratori degli uffici postali, oggetto di continue pressioni commerciali dovute alla finanziarizzazione dei servizi offerti, e che era stato motivo della protesta sindacale si è ulteriormente accentuato. Nel frattempo sono anche cresciuti i disagi della popolazione, con buona pace del servizio universale e di una funzione semplice ed elementare come quella della consegna della posta, la missione fondante delle Poste. Come avrà visto stiamo assistendo ad una protesta generalizzata di decine e decine di sindaci.

K4B.  Siamo però anche in fase di rinnovo di contratto. Con questo clima come si fa?

Luca Burgalassi.  Eppure nei mesi scorsi il top management di Poste Italiane e i sindacati avevano convenuto di rinnovare il contratto di lavoro agli oltre 140.000 lavoratori del Gruppo prima del termine del mandato dell’amministratore delegato Francesco Caio.

Quando la trattativa sembrava incanalarsi nella giusta direzione ed era stata già fissata per il 10 marzo l’incontro non-stop finale per la sottoscrizione dell’intesa alla presenza delle delegazioni territoriali di tutte le organizzazioni sindacali, è arrivato il colpo di scena.

K4B.  E cioè?

Luca Burgalassi.  La dirigenza di Poste Italiane Azienda ha posto inaspettatamente e, aggiungerei, ingiustificatamente, una pregiudiziale sull’inquadramento del personale, mandando tutto all’aria.

K4B.  Quanto pesa l’inquadramento del personale?

Luca Burgalassi.  Come può immaginare, pesa tanto. L’inquadramento è un tema assai delicato e complesso che riguarda molte migliaia di lavoratori. Nessuno poteva illudersi che potesse essere affrontato nelle poche ore che rimanevano a disposizione. L’aver posto, senza alcun preavviso il tema sul tavolo, lascia l’amaro in bocca ed è servito di fatto solo a non portare in porto la trattativa.

K4B.  E adesso?

Luca Burgalassi.  Trattativa sospesa, e dunque rinvio ad un momento successivo alla decisione sulle nomine degli Amministratori delle aziende pubbliche che il Governo prenderà nei prossimi giorni. Se Caio rimarrà al suo posto ne riparleremo con lui, se arriverà un nuovo amministratore delegato, sarà uno dei primi temi da affrontare con il nuovo mandato.

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