Si torna a parlare della cessione di PagoPA a Poste e al Poligrafico e Zecca dello Stato. Il possibile deal, caldeggiato dal Governo, è in ballo da più di un anno. Ma finora non è andato a buon fine soprattutto a causa di divergenti valutazioni sul valore effettivo di PagoPA.
Secondo quanto riferito dalla Reuters, l’Italia vuole che Poste Italiane e il Poligrafico e Zecca di Stato riprendano le trattative per l’acquisto di PagoPA, la piattaforma di proprietà del Tesoro che gestisce i pagamenti digitali per la pubblica amministrazione.
PagoPA fiore all’occhiello della PA digitale
PagoPA, società partecipata dallo Stato attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è un fiore all’occhiello della nostra PA digitale, gestisce tutti i pagamenti verso la PA, 50 milioni dei quali sui Comuni a fronte di 1,7 miliardi di transazioni.
Inoltre, gestisce la App IO con 12 milioni di utenze e la piattaforma SEND, per le notifiche con valore legale nata nel 2023 e che ha gestito 18 milioni ei notifiche in 5.300 Comuni, come emerso all’incontro ANCI di ieri a Roma per la presentazione della mappatura dei comuni digitali.
PagoPA gestisce inoltre la piattaforma PDND, cardine della digitalizzazione che garantisce l’interoperabilità fra banche dati diverse nell’ambito della PA.
Le indiscrezioni rilanciate da Reuters
Secondo un piano elaborato l’anno scorso, Poste Italiane (che oltre al suo core business è attiva nel settore dei servizi finanziari, della fornitura di energia e di servizi di telecomunicazione dove peraltro controlla il 24,81% di Tim) dovrebbe acquisire una partecipazione di minoranza in PagoPA (si parla del 49%, a fronte del 51% che dovrebbe andare in mano alla Zecca) nell’ambito di una strategia per rafforzare il ramo dei pagamenti.
Tuttavia le trattative si erano arenate sulla valutazione di PagoPA. Poste e la Zecca hanno messo in discussione il prezzo di 500 milioni di euro stabilito da un consulente del Tesoro, come riferito da Reuters ad aprile.
L’idea adesso sarebbe di arrivare ad un accordo a settembre, anche se non è stata fissata una scadenza formale.
PagoPA, pagamenti verso la PA per 57 miliardi
PagoPA, che quest’anno ha gestito pagamenti alla pubblica amministrazione italiana per un valore di 57 miliardi di euro, è destinata a svolgere un ruolo di primo piano negli sforzi del governo italiano per creare un portafoglio digitale attraverso l’applicazione mobile IO.
L’app consente di conservare i documenti ufficiali e di accedere ai servizi pubblici online ed effettuare pagamenti.
Tra l’altro, il Governo sta spingendo molto sull’adozione della CIE come documenti di elezione per l’identità digitale, a scapito dello SPID. L’obiettivo è riportare nell’alveo pubblico la gestione dell’identità digitale, diminuendo il peso specifico degli identity provider privati depositari del rilascio e della gestione dello SPID (nel cui novero, peraltro, c’è già anche Poste).
Un hub di tutte le attività e i servizi digitali della nostra pubblica amministrazione, che sarebbe gestita di fatto da PagoPA.
Settore bancario in allarme dall’idea di Poste in PagoPA
La prospettiva che Poste assuma una partecipazione in PagoPA ha messo in allarme l’affollato settore bancario italiano, alle prese con una forte concorrenza nel campo dei pagamenti digitali da parte di aziende come Apple, Alphabet, proprietaria di Google e PayPal.
Da parte sua, Poste ha espresso preoccupazione che una parte della propria attività possa essere intaccata dal piano di PagoPA di sviluppare il cosiddetto progetto SEND, una piattaforma digitale per inviare e ricevere comunicazioni legali pensata per le pubbliche amministrazioni.
Quel che è certo è che l’attivismo di Poste e la diversificazione del business ha già portato una forte spinta nel mondo delle telecomunicazioni, dopo l’ingresso in Tim.
Un eventuale ingresso anche in PagoPA darebbe ulteriore raggio d’azione e fonte di ricavi alla società dei pacchi, sempre più diversificata e ramificata.
Vedremo cosa diranno le autorità competenti, se ci saranno rilievi o rimedi in caso di disco verde all’ingresso in Pago PA.