Il dibattito

Poste, anche l’Anci schierata contro la privatizzazione

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Il presidente dell’Associazione dei Comuni De Caro: ‘Gli uffici postali sono un presidio dello Stato e svolgono un servizio sociale’.

Dopo la presa di posizione dei sindacati, in prima fila la Slp-Cisl, contro la seconda tranche di privatizzazione delle Poste, e in attesa di capire quale sarà la posizione del Governo che appare spaccato (i ministri Padoan e Calenda favorevoli all’operazione, il sottosegretario Giacomelli contrario), anche l’Anci ribadisce il suo no all’operazione che secondo i piani del Mef dovrebbe riguardare una seconda tranche del 30% della società delle lettere. A esprimere nuovamente nel weekend la posizione dei comuni il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro.

Intanto, è previsto per mercoledì 22 febbraio l’incontro del gruppo parlamentare del Pd alla Camera per discutere di Poste e più in generale di privatizzazioni.

Vedremo se le fibrillazioni dei Democratici incideranno sull’agenda.

Apertura di settimana in negativo per il titolo Poste, sulle voci di un possibile avvicendamento ai vertici.

La posizione dell’Anci

“Da tempo l’Anci combatte la battaglia dei piccoli Comuni per preservare il servizio pubblico e universale che Poste italiane deve continuare a garantire. Molti Sindaci hanno promosso ricorsi davanti al Tar contro il piano di razionalizzazione che, avendo chiuso alcuni sportelli, ridotto l’orario di altri e istituito la consegna della posta a giorni alterni, fa venir meno questa condizione”. Lo sottolinea l’Associazione dei Comuni, segnalando che “i giudici amministrativi hanno rimesso la valutazione se la legge italiana sia in contrasto con la normativa Ue, alla Corte di giustizia dell’Unione europea”. 

“In questo quadro – dice il presidente dell’Anci Antonio Decaro procedere con la seconda fase di privatizzazione fa suonare un ulteriore campanello d’allarme in quelle comunità, le più piccole soprattutto, che hanno nell’ufficio postale un presidio dello Stato e un servizio sociale. La capillarità della presenza degli uffici postali non deve essere considerata un peso ma un asset strategico, un valore per l’azienda e per il Paese, riempiendo di significato – aggiunge – quanto tra l’altro previsto nell’accordo nazionale tra Poste e il ministero dello Sviluppo economico”. 

Le criticità di questa fase di razionalizzazione, da tempo evidenziate dall’Anci e in gran parte dovute alla privatizzazione, “vanno considerate – sottolinea l’organizzazione dei Sindaci – alla luce del fatto che Poste italiane è sì una Spa, ma svolge innegabilmente un servizio di interesse pubblico diffuso e fortemente radicato in tutto il territorio nazionale. In quelle aree interne che costituiscono il 70% del territorio si sta assistendo a un progressivo diradamento dei servizi da cui conseguono l’abbandono di realtà ricche di storia, identità e valori irrinunciabili per il Paese, e la corsa verso i centri urbani maggiori con l’inevitabile peggioramento della vivibilità di questi ultimi. Un tema così rilevante, questo, da essere sollevato – ricorda l’Anci – anche dal presidente della Repubblica Mattarella durante l’ultima Assemblea nazionale dell’Anci, a Bari nell’autunno scorso”.

L’Associazione dà quindi atto della stagione di confronto avviata nell’ultimo anno da Poste con Comuni, Regioni e Governo “per evitare almeno la chiusura degli uffici come avvenuto in passato, per monitorare i disservizi come richiesto anche da Agcom e, soprattutto, per aprire un dialogo costruttivo che porti a una nuova organizzazione che non penalizzi i cittadini”.

 

Rumors

 

In borsa, apertura di settimana in terreno negativo per Poste Italiane. A disorientare gli investitori i rumors di stampa sul valzer di poltrone ai vertici del gruppo che vedrebbero Francesco Caio, attuale Amministratore di Poste come il più probabile candidato a prendere il posto di Mauro Moretti alla guida di Leonardo. Secondo le stesse indiscrezioni al timone di Poste potrebbe essere chiamato Fabio Gallia, attuale numero uno di Cassa Depositi e Prestiti.

Poste cerca portalettere

 

Intanto, Poste Italiane ha pubblicato un bando per reclutare portalettere nelle regioni del Centro-Nord per contratti a tempo determinato destinato a chi detiene un diploma superiore con valutazione superiore al 70/100, o quello di laurea con 102/110, avere la patente di guida ed un certificato medico di idoneità, rilasciato dal proprio medico curante o dalla Asl territoriale di appartenenza. La domanda si potrà fare direttamente sul sito di Poste Italiane entro il 5 marzo. Le regioni interessate sono Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna; Marche; Liguria; Valle d’Aosta; Trentino Alto-Adige; Friuli Venezia Giulia. Per la provincia autonoma di Bolzano è richiesto il bilinguismo.