Lavoro

Post Covid, lavoro più flessibile per 4 italiani su 10. Scarica il Report

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Flessibilità di orario e di luogo di lavoro sono diventati la normalità per la metà dei lavoratori in Europa e per 4 lavoratori su 10 in Italia dopo il Covid.

Flessibilità di orario e di luogo di lavoro sono diventati la normalità per la metà dei lavoratori in Europa e per 4 lavoratori su 10 in Italia dopo il Covid. E’ quanto emerge da un report appena pubblicato da Ericsson, che esamina come i lavoratori e i datori di lavoro stanno affrontando l’attuale contesto post pandemico. Sono tecnologia e flessibilità a farla da padrone.

Il modo in cui le persone lavorano è rimasto invariato per molto tempo, ma la pandemia è stato un importante elemento di rottura. Il lavoro è cambiato e continuerà a cambiare anche in futuro.

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Quasi la metà (48%) dei lavoratori coinvolti nello studio afferma di godere di una maggiore flessibilità sul lavoro. Il 52% considera la flessibilità dell’orario o della sede di lavoro come un requisito fondamentale, e il 25% afferma che la flessibilità è la priorità assoluta se volesse iniziare a cercare un nuovo lavoro. Svolgere il lavoro piuttosto che andare al lavoro è considerato centrale in questo nuovo modo di concepire la vita lavorativa.

In Italia, 4 lavoratori su 10 (40%) afferma di godere di una maggiore flessibilità sul lavoro. Il 33% dei lavoratori vede nella tecnologia un fattore di flessibilità e ciò che consente di lavorare da qualsiasi luogo. Il 43% considera la flessibilità dell’orario o della sede di lavoro come un requisito fondamentale, e il 21% afferma che la flessibilità è la priorità assoluta se volesse iniziare a cercare un nuovo lavoro.

La connettività mobile è fondamentale per colmare il divario digitale e garantire un lavoro più flessibile a chi non dispone di una connessione fissa. Per lavorare da casa, il 69% degli intervistati utilizza la banda larga, via cavo o fibra, mentre, sempre secondo lo studio Ericsson, il 61% dispone di router 3G/4G/5G o può utilizzare il proprio smartphone come dispositivo mobile. Allo stesso tempo, il 29% utilizza esclusivamente reti cellulari per connettersi. La necessità di affidarsi completamente alla connettività mobile è particolarmente evidente nelle aree rurali (meno di 5.000 abitanti), dove 4 persone su 10 utilizzano router e reti cellulari 3G/4G/5G per connettersi a Internet. È interessante notare che anche un quarto degli abitanti delle grandi aree metropolitane (oltre 5 milioni di abitanti) utilizza esclusivamente le reti mobili.

I datori di lavoro devono abbracciare la digitalizzazione e la gestione flessibile della forza lavoro, e questo può essere fatto creando un ambiente di lavoro moderno che supporti la collaborazione tra le persone, semplifichi il lavoro e valorizzi il contributo dei dipendenti al processo decisionale.


Risultati principali dello studio:

  • La flessibilità è la nuova moneta di scambio nel rapporto tra azienda e lavoratore. I dipendenti ritengono che la flessibilità sia un bisogno da soddisfare, dato che il lavoro ibrido continuerà a essere la norma: il 25% della popolazione lavorativa globale afferma che darà priorità alla flessibilità prima di ogni altra cosa. Percentuale che scende al 21% in Italia.
  • L’accesso alle tecnologie digitali rafforza la fiducia dei lavoratori. L’uso delle giuste tecnologie digitali raddoppia i giudizi positivi da parte dei dipendenti, senza aumentare lo stress.
  • Decisori e dipendenti sono sempre più in disaccordo sulla tecnologia. Solo il 33% dei datori di lavoro tiene conto delle preferenze dei dipendenti quando investe in nuove tecnologie, mentre 4 dipendenti su 10 si scontrano con strumenti non pertinenti alle loro mansioni.
  • Ambienti di lavoro flessibili possono portare a una maggiore sorveglianza. L’equilibrio tra visibilità e rispetto della privacy è una sfida nel lavoro ibrido. Il 65% dei dipendenti che si dichiarano ottimisti in merito alla flessibilità garantita dalla tecnologia, ritiene anche che sarà accompagnata da un aumento della sorveglianza.
  • Mercati del lavoro sempre più globalizzati offrono ai datori di lavoro nuovi talenti ma anche preoccupazioni. I decision maker nei mercati emergenti concordano sul fatto che la fedeltà stia diminuendo con l’aumentare dei lavori da remoto.
  • Il futuro del lavoro segue 5 linee direttrici. I lavoratori danno priorità a:
    • stabilità finanziaria (25%)
    • flessibilità (24%)
    • digitalizzazione/tecnologia (20%)
    • lavoro organizzato per progetti (12%)
    • carriera (19%).

      I lavoratori italiani danno invece priorità, nell’ordine, a: stabilità (40%), flessibilità (21%), digitalizzazione/tecnologia (17%), carriera (17%); lavoro organizzato per progetti (5%).

La ricerca è stata condotta in 30 mercati a livello globale, tra cui l’Italia; 38.000 sondaggi online tra i dipendenti, 3.600 sondaggi online tra i responsabili delle decisioni e 11 interviste approfondite con i responsabili delle decisioni di settori selezionati in tre mercati: Cina, Spagna e Stati Uniti.