Finestra sul mondo

Possibile ‘non accordo’ tra Europa e GB per la Brexit, Estradizione Puigdemont, ‘L’affaire Benalla’ in Francia

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Brexit, l’Europa accelera i preparativi per un possibile “non-accordo”

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – In Europa sia le istituzioni statali che le aziende dei settori pubblico e privato stanno accelerando i preparativi in vista di una “no-deal Brexit”, cioe’ la possibilita’ che il 29 marzo 2019 la Gran Bretagna esca dall’Unione Europea senza aver preventivamente raggiunto un accordo sui successivi rapporti commerciali, doganali e normativi: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, sottolineando tuttavia come uno dei maggiori impedimenti alla programmazione sia il fatto che le autorita’ Ue non vogliono rivelare quali passi potrebbero intraprendere per mitigare gli effetti negativi di un simile evento, che sul lungo periodo rischia di ridurre dell’1,5 per cento l’intera economia europea. L’allarme, riferisce il giornale della City di Londra, nasce da un memorandum di 15 pagine pubblicato ieri giovedi’ 19 luglio in cui la Commissione europea riassume le “serie conseguenze” che una “hard Brexit” potrebbe avere in materie come ad esempio le licenze per le linee aeree, la certificazione dei medicinali ed alcuni diritti dei cittadini: in totale sono ben 68 le aree per le quali Bruxelles ha emesso degli “avvisi a tenersi pronti” che i media hanno gia’ battezzato “appunti per il giorno del Giudizio”. Tuttavia, sottolinea il “Financial Times”, il memorandum omette di fornire il benche’ minimo accenno alle misure “paracadute” che la Commissione pensa di adottare, e la cui conoscenza sarebbe invece vitale per la programmazine da parte del mondo degli affari: secondo fonti diplomatiche citate dal giornale, questo segreto sarebbe parte della tattica negoziale di Bruxelles per fare pressione sul governo della Gran Bretagna perche’ alla fine accetti un accordo sui futuri rapporti economici e commerciali. Un’altro motivo e’ che le conseguenze di una “hard Brexit” sarebbero diverse per i differenti paesi dell’Unione Europea: i guai piu’ grossi arriverebbero per quelli piu’ vicini geograficamente alla Gran Bretagna, cioe’ Francia, Irlanda, Belgio ed Olanda, mentre paesi piu’ lontani come Italia e Finlandia non ne soffrirebbero affatto; e c’e’ anche da considerare, scrive il quotidiano economico britannico, che alcuni paesi dell’Europa centrale potrebbero persino trarre beneficio da un simile scenario, grazie al trasferimento nel loro territorio di societa’ che a causa della Brexit sarebbero costrette ad abbandonare a City di Londra.

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Usa, Trump critica la politica sui tassi di interesse della Federal Reserve

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto ieri di non essere particolarmente “contento” dell’operato della Banca centrale Usa sotto la presidenza di Jerome H. Powell, impegnato in una operazione di graduale rialzo dei tassi di interesse. Secondo Trump la politica della Federal Reserve (Fed) potrebbe indebolire i suoi sforzi per far crescere l’economia. “Non mi piace, noi stiamo facendo tutto questo lavoro per l’economia e poi vedo aumentare i tassi”, ha detto. Generalmente i presidenti degli Stati Uniti non commentano le azioni della Fed, per rispetto dell’indipendenza della Banca Centrale e per evitare ogni accenno di influenza sulla politica monetaria della nazione. “Sto solo dicendo quello che avrei detto come cittadino privato”, ha dichiarato Trump. “Quindi qualcuno direbbe, ‘Oh, forse non dovresti dirlo come presidente. Non mi importa di quello che dicono, perche’ le mie opinioni non sono cambiate”. Trump ha nominato Powell presidente della Fed l’anno scorso in sostituzione di Janet L. Yellen. Powell, che era membro de Federal Reserve Board of Governors, ha seguito gran parte del percorso intrapreso dalla Fed in questi ultimi anni, durante i quali ha aumentato lentamente i tassi di interesse man mano che l’economia si stava rafforzando.

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Usa-Russia, il presidente Trump invita l’omologo Putin a Washington

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha invitato l’omologo russo Vladimir Putin a visitare Washington il prossimo autunno. Lo ha comunicato la Casa Bianca nella serata di ieri. La portavoce della Casa Bianca, Sarah H. Sanders, ha scritto su Twitter che Trump ha dato istruzione al suo consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, di estendere l’invito a Putin, e che le discussioni in vista del prossimo incontro tra i due leader “sono gia’ in corso”. L’annuncio di Sanders giunge poche ore dopo un tweet del presidente Usa, in cui Trump anticipa un secondo incontro con il capo di Stato russo. La Casa Bianca vuole avviare la cooperazione con la Russia su alcuni dei fronti di comune interesse discussi dai due leader ad Helsinki: la lotta al terrorismo, la sicurezza di Israele, la non proliferazione nucleare, gli attacchi informatici, il commercio, l’Ucraina, il Medio Oriente e la denuclearizzazione della Penisola coreana. “Ci sono molte risposte a questi problemi, alcune semplici e altre difficili, ma possiamo risolverli tutti”, ha scritto Trump su Twitter. L’incontro di Helsinki tra il presidente Trump e Putin e’ valso all’inquilino della Casa Bianca una bordata di critiche bipartisan da parte degli schieramenti politici statunitensi e di gran parte dei media Usa, che in un clima di maccartismo senza precedenti dalla fine della Guerra fredda sono arrivati ad accusare Trump di collusione con Mosca e di tradimento, un crimine che negli Usa non vale solo l’impeachment, ma anche la pena di morte. Tra gli argomenti discussi dai due leader a Helsinki c’e’ anche la riduzione degli arsenali atomici di Usa e Russia, un argomento di importanza capitale per la sicurezza globale.

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Spagna, la battaglia per le primarie svela un Pp diviso e in piena crisi ideologica

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – E’ un Partito popolare (Pp) diviso e in piena crisi ideologica quello che viene fuori dalla campagna elettorale per le primarie che si concluderanno sabato con la nomina del nuovo presidente dopo le dimissioni di Mariano Rajoy. L’inedito processo, scrive il quotidiano spagnolo “El Pais”, ha messo in luce tutte le contraddizioni, gli scheletri nell’armadio e le lotte sotterranee delle varie correnti per arrivare al potere. Il partito, in particolare, si e’ rivelato non essere affatto piu’ unito delle altre formazioni in campo e soprattutto ha dimostrato di non avere gli 870 mila militanti iscritti di cui si vantava. Le primarie hanno risvegliato l’anima piu’ conservatrice del Pp, piu’ divisa ideologicamente e piu’ incoerente. Basti pensare, sottolinea il quotidiano, che in alcuni territori i sindaci appoggiano un candidato diverso dal presidente della loro Comunita’. Quando nel Congresso celebrato a febbraio del 2017 venne approvato il nuovo sistema delle primarie, nessuno immaginava che sarebbe stato utilizzato fino alle sue ultime conseguenze, in quanto tutti avrebbero scommesso su una candidatura unica e una campagna elettorale serena e prevedibile. Il rifiuto di Alberto Nu’nez Feijo’o ha invece rimescolato le carte in tavola e portato ben sei candidati a sfidarsi l’uno contro l’altro al primo turno. Il ballottaggio, che si celebra questo fine settimana, vede in campo cinque popolari contro uno, in quanto Pablo Casado ha ottenuto l’appoggio di tutti i candidati sconfitti il 5 luglio contro l’ex segretaria Soraya Saenz de Santamaria.

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Il ministro dell’Agricoltura italiano denuncia un attacco al prosciutto ed al parmigiano dal piano Onu per ridurre il sale negli alimenti

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – In Italia il governo populista assieme ai produttori di formaggio Parmigiano e di prosciutto di Parma hanno giurato di “ingaggiare una dura battaglia” contro qualsiasi tentativo dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) di mettere in una “lista nera” i cibi tradizionali italiani per il loro contenuto di sale: cosi’ scrive il quotidiano britannico “The Telegraph” oggi venerdi’ 20 luglio, riferendo della diatriba sorta tra l’Italia e l’agenzia delle Nazioni Unite attorno alla proposta di imporre un avvertimento sulle etichette dei cibi, che sara’ discussa a settembre. La proposta, spiega il “Telegraph”, non si riferisce a nessun alimento in particolare; e nella Penisola nessuno ci aveva fatto caso finche’ il rispettato quotidiano italiano “Il Sole 24 Ore” non ha attirato l’attenzione sul fatto che in tal modo potrebbero essere danneggiati alcuni dei piu’ iconici prodotti agro-alimentari italiani, come appunto il prosciutto, il parmigiano la pizza e persino l’olio d’oliva extra vergine. Apriti cielo: il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha definito la proposta come “pura pazzia” ed un “attacco contro l’Italia”; gli ha fatto eco il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha twittato un “giu’ le mani dai prodotti italiani”, mentre il vice presidente della commissione parlamentare per l’Agricoltura Giancarlo Serafini ha esortato il governo di Roma ad “agire immediatamente per bloccare questa insana idea”. La presa di posizione piu’ moderata di tutte, stando almeno al reportage realizzato per il “Telegraph” dal suo corrispondente da Roma John Phillips, e’ quella di Riccardo Deserti, il direttore del Consorzio parmigiano, che ha studiato la proposta dell’agenzia Onu ed ha dichiarato: “E’ ovvio che l’Oms non ha alcun intento di accusare i nostri eccellenti prodotti. Pero'”, ha aggiunto Deserti, “la raccomandazione di adottare un’etichettatura che metta in evidenza la presenza di sale e grassi saturi rischia di provocare grande confusione; peggio ancora, l’idea potrebbe essere manipolata da qualche paese per introdurre barriere commerciali” contro i migliori prodotti italiani che sono noti per essere naturali e salutari grazie alla loro digeribilita’ ed alla presenza di calcio ed altri minerali.

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Spagna, il Tribunale supremo rifiuta l’estradizione di Puigdemont solo per malversazione

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Il Tribunale superiore rinuncia, per il momento, al processo contro Carles Puigdemont e tutti i leader indipendentisti sfuggiti alla giustizia spagnola. Il giudice Pablo Llarena ha respinto l’estradizione dalla Germania dell’ex presidente della Catalogna per il solo reato di malversazione e ha ritirato i sei ordini europei di arresto emessi contro di lui e contro i politici catalani scappati in Belgio (Antoni Comi’n, Llui’s Puig, Meritxell Serret), Scozia (Clara Ponsati’) e Svizzera (Marta Rovira). La notizia e’ oggi su tutti i quotidiani spagnoli che evidenziano l’irritazione di Llarena per la decisione del tribunale di Schleswig-Holstein di estradare Puigdemont per il reato minore di malversazione e non per quello ben piu’ grave di ribellione. Secondo il magistrato, la giustizia tedesca, offrendo un’estradizione “limitata”, avrebbe mandato in “cortocircuito” il meccanismo di cooperazione Ue e danneggiato l’ordine costituzionale della Spagna. Tuttavia, Llarena ha scartato l’ipotesi di portare i giudici tedeschi davanti alla Corte di giustizia europea e ha rifiutato la consegna di Puigdemont per non rinunciare alla possibilita’ di processarlo per ribellione. Tale reato, infatti, cade in prescrizione dopo 20 anni e, cosi’ facendo, il giudice si e’ lasciato la porta aperta per un’altra occasione. Se lo avesse giudicato solo per malversazione, sarebbe stato impossibile giustificare la sua carcerazione preventiva e, soprattutto, sarebbe stato impossibile portare avanti i processi a carico dei suoi collaboratori per reati inferiori rispetto all’ex leader. Ora, pero’, Llarena dovra’ eliminare la sentenza che chiede la sospensione temporanea delle sue funzioni da deputato (abbicabile solo per casi gravi) e Puigdemont potrebbe tornare a capo della Catalogna nel giro di poche settimane.

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Francia, il presidente Macron incontra gli agricoltori

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, riceve questa mattina i sindacati del settore agricolo in un clima di “estrema tensione”. “Les Echos” ricorda che il voto in merito al progetto di legge sull’alimentazione e’ stato spostato al termine dell’estate. Gli agricoltori hanno puntato il dito contro “l’ingerenza dell’Eliseo nelle discussioni parlamentari”. La delusione nel settore e’ tanta, soprattutto perche’ in un discorso pronunciato ad ottobre Macron ha promesso di far aumentare le loro entrate. “Non e’ possibile che un terzo degli agricoltori viva con meno di 350 euro a mese” disse Macron. Il presidente vuole che allevatori e agricoltori prendano l’iniziativa grazie a una maggiore autonomia che gli permetterebbe di scegliere prezzi, volumi e mercati. I sindacati, pero’, si sentono abbandonati e molti lavoratori nel settore stanno “gettando la spugna” abbandonando le loro attivita’. Le organizzazioni sono convinte che i gruppi industriali non permetteranno ad agricoltori e allevatori di riuscire a portare a termine questo progetto. Al centro del dibattito c’e’ poi il divieto di utilizzare pesticidi, che secondo gli agricoltori porterebbe a un aumento dei costi e a una conseguente perdita della competitivita’.

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Francia, l’Eliseo in forte imbarazzo per “l’affaire Benalla”

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron, si ritrova al centro di una forte polemica dopo che uno dei suoi collaboratori responsabile della sicurezza, Alexandre Benalla, e’ stato riconosciuto in un video mentre aggredisce un manifestante durante gli scontri di piazza avvenuti il primo maggio. La stampa transalpina e’ unanime nel riconoscere che il caso ha gettato l’Eliseo in un forte imbarazzo, visto che Benalla si trovava in un’operazione di polizia. Dopo essere stato sanzionato con due settimane di sospensione, la presidenza della Repubblica francese ha avviato la procedura per il licenziamento. Il ministero dell’Interno ha lanciato un’inchiesta interna mentre la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare per far luce sull’accaduto. Benalla e’ stato messo questa mattina in stato di fermo. L’episodio ha provocato forti reazioni nel mondo politico. L’opposizione ha gridato in coro allo “scandalo”, mentre la maggioranza parlamentare della Re’publique en marche, il partito del presidente Macron, e’ costernata da quanto e’ accaduto. I volti noti preferiscono non rilasciare commenti, mentre alcuni deputati macroniani appoggiano la scelta di licenziare Benalla.

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Germania, Merkel e Seehofer stanno “radicalizzando assieme la politica migratoria”

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – Nel 2015, quando il cancelliere tedesco Angela Merkel spalanco’ le porte all’accoglienza senza limiti dei migranti, fu il cristiano sociale Horst Seehofer, a quel tempo ministro-presidente della Baviera, a denunciare la portata dell’unilateralismo del capo del governo alla luce del diritto internazionale. Nel 2018 la formula dell’unilateralismo appare di nuovo, scrive “Handelsblatt”, ma stavolta a promuoverlo e’ proprio Seehofer, oggi ministro dell’Interno. Il suo piano, che prevede il respingimento ai confini dei richiedenti asilo gia’ registrati in altri paesi europei, ha rischiato di innescare una crisi di governo. Dopo settimane di braccio di ferro, Merkel sembra aver accettato il piano del ministro, tranne per un punto. Il piano e’ diventato un documento classificato. Secondo il quotidiano tedesco, l’assenza di trasparenza e’ necessaria a salvare la faccia del cancelliere, per cui i “respingimenti nazionali” al confine tedesco, non importa se ben giustificati, erano sempre stati un tabu’. Secondo “Handelsblatt”, l’accordo tra Merkel e Seehofer segna una radicalizzazione della politica migratoria tedesca. Seehofer dovrebbe assumere su di se’ la questione dei respingimenti e negoziare all’esterno per evitare di esporre il cancelliere a danni d’immagine e di consenso. L’obiettivo di fondo, prosegue il quotidiano, e’ di condurre un irrigidimento della politica tedesca in materia di immigrazione nella maniera meno plateale e piu’ inavvertita possibile. Quello che e’ stato messo in scena come una crisi del governo, sostiene “Handelsblatt”, e’ stata invece la presa d’atto del governo di Berlino della problematica realta’ del fenomeno migratorio. Stando all’editoriale del quotidiano tedesco, insomma, dietro lo scontro tra Merkel e il suo ministro dell’Interno c’e’ in realta’ un necessario gioco delle parti. Nessuno sospetta che la significativa inversione di rotta della loro politica tedesca in materia di immigrazione sia in realta’ concordata. Seehofer, da un lato, sapeva che una svolta di carattere nazionalista non sarebbe stata applicabile; Merkel, invece, era consapevole che i vicini europei non avrebbero potuto accettare i respingimenti.

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Immigrazione, la “Sueddeutsche Zeitung” chiama alle armi contro i populismi europei

20 lug 11:01 – (Agenzia Nova) – I ministri dell’Interno Horst Seehofer, Matteo Salvini e Sebastian Kurz vogliono “chiudere la via del Mediterraneo per non far fuggire la gente”. Secondo la “Sueddeutsche Zeitung”, si tratta di una posizione vergognosa. “I signori del nuovo corso non hanno perso l’umanita’ soltanto nel linguaggio (in Italia il ministro degli Interni Salvini parla dei rifugiati del Mediterraneo come di “carne umana” e Markus Soeder li ha derisi come turisti d’asilo), ma agiscono anche in un modo che si pensava fosse finito in Europa mezzo decennio fa”, scrive il quotidiano tedesco, che rievoca le tragedie dei totalitarismi del Novecento. “C’e’ un clima di decadenza, come alla fine degli anni Venti del secolo scorso, prima che il declino della ragione fosse travolto dai criminali nazisti”. Urge agire, sostiene il quotidiano, che chiama dunque all’attivismo, avvertendo pero’ che il dibattito politico e culturale e’ una via preclusa: “l’opposizione parlamentare, le associazioni e le chiese sono assediate da un’incredibile debolezza retorica e argomentativa”. Ci si lamenta, “invece di procedere ad un contenzioso aperto in quanto e’ urgente incoraggiare coloro che ancora non vogliono credere a quello che sta accadendo alla loro Europa, la cui umanita’, liberta’ di pensiero, tranquillita’ e prudenza politica si sono comprati con due guerre mondiali, il piu’ orribile bagno di sangue della storia, opera di razzismo, megalomania e nazionalismo”. Il “populismo”, prosegue il quotidiano tedesco, “non e’ altro che lo smantellamento dei cardini della nostra civilta’ liberal-democratica”. “I demagoghi, da Varsavia a Budapest fino ad arrivare ad Ankara stanno abusando della democrazia per eliminarla” ,accusa ancora il quotidiano. Il messaggio del quotidiano e’ chiaro: con i “populisimi” europei non e’ possibile confronto dialettico, ma sono piuttosto necessarie “azioni risolute”, magari prima che all'”asse dei volenterosi” si unisca anche la Francia di “Marine Le Pen, con il suo odio contro l’Europa e la societa’ liberale”.

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