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Portugal Telecom, la ‘principessa’ Dos Santos al contrattacco: ‘Determinati a vincere’

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L’imprenditrice angolana ha presentato un’offerta da 1,2 miliardi, ritenuta ‘inopportuna’ da Oi. Per il suo portavoce, il progetto eviterà lo smantellamento dell’ex monopolista portoghese e manterrà i posti di lavoro.

Si preannuncia animata la battaglia per la conquista di Portugal Telecom, che lambisce anche il mercato mobile brasiliano per le possibili implicazioni sulla vendita di Tim Brasil, controllata di Telecom Italia.

Nei giorni scorsi, ad aprire le danze era stato il patron di Altice, Patrick Drahi, che ha presentato un’offerta a Oi da 7 miliardi di euro per acquisire una parte cospicua delle attività di Portugal Telecom, incluse “le attività esistenti di Portugal Telecom fuori dall’Africa escluse le obbligazioni di Rio Forte, i titoli propri di Oi e i veicoli finanziari Portugal Telecom”. Ieri si è però inserita nell’arena una nuova contendente: Isabel Dos Santos, principale azionista dell’operatore concorrente NOS nonché figlia del presidente dell’Angola José Eduardo e donna più ricca d’Africa con un patrimonio stimato da Forbes in 3,7 miliardi di dollari. Non a caso detta ‘la principessa’.

Dos Santos ha presentato un’offerta da 1,35 euro per azione – per complessivi 1,2 miliardi – su Portugal Telecom SGPS, ossia la holding che controllerà una quota di minoranza della nuova società nata dalla fusione tra il gruppo telefonico portoghese e la brasiliana Oi. Fusione peraltro che deve ancora essere completata e che vede la società lusitana con una partecipazione fortemente ridotta – dal 39,6% al 25,6% dell’entità combinata – in seguito allo scandalo che ha coinvolto l’azionista Banco Espirito Santo.

I principali asset di PT SGPS sono quindi la sua partecipazione del 25,6% in Oi – che controlla gli asset operativi brasiliani e portoghesi – e un credito di 897 milioni di euro presso Rioforte, filiale del Banco.

 

Gli obiettivi della ‘principessa’

 

Obiettivo finale dell’offerta di Dos Santos secondo quanto dichiarato dal suo portavoce, “è l’acquisizione di una partecipazione importante, ma non di controllo, in Oi, che permetta di mantenere intatto il gruppo Portugal Telecom”.

Oi, dal canto suo, ha fatto sapere che qualunque modifica degli accordi siglati a settembre con Portugal Telecom, quando le assemblee dei soci avevano approvato i nuovi termini della fusione PT-Oi, “è da considerarsi inopportuna”.

“Siamo molto dispiaciuti che Oi abbia assunto questa posizione, senza considerare adeguatamente la proposta e senza nemmeno valutare il parere degli altri stakeholders coinvolti”, ha ribattuto il portavoce di Dos Santos. “Crediamo molto in questo progetto che eviterà lo smantellamento della società portoghese e manterrà i posti di lavoro tutelando la capacità tecnologica del gruppo. Faremo di tutto per portarlo a termine ha aggiunto”.

Per gli analisti portoghesi, tuttavia, si tratterebbe più che altro di un’azione ‘di disturbo’ finalizzata a ritardare la vendita di PT, e non sarebbe estranea ai negoziati in corso con Oi per l’acquisizione degli asset angolesi di PT (Unitel).

Il consolidamento delle tlc europee e brasiliane

 

Quale che sia l’esito dell’ingarbugliatissima vicenda, è chiaro il forte interesse, anche dei fondi di investimento, verso il consolidamento del mercato tlc europeo: oltre ad Altice e a Dos Santos, anche il fondo Apax starebbe studiando un’offerta su Portugal Telecom insieme a CVC e Bain Capital (potrebbe far parte della cordata anche Telecom Italia). Secondo altre indiscrezioni anche Telefonica e Vodafone potrebbero essere interessate al dossier.

Non dimentichiamo che Portugal Telecom è pur sempre un ex monopolista e anche ben gestito, con un fatturato che nel 2013 si è attestato a 2,91 miliardi e un Ebitda da 1,16 miliardi. Non capita tutti i giorni di poter partecipare a un simile affare e Oi ha tutto l’interesse a vendere per fare cassa e partecipare al consolidamento del mercato brasiliano.

Il titolo Portugal Telecom, è stato sospeso dalle contrattazioni per buona parte della mattina per eccesso di rialzo.