Banda ultralarga

Pnrr, ‘Italia a 1 Giga’ e 5G in ritardo: corsa a ostacoli per non perdere i fondi 2023

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Corsa contro il tempo per ottenere, e non sprecare, le risorse del Pnrr in materia di copertura a banda ultralarga fissa e mobile nel nostro paese.

Corsa contro il tempo per ottenere, e non sprecare, le risorse del Pnrr in materia di copertura a banda ultralarga fissa e mobile nel nostro paese. La situazione non è facile, i ritardi accumulati non sono pochi, come ha denunciato lunedì scorso il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti che sta lavorando “ventre a terra” per non perdere le risorse e raggiungere gli obiettivi stringenti fissati dalla tabella di marcia europea.

Pnrr, la seconda tranche è arrivata. Ma poi?

E’ vero che la seconda tranche da 21 miliardi di euro del Pnrr, che riguarda diverse voci dalla sanità al turismo, passando per l’agricoltura, la cultura, lo sviluppo dell’idrogeno, la riqualificazione urbana, le scuole e l’arretrato giudiziario è stata accordata la scorsa settimana all’Italia. A questo punto, però, vanno ridistribuite le risorse per il 5G e la fibra avanzate dalle gare chiuse prima dell’estate: si tratta di di 1,2 miliardi di euro. Fondi residui del Pnrr che sono “avanzati” perché il bando del 5G è stato un mezzo flop, andato la prima volta deserto nei lotti a fallimenti di mercato.

In altre parole, il ministro Vittorio Colao fu costretto a ripresentare una seconda volta il bando rivisto, con criteri di copertura meno stringenti, per il 5G nelle aree bianche, così come già avvenuto per il bando 5G nelle isole minori.

La riproposizione della procedura andata deserta a maggio ha allentato i vincoli di copertura al 40% con aree da coprire dimezzate da 2.403 a 1.201 e valore del contributo pubblico abbassato da 947 a 567 milioni. È stata invece confermata la percentuale massima dell’aiuto pubblico, fissata al 90%.

Resta da capire come l’Italia abbia inizialmente pensato che, a fronte del risultato della mappatura, per raggiungere gli obiettivi di copertura fosse necessario coprire un certo quantitativo di aree con una spesa di circa 1 miliardo di euro. Ma che poi, dopo che la gara è andata deserta, abbia considerato, sulla base della stessa mappatura, che ‘sostanzialmente’ gli stessi obiettivi potessero essere raggiunti coprendo soltanto la metà delle aree inizialmente messe a gara e con un esborso di soli 346 milioni di euro rispetto alla stima iniziale di circa 1 miliardo di euro.

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Gli esiti delle gare sono disponibili sul sito di Infratel Italia: