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Plastica riciclata, mercato mondiale da 56 miliardi di dollari entro il 2027. In Europa volumi in aumento del 40%

Plastica, qualcosa da riciclare

Il futuro della plastica o è il riciclo, o è la sua versione biodegradabile. Di fatto, la dispersione illecita in ambiente è ormai non solo un crimine, ma una follia, visti i dati relativi all’inquinamento da plastica e in particolare da microplastiche.

I ricercatori stimano che nel 2019, a livello globale, siano state immesse più di 850 milioni di tonnellate di gas serra nell’atmosfera tramite la produzione e l’incenerimento della plastica. Tali emissioni potrebbero salire fino a 2,8 miliardi di tonnellate entro il 2050, ma questo potrebbe essere in parte evitato, attraverso un metodo di riciclaggio più efficace.

Il 40% della plastica prodotto in Europa è da imballaggio, cioè protegge e facilita il trasporto di gran parte del cibo che compriamo e dei prodotti per la salute, il benessere, la cura del corpo, l’igiene personale e di numerose altre sostanze e di altri materiali organici o chimici.

L’Unione europea ha già presentato una sua proposta di direttiva per ridurre il suo impiego, soprattutto monouso, e favorire il recupero, il riciclo e il riuso. L’obiettivo comune è ridurre i rifiuti di imballaggio del 15%, a livello procapite, entro il 2040. Se la proposta venisse accettata si stima l’Europa riuscirebbe a ridurre complessivamente i rifiuti in plastica del 37% entro il periodo di tempo fissato.

Quanto vale il mercato della plastica riciclata?

Stando alle stime del Rapporto pubblicato da Research and Markets, l’industria mondiale della plastica riciclata potrebbe raggiungere i 56 miliardi di valore di mercato. Rispetto al 2021 si tratterebbe di un incremento di giro d’affari del 27%.

Secondo altre stime Fortune Business Insight, il settore della plastica riciclata potrebbe arrivare a valere a livello mondiale più di 76 miliardi di dollari entro il 2028.

La proposta di regolamento Ue

Nel giugno 2019, l’UE ha approvato nuove norme per affrontare la questione dell’inquinamento marino da plastica che include l’obiettivo del 25% per il contenuto riciclato nelle bottiglie di plastica entro il 2025 e del 30% entro il 2030.

La proposta prevede il divieto dell’UE sulla produzione delle 10 principali plastiche monouso trovate sulle spiagge europee dal 3 luglio 2021.

Nel novembre 2022, la Commissione ha proposto nuove regole a livello europeo sugli imballaggi. Queste comprendono una proposta per migliorare il design degli imballaggi, dotarli di etichettatura chiara e incentivare il riutilizzo e il riciclo. La proposta include anche una transizione verso plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili.

Il Green Deal prevede che entro il 2030 il 55% dei rifiuti da imballaggi in plastica debba essere riciclabile. 

Nel novembre 2022, la Commissione ha proposto nuove regole a livello europeo sugli imballaggi. Queste comprendono una proposta per migliorare il design degli imballaggi, dotarli di etichettatura chiara e incentivare il riutilizzo e il riciclo. La proposta include anche una transizione verso plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili.

A gennaio 2023, il Parlamento europeo ha espresso la propria posizione in merito alle norme sulla spedizione dei rifiuti, un’impostazione che mira a promuovere il riutilizzo e il riciclaggio e a ridurre l’inquinamento. Gli eurodeputati insistono sul divieto di esportazione dei rifiuti di plastica verso i paesi non OCSE, e sulla graduale eliminazione delle esportazioni verso i paesi OCSE entro 4 anni.

Riciclo della plastica in Europa

Secondo stime Impact Insight, il mercato europeo della plastica riciclata dovrebbe passare da 11,4 milioni di tonnellate del 2021 alle 15,7 milioni di tonnellate stimate per il 2027.

Scomponendo il dato otterremmo che un buon 30% è costituito da bottiglie di plastica, un 20% circa da pellicole di plastica per gli imballaggi e un altro 20% da plastica rigida.

I volumi di plastica riciclata in Europa dovrebbero aumentare del 40% circa nei prossimi sei anni, secondo le stime dei ricercatori.

La circolarità in Italia

Uno studio TEH – Ambrosetti stima che le innovazioni di prodotto e processo contribuiscono all’85% della riduzione dei rifiuti plastici al 2030, mentre grazie alla complementarità di riciclo meccanico e chimico l’Italia può raggiungere il target del 10% dei rifiuti in discarica già nel 2030, in anticipo di 5 anni rispetto alla normativa europea.

Dispiegare gli investimenti necessari per supportare la maggiore circolarità della plastica potrebbe apportare benefici pari a un valore compreso tra 1,5 e 2,5 miliardi di euro, sulla base di una minore o maggiore penetrazione del riciclo chimico.

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